L'ho letto ieri, alla fine ho ceduto.
E mi è abbastanza piaciuto. L'ho trovato in linea con le cose buone della Barbato degli ultimi anni, quindi niente per cui entusiasmarsi troppo, ma comunque una lettura potabile, a tratti godibile, con qualche dialogo azzeccato (e altri no, va detto).
Sì, l'inizio è quel che è. Però avendo letto il topic mi aspettavo perfino peggio: sarà perché ero preparato, sarà che le idiosincrasie del dylan barbatiano mi sono familari, fatto sta che mi pare che nel suo complesso, pur nella sua stranezza, la sequenza iniziale funzioni. A raccontarla fa cadere le braccia, ma insomma, la nostra Barbie ci sa fare, e a leggerle quelle pagine non sono poi così tremende. La caratterizzazione di Rania... be', a conti fatti ha senso. Un po' umorale, va da sé, e qua e là sopra le righe, ma tra le mani della Barbato Rania è un personaggio che possiede una certa vitalità. Poi sviluppo e conclusione della vicenda sono piuttosto ben strutturati; l'ultima parte mi ha fatto pensare addirittura ad alcuni racconti di Ray Bradbury (si parva licet...), uno in particolare (non vi dico qual è ma si trova in
L'uomo illustrato).
I disegni sono ottimi: vero che Martinello carica molto le vignette e le riempie di dettagli, ma mi pare che la leggibilità e la scorrevolezza della lettura non ne risentano mai, quindi non ho nulla da rimproverargli.
Un albo più che decente, a conti fatti. Non rimpiango di averlo letto.