Cravenroad7

Un Bell albo riletto a distanza 23 anni.

Gran bella storia adulta, malata e disturbante!

Non capisco come fate a lamentarvi sempre di Freghieri...
È a mani basse il migliore disegnatore della Serie
Questo albo non è la sua migliore prova (Sogni e Avvadde Domani sono insuperabili), ma le sequenze oniriche sono stupende
Ottimi i personaggi, è il migliore a disegnare Dylan e le donne...
Storia sceneggiata male, ottimo soggetto
Voto complessivo 7.5

la porta dell'inferno
forse non è una storia da 9, è una storia imperfetta, ostica per chi apprezza solo le bambinate chiaverottiane
manfredi mette mano al personaggio, groucho non fa ridere ma partecipa, a modo suo, all'indagine, e perfino la risolve
anche dylan è molto concentrato sul caso, elucubra su simboli e teorie, più eroe che antieroe, addirittura in una scena salva madre e figlio da un incendio come superman
fa anche fare una brutta figura agli inquirenti che non capiscono subito che i bambini vengono tutti dalla stessa classe
la storia è molto verbosa ma gli argomenti su cui ci si focalizza, alla fine, sono pochi (ma buoni)
storia dura con un maniaco che uccide bambini e un rapporto forse incestuoso sulle note dei doors
disegni perfetti per una storia imperfetta che a me piace molto
copertina non male

voto 9

Riconosco in quella vaga ma innegabile sensazione perturbante a cui fanno cenno diversi commenti la mia reazione iniziale alla lettura dell'albo. Dopo averlo riletto, però, mi viene da sospettare che la causa principale di questa sensazione fosse la copertina di Stano, con quel taglio di luce drammatico e due spettri urlanti che sembrano veramente essere risaliti dall'inferno dantesco, che creano un effetto molto più inquietante di quanto Freghieri sia in grado di evocare con il suo stile (che comunque qui è ancora una delizia per gli occhi). Comunque meglio, da questo punto di vista, rispetto a "I giorni dell'incubo" -ma non abbastanza da rendermela memorabile, purtroppo.

Indubbiamente, gli elementi per dar vita a una storia ancora più disturbante c'erano: simboli esoterici, satanismo, bambini uccisi, spettri tormentati, suggestioni incestuose... Ma, dopo un buon inizio, si tende con troppa frequenza a ricadere nel peccato della prolissità e della, per così dire, sermoneria -si legga/veda, ad esempio, il dialogo tra Dylan ed Ellen alle pp. 36-37. Tra l'altro, questa è la prima scena in cui compaiono insieme, e lascia un paio di perplessità: non solo non li vediamo mai incontrarsi e/o presentarsi, ma è anche poco plausibile che un estraneo come Dylan venga ammesso nella stanza di un paziente in rianimazione. Né si capisce bene quando avrebbero visto la trasmissione di cui parlano, o per meglio dire quando questa sarebbe stata mandata in onda: a senso, Dylan incontra Ellen in ospedale il giorno successivo a quello del ricovero, e non è particolarmente credibile che nel giro di (meno di) ventiquattro ore sia già stato realizzato un programma televisivo con la ricostruzione della strage in casa di Charles.
Un'ulteriore e decisamente più grave perplessità riguarda il comportamento dello stesso Dylan: se già a pagina 46, dopo aver perquisito l'abitazione di Charles, ha praticamente capito che è stata Ellen a uccidere Julia e Rose (di fatto è quello che dice a pagina 96), perché aspetta tutto quel tempo per confrontarsi con lei? E soprattutto, com'è che nel frattempo ci va pure a letto? A meno che Manfredi non volesse farsi perdonare per aver mandato in bianco Dylan nel precedente "I giorni dell'incubo"...

Una storia bella, ma pesante, non si riesce mai troppo a smorzare il clima fortemente insano che la permea.

7,5

SPOILER

Buonasera,
ho apprezzato tutto di questa storia: l'intreccio, i protagonisti e il finale, un po' scontato ma efficacemente inserito. Questo è ciò che cerco in Dylan Dog: indagine, mistero, riferimenti culturali, soprannaturale e azione. Groucho, inoltre, è al massimo della forma, fino ad intuire che il Serial Killer fosse un insegnante (per ragioni del tutto errate).
Una certa pesantezza nei dialoghi e monologhi.

Voto: 8

Il personaggio di Charles Gibbs e quello di sua sorella bucano il video. Il loro creatore si chiama Gianfranco Manfredi, monumento del fumetto, della narrativa e persino della musica. "La porta delll'Inferno", albo a cui spetta il duro compito di succedere al fatidico 100, è un piccolo capolavoro. A rafforzarlo abbiamo un Giovanni Freghieri all'ora davvero in stato di grazia e che non ci mostra per una volta le sue classiche bellone stereotipate.
L'albo è un thriller, distante dal mondo dei mostri in cui si imbatte spesso Dylan Dog, ma nel suo genere (che di lì in avanti produrrà parecchie storie mediocri) funziona. Una splendida storia di routine, con ottimi dialoghi, specie quelli tra Dylan e Bloch. Persino Angelo Stano lascia il segno con la copertina. Da rileggere.