Beh... Non so che dire.
Inizio subito con quello che per me è l'aspetto più positivo.
Finalmente la Barbato ha lasciato perdere i tentativi di fare dell'umorismo!
Niente più emuli di
Baba Yaga!
Il lato meno positivo è che all'infuori dello splatter non c'è altro.
Nessuna invenzione, nessun personaggio che resti nella memoria, solo un sacco di banalità.
In pratica, l'equivalente orrorifico di un film porno, dove l'unica cosa che conta sono gli "atti"
Non certo la storia o i personaggi!
Sì, lo splatter può essere considerato divertente, ma all'interno di una trama poco articolata e assai prevedibile finisce col diventare ripetitivo.
seguono possibili
S
P
O
I
L
E
R
Il soggetto ibrida il risaputissimo filone delle "dimore maledette" con la situazione ideata da Antonio Margheriti (nei film
Danza macabra, Nella stretta morsa del ragno) del protagonista che assiste a massacri avvenuti nel passato senza poter fare nulla per modificare gli eventi.
L'idea di Margheriti era originale e geniale, ma risale al 1964!
Oggi, a distanza di 50 (diconsi
CINQUANTA) anni, è diventata un luogo comune. Senza qualche piccola invenzione (basterebbe poco: qualche personaggio ben caratterizzato, un po' di freschezza nei dialoghi, eventi secondari fuori dalla norma...) finisce per stufare. E' tutto troppo prevedibile e la suspense è pressochè assente.
Gerasi dà il massimo, ma gli sviluppi narrativi sono talmente scontati che la storia non cattura mai. Si può solo apprezzare (si fa per dire) la messa in scena dei massacri. Un po' poco...
La Barbato rischia di diventare per Dylan quel che Nizzi divenne per Tex: un autore di storie sempre più modeste, quando non imbarazzanti, capaci solo di far dimenticare quanto di buono era stato scritto negli anni passati.