Non avrei scomodato Luchino Visconti per un titolo che sopravvaluta la storia.
Copertina in perfetto stile horror (Gigi Cavenago convince sempre più e non fa rimpiangere Stano) e una Paola Barbato ambiziosa (troppo). Forse stona il tratto naif di Casertano, ma in un certo senso ho visto nelle sue tavole un continuo con "Il Progetto" di Sclavi.
Le premesse sono ottime, a partire dal dibattito tv con l'interessante personaggio di Primorose che "asfalta" Dylan.
Scomodare un pensatore profondissimo come Pierre Teilhard de Chardin (tra l'altro rivalutato persino da Ratzinger) può portare a scottature. L'uomo noetico parte da Platone, ci sono secoli di filosofia e ridurre la discussione in una storiella splatter fa rimpiangere la Baraldi (almeno lei è sincera nelle trame teen). Ed è quello che succede alla Barbato. La setta è presentata bene, candida all'apparenza e crudele nei fatti. Come pensa Dylan, potrebbe essere la solita setta di pazzi. Non lo è, anche per il perverso gioco a cui sottopongono dei luminari.
Alla Barbato sarebbero servite circa 300 pagine, un Maxi intero. Il povero de Chardin si rivolterà nella tomba a sapere di essere trattato come un santone da 4 soldi.
Capisco il disagio di tanti. Scherzate con i fanti, ma lasciate stare santi (in questo caso gesuiti apocrifi).