Cravenroad7

una vera meraviglia, da incorniciare.

Mah, a me Martinello proprio non piace.
Lo trovo barocco, sofisticato, pesante. Rallenta la lettura saturando ogni vignetta.

ma ha anche dei difetti

Sono d'accordo su ogni punto. Stesse impressioni.

Storia brutta e noiosa. Come qualsiasi sua cosa pubblicata negli ultimi dieci anni, ad essere buoni.

tanta roba

Ve l'ho detto che il suo profilo IG è una miniera continua!

A me piace molto, ma credo sia più portato al (dark)fantasy, v. Dampyr.

A parte le difficoltà coi marmocchi, manca di una certa "pulizia" nella tensione da thriller-horror vero e proprio. Inoltre oscilla troppo nelle fisionomie dei personaggi, sboccando verso un registro non credibile, perché passa facilmente dal semi-caricaturale grottesco delle sagome da striscia, al realismo iper-drammatico nei primi piani.

ma solo io ho notato un omaggio al grande Maradona?

L'ho letto ieri, alla fine ho ceduto.

E mi è abbastanza piaciuto. L'ho trovato in linea con le cose buone della Barbato degli ultimi anni, quindi niente per cui entusiasmarsi troppo, ma comunque una lettura potabile, a tratti godibile, con qualche dialogo azzeccato (e altri no, va detto).

Sì, l'inizio è quel che è. Però avendo letto il topic mi aspettavo perfino peggio: sarà perché ero preparato, sarà che le idiosincrasie del dylan barbatiano mi sono familari, fatto sta che mi pare che nel suo complesso, pur nella sua stranezza, la sequenza iniziale funzioni. A raccontarla fa cadere le braccia, ma insomma, la nostra Barbie ci sa fare, e a leggerle quelle pagine non sono poi così tremende. La caratterizzazione di Rania... be', a conti fatti ha senso. Un po' umorale, va da sé, e qua e là sopra le righe, ma tra le mani della Barbato Rania è un personaggio che possiede una certa vitalità. Poi sviluppo e conclusione della vicenda sono piuttosto ben strutturati; l'ultima parte mi ha fatto pensare addirittura ad alcuni racconti di Ray Bradbury (si parva licet...), uno in particolare (non vi dico qual è ma si trova in L'uomo illustrato).

I disegni sono ottimi: vero che Martinello carica molto le vignette e le riempie di dettagli, ma mi pare che la leggibilità e la scorrevolezza della lettura non ne risentano mai, quindi non ho nulla da rimproverargli.

Un albo più che decente, a conti fatti. Non rimpiango di averlo letto.

Mi accodo grossomodo al commento di rimatt. Albo non certamente indumenticabile, ma di sicuro una lettura gradevole e che scorre fino alla fine.
Martinello ottimo.

Paola Barbato ha senz'altro scritto di meglio.

"Giochi innocenti" mostra in copertina un Dylan Dog che sembra amputato della gamba sinistra e una Rania in posa ipersexy stile locandina cinematografica di un blockbuster anni 90.
Cavenago perdonato, come pure Martinello, che a mio avviso non cade nel grottesco, anche se i suoi demoni sono un po' surrealisti. Meglio sui primi piani, molto espressivi.
La storia in sé è un tranquillo thriller con elementi soprannaturali. Meno cervellotico di tante storie della scrittrice milanese e meno stupefacente di quanto lo abbia descritto Recchioni a pagina 4.


Belli i dialoghi tra Carpenter e Rania, più che quelli con Dylan. Brutte le battute di Groucho, tranne quella su Dio. Ma negli albi della Barbato il baffuto assistente è sempre abbastanza marginale e piatto. Storia sufficiente al pelo, e manca pure Bloch, il personaggio preferito della Barbato.

Non al livello del precedente numero di Ambrosini ma tutt'altro che disprezzabile. E' dal numero 400 che sto cercando un numero che mi faccia rimpiangere i quaranta minuti buttati nella lettura ma, a parte una certa noia nel 401 e il 412 che proprio non mi è piaciuto, non l'ho ancora trovato. Non nascondo che questo fatto mi irriti profondamente, neanche la trilogia del Buio è riuscita a farmi storcere il naso quindi, o sono andati i neuroni, oppure devo ammettere con una certa dose di fastidio che adesso i conti tornano (e non parlo di Ambrosini). I due personaggi più odiati della storia di Dylan, pur continuando ad essere piuttosto antipatici, hanno trovato una quadra e la presenza-tormento-rimpianto della ex aggiunge connotazioni psicologiche al personaggio che non stonano ne amplificano anzi le debolezze, i dubbi, le contraddittorietà. Quest'albo in sé, a parte gli ottimi disegni (per quanto alla lunga un po' "asfissianti") non aggiunge nulla di particolare alle fiabe nere di Dylan Dog, però (dialoghi a parte) è sceneggiato con indubbio mestiere e miscela abbastanza bene la parte da thriller psicologico a quella più visionaria e, con il tanto soprannaturale-baraccone visto in passato, o abilmente evitato ai tempi di Sclavi, direi che non sia affatto un demerito. La parte più interessante del tutto resta Morale della favola, saremmo sul "discreto", in assenza del quale ho votato "buono" seppur un po' abbondante. Attendo comunque ciofeche, mi mancano, so che arriveranno, non può essere l'albo di Bilotta quello che mi è piaciuto finora di meno degli ultimi 15 letti, non deludetemi!