Stimolato dalla recensione di Kramer e dal fatto che abbia inserito la storia in così alta posizione nella sua Top 100, ho riletto
Partita con la morte... Ma proprio non mi è piaciuta. Anzi, l'ho trovata perfino peggio di come la ricordavo. Sequenza talmente improbabili da essere semplicemente assurde (il coltello che esce da solo dalla videocassetta che Dylan tiene in mano, si scaglia contro Denise e la uccide!? Ma per favore! Il dinosauro che si anima e sbrana la prima vittima!? Eddai! Cose simili le scriveva pure Sclavi, ma riusciva a inserirle in un contesto tale da renderle accettabili: Chiaverotti manco ci prova, te le spiattella così, e hai voglia a invocare la sospensione dell'incredulità...), svolgimento della trama estremamente prevedibile (partita a scacchi-omicidio-partita-omicidio-partita-omicidio, con qualche sequenza di Dylan qua e là) e, soprattutto, una Morte da burletta, fessa che neanche i cattivi di Nizzi, da far venire i nervi. Dai, la Morte dovrebbe essere un po' più furba di così! Dovrebbe essere un personaggio temibile, che fa paura, non una cretina qualsiasi.
Anche il finale mi ha lasciato perplesso: sarebbe anche bello, in sé, ma quel Dylan che stacca la spina a un uomo in stato comatoso non m'è piaciuto; insomma, quel gesto bisognava farlo fare a un altro, IMO. In compenso c'è un grande Roi, e rileggere questa storia nel 2011 dovrebbe rendere evidente anche a un cieco che il Roi che c'è all'opera su Dylan oggigiorno è solo la pallida ombra di una controfigura. Non c'ha voglia, non c'ha: guardate come disegna le mani! Roba che neanche uno scolaretto.
Ah, un'ultima considerazione: il Dylan di oggi è un personaggio perlopiù moscio e senza nerbo; quello di Chiaverotti era molto più vivace, ma era talmente sbruffone da risultare strafottente (in quest'albo prende in giro una ragazza a cui è appena morto il padre, in
Scritto con il sangue - albo che comunque ho trovato migliore di questo - sfotte pesantemente la sua cliente senza manco conoscerla: roba da prenderlo a ceffoni). Insomma, il dislivello tra Chiaverotti e Sclavi mi pareva evidente già all'epoca, ma oggi mi pare addirittura abissale.