Riconosco in quella vaga ma innegabile sensazione
perturbante a cui fanno cenno diversi commenti la mia reazione iniziale alla lettura dell'albo. Dopo averlo riletto, però, mi viene da sospettare che la causa principale di questa sensazione fosse la copertina di Stano, con quel taglio di luce drammatico e due spettri urlanti che sembrano veramente essere risaliti dall'inferno dantesco, che creano un effetto molto più inquietante di quanto Freghieri sia in grado di evocare con il suo stile (che comunque qui è ancora una delizia per gli occhi). Comunque meglio, da questo punto di vista, rispetto a "I giorni dell'incubo" -ma non abbastanza da rendermela memorabile, purtroppo.
Indubbiamente, gli elementi per dar vita a una storia ancora più disturbante c'erano: simboli esoterici, satanismo, bambini uccisi, spettri tormentati, suggestioni incestuose... Ma, dopo un buon inizio, si tende con troppa frequenza a ricadere nel peccato della prolissità e della, per così dire, sermoneria -si legga/veda, ad esempio, il dialogo tra Dylan ed Ellen alle pp. 36-37. Tra l'altro, questa è la prima scena in cui compaiono insieme, e lascia un paio di perplessità: non solo non li vediamo mai incontrarsi e/o presentarsi, ma è anche poco plausibile che un estraneo come Dylan venga ammesso nella stanza di un paziente in rianimazione. Né si capisce bene quando avrebbero visto la trasmissione di cui parlano, o per meglio dire quando questa sarebbe stata mandata in onda: a senso, Dylan incontra Ellen in ospedale il giorno successivo a quello del ricovero, e non è particolarmente credibile che nel giro di (meno di) ventiquattro ore sia già stato realizzato un programma televisivo con la ricostruzione della strage in casa di Charles.
Un'ulteriore e decisamente più grave perplessità riguarda il comportamento dello stesso Dylan: se già a pagina 46, dopo aver perquisito l'abitazione di Charles, ha praticamente capito che è stata Ellen a uccidere Julia e Rose (di fatto è quello che dice a pagina 96), perché aspetta tutto quel tempo per confrontarsi con lei? E soprattutto, com'è che nel frattempo ci va pure a letto? A meno che Manfredi non volesse farsi perdonare per aver mandato in bianco Dylan nel precedente "I giorni dell'incubo"...