Cravenroad7

Dopo i primi tre giganti, una grande delusione. In generale, 4 storie più o meno godibili che valgono un 7 all'albo.
Cronache di straordinaria follia è una buona prova del Chiave, sicuramente migliore dell'altra verbosissima storia lunga (Delitto a passo di danza, molto ben disegnato da Freghieri). Le due brevi sono godibili senza essere capolavori: Era morta ci regala un detective grandioso che oserei definire sclaviano, Il vicino di casa è una storia molto divertente con un raro -ma da me apprezzato- Riboldi, dal tratto adatto alla comicità della storia.

Questa è l' unica storia che non mi è molto piaciuta del gigante... anche perchè non l' ho capita molto... chi me la spiega brevemente ?

questa quale?

La prima...

Posso confessarvi una cosa ? ( non delle mie...i miei peccati sono inconfessabili e non hanno assoluzione ).
A me "Il Vicino di Casa" non è mai piaciuta.
Ma proprio mai.

Appoggio. Posso confessarvi una cosa? A me non piace proprio tutto il volume.

Non avrei voglia di confessionali o avemaria comminate...
... ma di questo Gigante trovo riuscite soltanto le brevi, per ragioni diverse. Una per oscurità, l'altra per leggerezza.

Chiaverotti polpettonizza nel lacrimevole uno spunto di partenza mica male, ricordando certe tonalità "alla Brendon".
Peccato perché l'orrore delirante non girava a vuoto, e Venturi rimane sempre un grande .

Il gialletto danzato è molto più dignitoso di altre cose simili viste in seguito.
Però non graffia. Né diverte. Troppo lineare nella sua coralità, per quanto l'ambiente teatrale sia reso abbastanza bene .

A me comunque dispiace che la testata sia stata soppressa, con un taglio netto (alla nuca)... mentre i Maxi triplicati come l'idra.
Era un contenitore più che vario/valido, per quanto scomodo e costoso .

ALOHA AI NANI
(sulle spalle dei giganti?)

Per me un Gigante da 7, grazie soprattutto alle due brevi; quella di Ruju è particolarmente riuscita, un piccolo gioiello.
La prima storia ha i pregi e i difetti di molte storie del Chiave: trovate geniali e buchi di sceneggiatura; ma è comunque sopra la sufficienza, merito anche dei bei disegni di Venturi.
Quella di Manfredi non mi è mai piaciuta, tanto che non la ricordo quasi per nulla.

A me sono piaciute tutte le storie più o meno, classificando:
1 Cronache di straordinaria follia;
2 Era morta;
3 Il vicino di casa;
4 Delitti a passo di danza.

GIGANTE N°4 - CRONACHE DI STRAORDINARIA FOLLIA


Rieccomi qua dopo una pausa più o meno lunga per impegni di lavoro. Stavolta mi sono dilettato nelle quasi 300 pagine di questo gigante. Il quarto, firmato Chiaverotti, Sclavi, Manfredi e Ruju e disegnato da Venturi, Stano, Freghieri e Riboldi.
Concordo con chi dice che le brevi di quest'albo sono migliori delle storie lunghe, troppo confusionarie e sconclusionate (anche se Delitti a passo di danza non mi è dispiaciuta nel complesso!), soprattutto Era Morta è un gioiello di Sclavi che qui in veste Chandleriane mette in mostra tutta la sua passione per il noir vecchio stampo, il personaggio di Channing è grandioso. Anche Il vicino di casa è molto divertente e pone in attenzione la figura di Pasquale Ruju, al suo esordio assoluto in un Dyd.
Il neo, per me è costituito proprio dalla storia principale, visto che da il titolo all'Albo. "Cronache di straordinaria follia" non l'ho trovata poi così tanto straordinaria...si insomma è la solita Chiaverottata rielaborata cercando di darsi un tono e una complessità di trama che alla fine si va a perdere nella seconda parte (come molte sue storie). Oltretutto veramente confusionaria e implausibile alla fine.
Delitti a passo di danza non un capolavoro ma sicuramente più originale, più divertente da seguire e non così scontata alla fine, anche se pure in questa si buttano in mezzo 20 personaggi diversi che servono proprio per confonderti le idee.

VOTO FINALE: 3,5/5

Questa volta sono quasi perfettamente allineato con l'opinione media del forum: dietro la meravigliosa copertina di Stano, si celano due storie brevi decisamente folgoranti e due storie lunghe variamente altalenanti.

L'omaggio chandleriano di "Era morta" è esilarante e malinconico come solo il miglior Sclavi sa essere, e tra le ombre del noir Stano si trova perfettamente a suo agio; mentre "Il vicino di casa" ha l'unico (ma ingombrante, ancorché involontario) difetto di aver illuso moltissimi di noi sulla bravura dell'autore, o perlomeno di averci convinto che Ruju sarebbe stato in grado di confermare anche sulla serie regolare la brillantezza e l'asciuttezza di questo piccolo capolavoro. (Disclaimer: a breve comincerò a rileggere le sue storie dylandoghiane, sperando in qualche rivalutazione -al momento attuale, di tutti i suoi albi conservo davvero pochissimi ricordi.)

"Cronache di straordinaria follia" è quel tipo di storia (come lo Speciale "Il Monastero" e come la sua ultima storia pubblicata su un Dylandogone, "L'ultima mutazione", uscite l'anno seguente) in cui si ha la sensazione che Chiaverotti sia andato avanti più o meno a braccio: se da un lato dimostra di saper ancora creare immagini decisamente efficaci -il letto pieno di serpenti, l'omicidio/suicidio con la spada, l'uomo aggredito dalle api, gli infermieri col volto brulicante di vermi-, dall'altro il suo evidente divertimento nel dar forma e vita alle ossessioni dei suoi personaggi lo conduce a trascurare la trama, col risultato di giungere a una conclusione frettolosissima (fin troppo comodo l'espediente della confessione trovata sul diario di Nick, simile all'escamotage conclusivo di "La sfida") dopo aver disseminato la storia di vari buchi narrativi e logici: non viene spiegato perché Dylan dovrebbe vedere questo David Parker, o come entri nella mente della bambina (tra parentesi, non credo sia semplice sottoporre a ipnosi una persona catatonica...), o ancora in che modo Nick scelga le sue vittime, dal momento che a parte James non lo si vede aver contatti con nessuna di loro. Ah, e chi sarebbe (e che fine fa) la donna che vede il suo funerale? Fin troppo ingombranti le citazioni kinghiane, e neppure lo stesso Venturi mi convince del tutto -alcune espressioni mi sembrano fin troppo teatrali.

"Delitti a passo di danza" introduce nell'universo di Dylan Dog due elementi piuttosto inusuali, il ballo e il feuilleton (adozioni, bambini scambiati in culla, segreti e meschinità, agnizioni...). Qualcuno l'ha accusata di verbosità, e... be', difficile dargli/le torto: a volte verrebbe voglia di ricordare a Manfredi l'antica regola aurea degli sceneggiatori americani -show, don't tell! (si veda pag. 177: "Uno degli aspetti più inquietanti di questa vicenda è l'assoluta meschineria dei protagonisti!" -che non solo è un modo piuttosto goffo e fin troppo letterario di rendere i pensieri di Dylan, ma è anche una cosa che il lettore ha già notato da diverse pagine)-, anche se qui il problema mi sembra meno grave rispetto a buona parte delle altre sceneggiature dylaniane dell'autore.
In sintesi, un giallo con pochi brividi, ma se non altro condotto con una certa grazia e sapienza narrativa -ovviamente, ci sono così tanti personaggi e potenziali colpevoli che l'ipotesi del fantasma svanisce quasi subito; salvo venire recuperata, con un tocco elegante, nel finale. Carino anche il Dylan gentiluomo, che a dispetto di condizioni pressoché ideali (una donna giovane e in cerca d'amore, la notte, l'oceano...) decide di rinunciare all'ennesima conquista.

cronache di straordinaria follia
storia tradizionale di chiaverotti, una classica carrellata di incubi, old boy puro e duro, stephen king, lo shining hotel e la strizzacervelli di mister fear, la riccioluta christine
abbiamo il vocabolario folle (samarcanda è l'antesignano di geronimo), la bimba terrorizzata dalle punture, gli amanti allo spiedo, la cicciona, la versione dylaniana della gag di paperino con il rubinetto che sgocciola e dylan che finisce al manicomio, un pò come zagor nel kandrax chiaverottiano, e riesce a liberarsi con la stessa facilità di zagor, peraltro...
è un caso rarissimo di chiaverotti senza controfinale, ma il finale mi sembra sempre la parte più debole del racconto, un pò forzato, vedi "la governante" di manfredi
i disegni di venturi sono buoni... dato l'andazzo attuale, voglio rivalutarla, come del resto ho rivalutato "il gioco del destino"
copertina bella

voto 6+

era morta
lo apprezzata molto di più adesso rispetto a prima, una fulminante e surreale presa in giro dei film di bogart, direttamente dalla golden age sclaviana
battute a raffica, impossibile citarne una in particolare, quella dei negracci oggi forse non si potrebbe più scrivere
faraci proverà a fare qualcosa di simile con il grande sonno sempre con stano, ma non è lo stesso

voto 8

delitti a passo di danza
anche qui alzo considerevolmente il mio voto, ma la mia rivalutazione arriva da lontano, era già cominciata qualche anno fa, ora si è solo completata
è un giallo simpatico, con una buona atmosfera, un velo di malinconia freghieriana, ad esempio pagina 181 e 182 sembrano provenire dal miglior dylan dog
buona l'idea di far vestire i panni del cattivo a fred astaire, fa sorridere in particolare la scena in cui spezza le gambe al giovane sostituto con gli astanti che non muovono un dito
dylan non è il granitico indagatore di "la porta sull'inferno", va addirittura in bianco, anche se alla fine a lui spettano gli onori e gli oneri dello spiegone
buono anche groucho fino a quando compare in scena, manfredi non ha mai avuto grande confidenza con il personaggio

voto 7

il vicino di casa
la storia di esordio di ruju è ritenuta un pò da tutti una delle sue migliori storie di dylan dog, effettivamente è simpatica, senza esagerare...
abbiamo le didascalie che in futuro faranno la fortuna di un gioiello sottovalutato da riscoprire come "la casa dei fantasmi"
c'è quasi la stessa maestria sclaviana nel sintetizzare la vita di un personaggio, con dettagli gustosi (la geometria, la balistica)
un simpatico metafumetto che ripercorre la vita editoriale di dylan e conclude un buon gigante

voto 7