Cravenroad7

Sì, gli piacerebbe. Ma Faraci che non riesce a fare Dylan Dog dove si avvierebbe con Mike Mignola?

La pistola di MM, il murchadna, stordisce... e infatti in Caccia alle streghe DZ si colpisce da solo e resta solo stordito.

Vedi autori attuali in casa Bonelli che saprebbero ricreare atmosfere alla Hellboy ?
Possiamo dire di essere fortunati ad avere autori del calibro di Boselli,Sclavi ( seppur minestra riscaldata ormai ), Ruju ma il resto della truppa ?

Scrive cercando di incontrare il favore del lettore ma senza piu´ inventiva ed estro, ormai...

Tipo Mignacco e Faraci che oramai non ce li leviamo piu´ di torno e che hanno fatto piu´ danni al fumetto italiano dei black block che hanno messo a ferro e fuoco Amburgo lo scorso mese....

Mignacco lo sappiamo tutti chi e´, Faraci e´ quello che ha fatto secco, senza colpo ferire, il Cico nolittiano e i dementi zagoriani tutti ad adorarlo e a fargli foto alle presentazioni..

A questo punto soltanto il Robbe potrebbe gestire un daryl zed mikemignolesco...anche se su di una cosa siamo tutti d'accordo, credo...il rischio cagata potrebbe essere altissimo!(-;

Faraci è perfetto per una serie che punta all'idiozia e ad un pubblico di under13 che non abbiano mai letto un fumetto in vita loro .

E dopo questa aspettiamo la mini sulla giovinezza scosciata della Trelko (Barbato?), quella sulle invenzioni di H.G.Wells (De Nardo?), quella sulle reincarnazioni di Mana Cerace (Chiaverotti?), quella sui vagabondaggi di Botolo (Ruju?), quella sulle visioni mistiche di Rania (Brosio?), e quella sulle ricette di Morgana (Clerici?).
Pensano (Airoldi?) che la SBE debba seguire l'esempio paninizzante della Marvel e dei suoi eroi, con miniserie a sbafo da spunti spin-off-ensivi verso qualsiasi lettore mediamente lucido, che non sia un puro nerd collezionista. Raggranellando spicci qua e là perché di personaggi che faranno "storia" per questa casa editrice, forse l'ultimo risale agli anni 90s... ad esser buoni.

Rimestare è il Verbo imperante. Se fossero davvero così in verve creativa ci sarebbe la fila per scrivere un inedito degno di questo nome, quando a malapena 1 su 4 merita di essere letto.

ALOHA GIOSAFATTE SALTERINO

A Faraci su Dylan perdono molto (non tutto, non quell'albo) in virtù de I peccatori di Hellborn, ma questa miniserie mi sembra davvero un azzardo.
Tutto sommato però, se non coinvolge direttamente il nostro Dylan, alla fine sarà del tutto innocua.
Forse lo sarà meno quella sul passato dei personaggi, cosa che già temevo ai tempi di Marcheselli, però anche questa almeno non dovrebbe riguardare serie regolare o Maxi, quindi basta limitarsi ad ignorarla.

Però seriamente la Bonelli mi sta dando un po' l'idea di quegli alberi che, sentendo l'approssimarsi del deserto, aumentano la produzione di polline.

Certo che hai citato proprio le cariatidi della Sergio Bonelli Editore
Per fortuna ci sono anche autori di alto livello, come Bilotta o Accatino.

Più che polline, tanto seme. Sterile. Onanisticamente



Bilotta il suo lo sta già facendo; non credo si farà coinvolgere in altri progetti collaterali.
Accatino è notoriamente un (lento) uccel di bosco, e non si può far affidamento su di lui per una (mini)serie tutta sua, anche come ideazione. Il cerchio si stringe.

ALOHA SON SEMPRE QUELLI...

Infatti su Bilotta e Accatino non si può far affidamento per una produzione costante e regolare sulla serie mensile, figurarsi per una miniserie di (o derivata da) Dylan. Il primo è più interessato al suo Dylan dello speciale (una delle pubblicazioni migliori della gestione Recchioni) o agli altri suoi personaggi (tempo fa se non ricordo male parlava anche di una ripresa di Valter Buio) e ricordiamoci comunque che sulla regolare non è che abbia scritto tutti capolavori
Il secondo fa dell'eccezionalità una delle sue caratteristiche. Mi ha dato l'impressione che appena si metta a scrivere un po' più di frequente, pur rimanendo positivo, cali in originalità. Certo rimarrei molto curioso e fiducioso circa un suo progetto dylaniato a lungo termine o qualsiasi tipo di collaborazione più stretta (come revisore di sceneggiature darebbe una bella mano, ma sarebbe sprecato ).
Alla fine saranno sempre quelli, più qualche Baraldi di turno... scommetterei su almeno un Di Gregorio per il passato di qualche personaggio.

Alla fine ci mettano pure chi si vuole, tanto dopo esser arrivati alla frutta, c'è sempre un bel digestivo per mandare tutto giù. Se penso che stanno mettendo - o minacciando ? - in cantiere una seconda serie per quell'obbrobrio di UT, dopo il "sucessone" dell'esordio, queste mi sembrano quisquilie, a livello di danni futuribili.

ALOHA UNA NE FANNO, CENTO NE PENSANO, NESSUNA RIESCE.

Ho fatto i primi due nomi che mi sono venuti in mente, non tanto in relazione a questo fantomatico spin-off ma per dire che, grazie a Dio, qualche ottimo autore è ancora rimasto in Bonelli, in mezzo a tutte le mummie che avete citato. Però, tanto per fantasticare, non mi sembra così impossibile che Bilotta o Accatino possano cimentarsi in un'ipotetica miniserie di 3-4 numeri.

Comunque non è solo una questione di autori, ma anche di linea editoriale: che piaccia o meno, la Bonelli impone dei paletti (più o meno rigidi a seconda della testata) ai suoi autori, ed è sempre più difficile riuscire a realizzare storie di qualità rimanendo all'interno di tali paletti. A questo proposito, il mio sogno è che prima o poi nasca una sorta di Vertigo bonelliana, una divisione della casa editrice che concili il fumetto popolare con una forte impronta autoriale, lasciando piena libertà agli sceneggiatori. Mercurio Loi potrebbe benissimo essere un fumetto "Vertigo all'italiana", per quello che abbiamo visto finora.

Se la Bonelli vuole crescere è quella la strada, senza dubbio.
Nel senso diversificare l'offerta, specialmente verso un pubblico più maturo, con un approccio più "scomodo" e meno popolaresco. Non voglio dire "fumetto d'autore", perché altrimenti si scatenano su altre meta-pippe in ansia di definizionismi tipo Graphic Horror Novel .
Non credo sia necessario aprirsi una succursale/divisione speciale tipo Vertigo. Basta ampliare l'orizzonte, e capire che se i ragazzini non li acchiappi più - troppo distratti da videogiochi, apps, social, etc - per i fumetti ci sono ancora i ventenni/trentenni spendaccioni di bocca buona.

Dare in mano Daryl Zed a Faraci significa navigare nella direzione opposta...verso il naufragio dichiarato

ALOHA ROBINSON CRUSOE

Il problema non sono i paletti, che ci sono sempre stati. Vedi Dylan Dog: 4 o 5 punti fermissimi all'interno dei quali un immenso spazio di manovra. I paletti non hanno impedito a Sclavi, Ferrandino, Chiaverotti di scrivere capolavori. Anzi possono essere un vantaggio, un'ancora d'appoggio per l'autore che voglia sbizzarrirsi con la fantasia senza perdersi nelle masturbazioni mentali.
Ora che questi paletti non ci sono più la serie è allo sbando totale.
E' difficile realizzare prodotti di qualità se a quarant'anni già non hai più un cazzo da dire.

Non voglio apparire nostalgico né un sostenitore a tutti i costi del fumetto autoctono, ma secondo me la Bonelli e il fumetto italiano in generale non hanno bisogno né di un Hellboy italiano né di una Vertigo all'italiana. Un personaggio che era un perfetto mix di Vertigo ed Hellboy, anche meglio dell'eroe di Mignola (che apprezzo, beninteso), ce l'avevamo già ed era Dylan Dog. Negli anni '80.

Quello che voglio dire è che non c'è bisogno, secondo me, di andare a imitare approcci e strategie editoriali dall'estero (fra l'altro, strategie che procedono ancora oggi ma con quale successo? La Vertigo in pratica è morta, mentre la Image attuale - di cui compro tantissimo e che produce fumetti splendidi - sopravvive grazie al successo di una manciata di serie, a cominciare da Walking Dead; il resto lo comprano in tre in tutti gli USA). Storicamente abbiamo tutti gli strumenti, e anche gli esempi, per continuare a produrre roba eccellente. Per dire, io non ci vedo niente di provinciale nel valorizzare il fatto che da noi, specialmente alla Bonelli, c'è una lunga tradizione di fumetti collocati in periodi storici particolari e ben documentati. Io lo trovo un elemento unico. Da svecchiare magari, da riutilizzare in modo diverso rispetto a quanto fatto in passato, ma è un'unicità. è vero che a volte questi approcci non sono coronati da successo (vedi Adam Wild, che secondo me era un bel prodotto), ma veramente vare la pena di convertirsi in massa alla strategia di una serie come Orfani, che alla fine non fa che recuperare un certo tipo di immaginario nerd americano senza dire o realizzare quasi nulla di inconfondibile o di unico?

Non credo si tratti di provincialismi. Credo che si tratti più di capire dove andare a colpire.
Un fumetto come Adam Wild - molto ben scritto e documentato, per carità - fedele fino all'osso all'ottica classica SBE non colpisce. Non vende. E non avrà seguito, c'è poco da fare. E non penso che i paletti glieli abbiano imposti ad uno come Manfredi: si è lui auto-impostato su quel canone editoriale.

La Bonelli ha tutto il potenziale per creare una tradizione "altra", senza scopiazzare nessuno - anche io sono profondamente avverso alla marvelizzazione auspicata da Airoldi - ma lo deve fare con le carte in regola per "colpire" un referente. Portandosi dietro delle nuove idee. Non necessariamente avverse al fumetto popolare, ma affini anche a strade nuove, che non siano una sbiadito rimestare su ciò che già sgocciola in carenza di stimoli, se non agonizzante - v. spin-off di Daryl Zed, buttato nel mucchio, o la riesumazione di Ut, un flop conclamato.


ALOHA NEW SERIES

Sì, sono d'accordo. Ovviamente è una questione complessa (c'entra anche un certo, apparente rincoglionimento del pubblico medio: qualcuno riuscirebbe a credere che un fumetto Corto Maltese, qualche millennio fa, in Italia era fumetto POPOLARE e PER RAGAZZI?) ma la strategie bonelliane attuali il problema non l'affrontano... Lo assecondano.