Cravenroad7

Porretto-Mericone sante subito. Una delle migliori storie di quest' anno, impreziosita dai disegni di Armitano. Ottima, sia che si vogliano considerare oppure ignorare le chiavi di lettura metafumettistiche.

Le prime due,invece, classiche storie da maxi tutto sommato gradevoli.

Voto complessivo buono, arrotondando per eccesso

Queste tre storie faranno felice chi rimpiange i tempi di Ruju e Gualdoni.
C'è qualche omicidio, c'è Dylan che indaga, c'è Bloch che fa l'ispettore, in due casi su tre c'è la solita improbabile maledizione che spiega tutto.
Solo la terza storia si concede qualche piccola variazione rispetto al tipico canovaccio da gialletto/horror, aggiungendo dei parallelismi con le vicende presenti e future della serie regolare. Fra le tre, mi sembra anche quella meno noiosa e scritta meglio.

Dei tre disegnatori, l'unico che riuscirei a distinguere è Camagni. Una volta con un paio di vignette riuscivo sempre a indovinare il disegnatore, oggi è diventato più difficile.

acquisto sconsigliato. arriva alla sufficienza solo l'ultima storia. spero di non rivedere più il disegnatore della prima storia...e spero di vedere un camagni che si impegna di più in futuro.

Seguono S P O I L E R:

Halloween a Northwood: Non brilla per originalità questa storia, ma l'ho trovata piacevole da leggere, con un discreto utilizzo dei personaggi: Dylan e la sua fiamma della puntata, Bloch e Jenkins, Groucho. Voto: 6 +
I disegni non mi sono piaciuti.

Il nuovo mondo: Questa di Secchi m'è sembrata davvero brutta. Dopo un passabile inizio dylaniato classico con omicidi estemporanei e inspiegabili, si passa ai cliché delle storie più loffie della serie, tra cui un terrificante spiegone che dura pagine, situazioni ridicole (l'assalto degli ultras all'ospedale), un Dylan vittima degli eventi e che si salva con la classica e stantia botta di fortuna. Voto: 4,5
Un Camagni al risparmio, basta vedere i capelli di Groucho

Ti amo, Dylan!: Le due sceneggiatrici giocano col fuoco , ma non si scottano, anzi sfornano la migliore delle tre e del periodo. Storia ricca di situazioni inquietanti, compreso il finale. Ricca anche di ironia metafumettistica e con qualche strizzata d'occhio su quando accade/accadrà sulla serie regolare. Il piromane si chiama Robe, ama Dylan ma vuole bruciarlo o vuole bruciarlo proprio perché lo ama, vuole bruciare i residui (superstiti) del passato, ecc.
Ha il difetto di essermi sembrata a tratti un po' caotica, ma forse è colpa anche dei disegni di Armitano.
Voto: 7,5

Voto complessivo al Maxi, facendo una media: Accettabile.

Per me i singoli voti, nell'ordine, sarebbero: 5,5 - 5 - 8,5.

La media aritmetica sarebbe 6,33 ma in virtù dell'ultima storia ho alzato a buono.

trovato sabato, il mio edicolante mi diceva che a parte Tex, tutti gli albi Bonelli erano in ritardo di circa una settimana, quindi direi che anche il CF si beccherà a cascata questo ritardo (infatti non c'era)

Per cui si salvano solo le spunky girls P&M .
Eccher e Secchi si confermano delle mezze sòle, come già nelle loro precedenti prove sull'inedito.
Da notare la bravura del Rrobe e del resto della redazione nel reperire nuove firme talentuose per la serie, disegni a parte. Forse ci ha azzeccato a metà solo la (discutibilissima) Contu, mentre l'unico sulle righe in positivo, tale Casali, si è estinto dopo un singolo albo .

Se per salvare la patria con una storia da 7 per (quasi) tutti bisogna ricorrere al vecchiardo De Nardo... allora si ha l'ennesima conferma che tutto ciò che riguarda le new entries per i nuovi cicli sia sul medio livello patacca-fuori-luogo, sull'inedito e non solo.

ALOHA GIOVANI PROMESSE
...DA VENDITORE DI TAPPETI

Votato accettabile.

Ho preferito la prima, piu solida rispetto alle altre due. E horror.


SPOILER
Nella seconda c'è un trucchetto abbastanza evidente nel far incontrare DD e l'assassina.
La terza è la solita ennesima storia dove Dylan non è l'investigatore ma l'investigato. Troppo facile...

Ho letto finora sola la prima, e anche le altre m'invogliano poco a dire il vero




Non vado oltre un 6 striminzito, anche se a conti fatti è la meno peggio di quelle scritte da Eccher sino ad oggi... ed è tutto dire sullo spessore banalotto e non-oltre-che-teen dell'autore.

Carino il meccanismo degli scherzetti, ma in pratica tutto si spegne già intorno a pagina 66 quando Dylan inciampa sui regazzetti, e allora lo grida pura lui che "il caso è risolto", mettendo nel sacco l'oggetto maledetto. Amen: da qui in poi lungo spiegone in flashback con omaggio a Michael Meyers ettantobasti, con conclusione ultra-affrettata attorno ad un fuocherello .

Non sapevo degli anelli dalle ceneri, ma gli svizzeri in cose macabre per lucrarci sopra sono da secoli leader impareggiabili. Ne chiederò uno dalle reliquie trafugate di qualche santo per scatenare un'asta online. Eccessiva per ingombranza la fidanzatina - siamo ai limiti della pedofilia - di turno, più in palla i siparietti tra Jenkins e Bloch, ma alla fine servono solo per diluire la sceneggiatura. Tutto sommato non ci sono cose particolarmente irritanti né i dialoghi sfociano in sparate retoriche da denuncia.

La cosa che mi lascia più titubante sono i disegni: non capisco la personalità del tratto di Des Dorides, certe volte mi sembra un mancato architetto - gli interni delle case sono disegnati con cura maniacale - certe altre passa al lugubre da apologo espressionistico - la storia del figliol balordo (pp.74-89). Ad ogni modo in gran parte della storia lo stile è troppo freddo e preciso nel rimarcare il passaggio netto tra bianco e nero, con scarso tratteggio, quasi cine-fotografico. Visi troppo squadrati, Bloch con la pappagorgia da otaria, Dylan inutilmente ringiovanito, i regazzetti sembrano ventenni, a parte l'altezza e quello panzuto.

Insomma tra dolcetto e scherzetto, come inizio del Maxi mi sembra una caramella per diabetici rifilata col sorrisetto di un distributore automatico.

lette le prime due storie, la prima è piuttosto banalotta ma carina, direi che alla sufficienza ci arriva, la seconda invece ha uno spiegone infinito più un altro spiegone ancora verso la fine che mi ha affossato di brutto...

ci sono ovviamente spoiler...



Anche Secchi qui va un po' meglio che nelle secche del suo nojosissimo inedito sulla "famiglia", ma a conti fatti la storia s'incaglia su diversi punti, e ci fa una figura minore rispetto alla prima, già non proprio entusiasmante, di Eccher. Peccato, perché a differenza di Eccher che vive di uno spunticino arido portato alle lunghe, qui l'autore dimostra invece di avere qualche idea interessante - v. complotto dormiente delle tate, sms subliminali, esotismi tribali horridi, etc - ma nell'insieme la sceneggiatura soffre di diversi scompensi e toppa in più punti.

Bene le morti "insensate" al dente o lo stato d'ipnosi degli assassini rinchiusi, mentre abbastanza idiota l'idea che Dylan debba fare da parafulmine-deviatore d' attenzione per Bloch (e da lui ingaggiato) in tempi di tensioni cittadine. Non male i dialoghi, e Groucho abbastanza in tiro.
Il problema è che tutto si affossa dopo la (bella) sequenza dei suicidi coi graffiti insanguinati (pp.138-43). Da lì in avanti si procede solo con gli squarci delle manifestazioni/tafferugli in città o coi due spiegoni in serie in cui Dylan viene coinvolto. Il primo illustrativo di tipo etnografico-accademico, piuttosto antipatico come chi lo pronuncia dall'alto della sua cattedra da ordinaria... ma in fondo necessario per introdurre il lato tribale della minaccia di Yura dai Caraibi... un totem/feticcio a cui basterebbe abbassare le orecchie per sembrare un ca**one
Il secondo, che poi è il nocciolo della storia, troppo dilungato sulla retorica post-colonialista di Janet, e la sua voglia di rivalsa contro l'imperialismo occidentale delle multinazionali bruttecattivecapitaliste. In questa fase salvo solo l'incubo fanciullesco della (presunta) tata plagiante, abbastanza buono (pp.166-71), con tanto di denti da latte persi in età adulta.

Per concluder, Dylan come sempre inerme e raggirato - e ancora una volta drogato nel giro di un mese, dopo il CF, con qualche intruglio nel tè - che come nella storia di Eccher deve sperare in una fiammata risolutiva per cavarsi dai pasticci: qui una molotov, lì un caminetto. Decorativa fino al riempitivo la carrellata di cadaveri (pp.187-92) che precede la coda velenosa col coreano malintenzionato via sms.

Camagni ai minimi storici, in netta involuzione... ma questa è una cosa che ripeto spesso da quando è traghettato su Dylan, rispetto ai fasti Napoleonici. La sequenza in cui Janet prende fuoco è quasi imbarazzante. Apprezzabili le scene in clinica, l'incubo di Dylan molto Stano-friendly, e la parata finale di cadaveri di cui parlavo poco sopra.

Ci sono alcune cose che non quadrano nei dettagli: a p.118 Bloch dice che il dentista è stato ucciso da un trapano, mentre vediamo che l'arnese utilizzato dalla tipa è un altro. A p.159 Janet dice di non avere un telefono (manco cellulare! ) in un'agenzia di collocamento aperta al pubblico... cosa piuttosto inverosimile... e infine la presunta "crisi" di questa agenzia per tate/colf mi sembra un po' fuori dal tempo, recessione a parte, perché mai come di questi tempi, soprattuto nei paesi anglo-nordici, si fa un uso spasmodico di collaboratrici familiari di vari matrici etniche (magari sottocosto, mica le governanti col frustino britshmade), perché entrambi i genitori sono stra-impegnati nel lavoro, o talmente viziati/incapaci da necessitare sempre un apporto in casa per tirare avanti nell'economia domestica e nella crescita dei pargoli .

Avevo criticato in una delle loro ultime storie per il Maxi l'eccesso di volti riconoscibili tratti dalla realtà e l'enfasi grottesca del tutto, che secondo me sprecava una storia valida, poi con estrema gentilezza ho dialogato in privato con una delle due sceneggiatrici, che avevo contattato per complimentarmi per Il lago nero, e mi ha spiegato il loro punto di vista e le motivazioni che le avevano spinte per certe scelte. Persona cortesissima e con la quale si può dialogare, chiedere lumi e criticare, purtroppo mosca bianca al giorno d'oggi.

Adesso mi verrebbe da ricontattarle per capire quanto gli interventi meta-tutto inseriti in "Ti amo Dylan fossero loro e quanto un po', ehm, imposti per far dialogare il Maxi con la serie regolare. Non mi ha fatto impazzire come storia, ma dimostra la loro abilità e mi chiedo se non sarebbe stata meritevole, con i giusti accorgimenti, di inserimento nella saga meteorica visti gli accenni al Baffo in flambè. Finale un po' alla "Carrie" film per un albo che si lascia leggere con buone immagini oniriche. La prima storia, nobilitata da ottimi disegni, mi ha lasciato per la prima metà confuso, poi si salva con un buon finale. Sulla seconda non so che dire. I disegni del napoleonico Camagni mi piacciono, la trama in sé boh, ricade nel filone di pipponi politici, per quanto condivisibili, appare un po' pretestuosa tutta la dinamica, ma devo dire che avrei votato "discreto" e se fossero usciti per tre mesi nella serie regolare non mi sarei stracciato le vesti. Rientrano in quel filone di lento miglioramento post 310, non fanno gridare al miracolo ma la loro mezzora di divertimento la offrono. Continuo a pensare che sarebbe stato meglio continuare così sulla serie e sperimentare nel Maxi un Dylan alternativo invece di fare l'inverso, tutto il vecchio impianto continuava ad offrire spunti e con sceneggiature decorose girava ancora bene.

Un maxi accettabile.
Tre storie carine e a loro modo particolari, non saranno ricordate a lungo di sicuro.
La prima diverte e l'idea funziona, peccato che la soluzione con

non sia all'altezza del resto. Belli i disegni!

La seconda parte bene poi la soluzione con dylan che finisce dritto nelle braccia del colpevole stona... forse la peggiore del terzetto.

Ultima che soffre per

Belli i disegni.


Voto accettabile, niente di memorabile ma una rilassante e divertente lettura.

letta anche la terza storia e mi accodo con chi dice che sia la più bella del lotto, nonostante sia l'ennesima storia su Dylan.