dipintendoCita:
A parte l'inconsistenza del discorso, che non capisco dove vuole andare a parare, se cerchi un ammissione da parte di chi o è solo per fare polemica.
Scusa, ma quale inconsistenza? La testimonianza di ben tre autori bonelli che ammettono tutti con angolature diverse la reticenza della Bonelli di dare personaggi protagonisti (o comprimari) gay nei suoi fumetti ti sembra inconsistente secondo te?
Cita:
se cerchi un ammissione da parte di chi o è solo per fare polemica.
L'ammissione è, tra gli altri, di Antonio Serra, e mi sembra tutto tranne uno che ha detto le cose che ha detto solo per fare polemica.
rimattCita:
Rimane il fatto che, essendo un editore prudente, Bonelli evitava di pubblicare storie che potessero urtare troppo l'opinione pubblica. Ma lo faceva perché, in quanto editore, voleva evitare eventuali guai per la casa editrice, non perché fosse contrario a certi argomenti.
Ma vedi, se stanno cosi' le cose, comprenderei pure la scelta editoriale di non
parlare proprio dell'omosessualità, infatti come ho detto prima non trattando proprio l'argomento sei perfettamente politically correct e non fai torti a nessuno.
Quello che non si capisce allora è perchè dunque permettere si l'esposizione di personaggi gay, ma di farlo, nove volte su dieci solo come vittime patetiche, carnefici perversi o macchiette caricaturali. Se l'argomento è controverso, non lo tratti proprio, cos'è sta preferenza allora di considerare accettabili quasi sempre solo le caratterizzazioni negativi dei gay? Perchè la casa editrice pur non volendo affrontare il tema gay liberamente ha sempre lasciato filtrare senza problemi il sentire comune, specialmente quello retrogrado italiano, che vuole i gay come strani, tormentati, infelici, malati o macchiette? Lo stesso Serra ha ammesso chiaramente infatti che hanno dato sempre troppo spazio a luoghi comuni e clichè, trattando l'argomento con modi non solo superati ma addirittura offensivi (e questo non certo per volontà di Serra stesso visto che dice che gli è sempre stato impedito di trattare l'argomento in maniera libera e normale come dovrebbe essere).
Lo stesso Basili denuncia esattamente questo in proposito con Manfredi, che gli dà ragione, ammettendo che con questo approccio uno si fa "autogol da solo":
Ai lettori gay e lesbiche dà fastidio che il tema venga affrontato usando troppi cliché. Un autore può benissimo decidere di NON affrontarlo del tutto, legittimamente. Ma quando lo fa, perché tirare in ballo cliché addirittura offensivi? Meglio allora l’oblio: nel fumetto popolare si decide di non affrontare la sessualità, e basta così. Quando l’autore si accosta all’argomento così male, ci si arrabbia. e ancora
"Infatti anche questo indispone: l’unico gay rappresentato può essere quello malvagio e che magari fa una brutta fine, oppure quello ridicolo, la macchietta."Oltretutto continuo a non capire l'atteggiamento di chi mi critica che portando 5-6 albi di Dylan Dog con riferimenti puntuali e precisi, mi si dice che è impossibile fare una valutazione globale di come viene trattato l'argomento omosessualità nella testata, mentre invece se qualcun altro dà molto vaghi riferimenti di leggersi qualche numero di Mister No, allora quei vaghi riferimenti diventano il punto di riferimento universale di tutta la casa editrice Bonelli sull'argomento. Scusate, ma o non consideriamo i singoli e sporadici albi validi e non li citiamo affatto, oppure diamo il giusto peso che hanno pure la macchietta stereotipata di Sclavi di Occhio del Gatto, la killer repressa psicopatica della Baraldi o il prostituto patetico che si sente un mostro in Dopo Mezzanotte, sempre di Sclavi e via dicendo. Altrimenti qui stiamo a fare due pesi e due misure.
Che poi sempre a proposito di Mister No, è un albo che personalmente non conosco, ma ecco cosa dice dell'Orto a proposito di un suo numero in cui viene affrontata la tematica in
Giochi pericolosi:
Si muove collezionando un cliché scontato via l'altro, questa insipida avventura nella Cuba prerivoluzionaria, tanto che non è pensabile non trovarci il cliché del ricco, viziato, sfaccendato crudele e decadente omosessuale che mantiene e corrompe un adolescente, insegnandogli che la morale non esiste.
I due si divertono ad assistere, per puro spasso, alle torture dei loro prigionieri ma, insoddisfatto del vortice di piacere decadenti a cui l'ha iniziato l'amante, il riccio e bruno adolescente decide di provare l'emozione del tradimento.
Siamo di fronte a una specie di Genet rimasticato e predigerito per teste di coccio, insomma.
Ovviamente tutto ciò non potrà che finire male, e sia il ricco decadente che il riccio decadente verranno giustiziati (da agenti della Cia, scontenti dei loro intrighi politici che interferiscono con i loro).
La relazione fra i due non è mai raccontata in modo esplicito, ma è evidente dai loro gesti, dalla loro intimità, dalla famigliarità con cui il ragazzo tratta l'adulto, e dal fatto che il ragazzo sappia dove il suo partner tiene la pistola quando va a dormire (in un letto a due piazze).
Ciononostante, tutto è gestito deliberatamente in modo tale che un lettore particolarmente ottuso e quindi particolarmente omofobo potesse interpretare il rapporto fra i due personaggi come il rapporto fra un padre e un figlio.Insomma, in nessuna testata sono mai le cose rose e fiori come si vorrebbe credere.
Comunque sia, il topic è primariamente su Dylan Dog, per quanto sia utile citare riferimenti Bonelli extra-dylandoghiano, cerchiamo di attenerci a quello che è lo scopo principale del topic.
Lux