Cravenroad7

Gesù, questo è contorto pure quando scrive su facebook.

Non siete in grado. Statece.

Il signor punteggiatura, Ausonia. Anzi. Ausonia. anzi. ausonia.

Posto che odio i discorsi del tipo "poverini, non hanno gli strumenti cognitivi per decodificare la tal cosa", devo ammettere che Ausonia ha ragione su molti punti.

Per carità, molti dei frammenti riportati sono senz'altro esagerati, però ormai il rapporto tra autori e lettori si sta cristallizzando su posizioni troppo, troppo conflittuali. Per dire, mi è dispiaciuto molto vedere RKC sbeffeggiato, per quanto tutto sommato bonariamente, sulla pagina fb di Aka B. L'ho trovato sgradevole. Possibile che non esista nessun diritto di critica, o sei "con loro" o sei "contro"? Mah.

It's the web, baby .
A differenza dei precedenti media, questo consente all'autore di criticare il lettore sull'unghia...inteso come singolo caso personale, dettagli compresi, da spernacchiare strumentalmente.
Ci vuole un certo aplomb per gestirlo con stile, anche sui social/blog.
Ma la banda di regazzotti fighettamente alternativi nella boria ed auto-immuni a qualsiasi auto-critica che imperversa da questi lidi non mi pare ne sia capace, come nel rivedersi. Querelando chi traghetta opinioni come illazioni, o deridendo chi non ha il merito di pensarla come loro.

Un tempo Sclavi archiviava tutto con un sincero nuncerumpete.
Adesso chi prova a contraffare quell'espressione, vuole solo che non si rompano le righe dei propri fan schierati.

ALSO KNOWN AS BALLOHA

Io ho appena scoperto che esiste anche una piramide sociale del lettore...il lettore da edicola dovrebbe essere alla base, subito dopo quello che legge a scrocco...
La cosa che mi colpisce di più è constatare che ci sono anche lettori che sostengono queste corbellerie o forse a qualcuno piace sentirsi dare dello stupido.

Purtroppo non tutti riconoscono il genio. L'Italia è piena di talenti incompresi
Vado a leggere l'ultimo Zagor. Buonanotte.

santi numi..in virtù delle parole del signor ausonia, non posso che confermare, autocitandomi, il mio precedente post con incazzatura maggiore!
confermo quindi che stia bene dove lo lasciai il CF 16!
p.s. anch'io potrei disegnare da cani per alcuni che magari hanno letto e visto alcune mie cosette..e non mi reputo certo superiore ai tre autori del color...anzi...ma un po d'umiltà vecchia scuola?!?! perchè risultare sempre dei radical artist chic/kitsch?!? o persino antipatici magari?!? che tipo di scuola è questa?!?
che ve devo dì..sarà il linguaggio di oggi 2.0calcato ... o semplicemente sto invecchiando male io...
ecco mi sa che è cosi...altrimenti non mi accalorerei a tal punto, come il peggiore degli ummarel, per queste fesserie di carta...
basta ricoveratemi...ho ca...o fuori dal vaso..ma son pur sempre le 4.30 del mattino di una notte boia...

finalmente sono riuscito a leggerlo tutto, prima di lanciarmi in commenti sulle storie, devo premettere che sto CF puzza da morire, si sentiva la puzza in tutta la stanza...

Pietà.

A quest nuove leve del fumetto (nuove poi...c'hanno tutti quarant'anni suonati) interessa solo screditare chi non sono riusciti a soddisfare e darli in pasto al branco dei fedelissimi.
Evidentemente rivendicare il proprio ego solo attraverso il talento artistico è una via troppo frustrante e fallimentare rispetto al comodo bullismo social.

Il parallelo con Munch è strampalato quanto goffo.

i capelli lunghi di ausonia sono parte della storia...

Per favore, datemi il nome di chi ha scritto quel commento, sarò il suo follower più devoto

Io trovo invece piuttosto curiosa una certa tendenza (di alcuni, chiaro. Non sempre, ovvio) a "fare riflessione" anzichè quella di scrivere semplici storie DI Dylan Dog. Come già detto ho apprezzato molto questo CF, ma questo non mi impedisce di riflettere (tò vè) sul fatto che alcune strategie (forse meglio scelte) narrative (leggi: metatesto,differenti e su più livelli di lettura, simbolismi vari ecc) possano nascondere un piccolo problema: quello di non saper/voler scrivere una semplice storia, punto e basta; un modo insomma di svicolare consapevolmente dal problema che, pare, attanaglia molti autori (non tutti, chiaro. Non sempre, ovvio). Che poi queste riflessioni vaghino da certa spicciola (e ormai stantia, imo) filosofia (l'identità di Dylan e il suo posto nel mondo d'oggi) e tentino di sfociare in ben più complessi ambiti socio-culturali (i lettori e il medium fumetto seriale, l'Italia e gli italiani di oggi [!!!], la volontà di rinnovarsi vs una - questa volta definita irrisoria - minoranza reazionaria e acefala) non fa che, appunto, incuriosirmi assai. Mi pare che queste siano scelte - e temi - forse più cari agli autori stessi (a certi autori almeno) che al pubblico, da edicola o da forum non importa (che noia, tra l'altro). Almeno io non ricordo d'aver mai letto qui (o altrove sul web, o a casa, o davanti un'edicola, o dentro una fumetteria...) di qualcuno che esclamasse "oh, quanto vorrei leggere una storia di Dylan Dog che però rifletta (accidenti!!) sul fumetto Bonelli, sui vari Dylan, sul significato di questo o quello, e che io possa decifrare solo dopo dieci letture e quattro ramanzine da parte dell'autore stesso". Una sorta insomma di ermeneutica dylandoghiana che parli piuttosto di altro, di tutt'altro ma non di Dylan; Quello sclaviano (NON di Sclavi, quello giustamente BASTA). Io ricordo che tutti volevano tette e sangue e dialoghi decenti. Boh...

Post dell'anno!!!

Critiche mascherate da sceneggiature da parte di autori che disprezzano le critiche che ricevono.

Stanco.