A me Roi su Dylan Dog affascina quasi sempre, spesso anche quando è piuttosto al di sotto delle sue capacità. E qui non sarà ai livelli degli anni d'oro, ma è un gran bel vedere, ne saranno felici tutti i suoi fan, tra i quali mi annovero.
Alcune tavole mi hanno proprio catturato e se quest'albo ha una ragione d'acquisto e per quel che mi riguarda ha solo quella, lo si deve unicamente al disegnatore a cui assegno un 8 pieno.
Però mi rimane un certo senso di spreco
La storia, che tra le lunghe della Baraldi è per me forse la migliore (ma sarò un po' raddolcito dai disegni), raggiunge a stento il 5 e questo è il voto che darò, senza fare una media comoda che porterebbe ad un accettabile.
I dialoghi sono un pochino meglio, in generale, rispetto agli albi precedenti, ma le rime sono di rara legnosità e bruttezza. Già non sono questo grande appassionato delle filastrocche chiaverottiane, ma la Baraldi dovrebbe decisamente andare a ripetizioni dal buon Claudio
E non solo di rime.
La vicenda mi sembra un po' ispirata ad un romanzo breve di Ballard,
Un gioco da bambini (Running Wild), che però ricordo vagamente, quindi non ne sarei del tutto sicuro. L'orrore è più chiamato ed evocato (dai disegni ovviamente) che presente realmente e dopo un inizio anche promettente l'albo ha finito per annoiarmi, ho trovato poco stimolante perfino il racconto nel racconto. Giusto la figura di Markus ha destato un minimo d'interesse, diversamente dalla masnada di ragazzini in cui spicca una Mercoledì addamsiana (spostata di qualche giorno) e dalla Dylan Girl.