Cravenroad7

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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
MessaggioInviato: mer dic 23, 2015 12:21 pm 
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E' facile comprendere le ragioni per cui Recchioni si sia trovato a dirigere la testata di Dylan.

Dopotutto Recchioni ha ideato la serie di Orfani che si è rivelata un successo rispettabilissimo. Invece altre testate concepite per durare (Saguaro di Enna, Adam Wild di Manfredi) non hanno funzionato.
Non sto facendo un discorso di qualità, che in questa sede sarebbe inutile e fuorviante. Dico solo che è del tutto comprensibile che un editore affidi una pubblicazione in crisi a una persona che ha dimostrato di essere in sintonia con i gusti attuali del pubblico.

D'altra parte, i problemi di Dyd vengono da lontano.


Il primo cambiamento traumatico si verificò alla fine degli anni Novanta, con l'abbandono di Sclavi e di Chiaverotti e con la decisione redazionale di non puntare più sull'Horror propriamente detto.

La testata diventò di fatto un raccoglitore di "gialli" più o meno anomali, a volte di buon livello (Barbato), altre volte meno (*cough cough* Ruju :roll: ). Nel bene o nel male, Dylan trovò comunque modo di sopravvivere in un mondo dove i gusti e i costumi erano in rapida e continua evoluzione.

Ma con l'avvento della "gestione Gualdoni" semplicemente non ha più avuto un ruolo da interpretare. :x:
Sempre più chiuso nel suo piccolo mondo, lontano da un'Avventura dove l'Horror non trovava posto e l'Incubo assumeva contorni talmente vaghi e incerti da diventare impalpabile e dove una tecnologia incomprensibile prendeva il sopravvento, si è trovato a vivere avventure davvero poco degne di lui.
Certe sue caratteristiche, che nelle intenzioni del creatore Sclavi erano quasi dei pregi (il rifiuto della tecnologia più "disumanizzante", l'innamoramento adolescenziale nei confronti del gentil sesso) apparivano ormai fuori moda, anche abbastanza ridicole, così come lo stile di vita fossilizzato.

Recchioni si è trovato nella necessità di mettere Dylan in contatto con la realtà degli anni che stava vivendo.
Purtroppo questa necessità è stata da lui male interpretata. Anzichè restituirgli il suo originale spessore ne ha fatto un personaggio monodimensionale, nevrotico perchè privato di un ruolo (quand'è stata l'ultima volta che si è letta una storia davvero buona del Dylan "indagatore"?), tutto condito di esteriorità e senza più un'autentica spinta emotiva che ne giustificasse e ne condizionasse le azioni.

La Barbato si è posizionata sulla linea di Recchioni, con gli stessi maldestri risultati. La sua ossessione di rovesciare come un guanto l'eroe, sottolineandone le paure, la meschinità, l'ansia di auto-gratificazione nascosta nel gesto altruista, non ha reso Dylan "più umano". Ha semplicemente sostituito un cliché con un altro cliché, di segno opposto e con l'aggravante di una deperibilità più immediata.
.
.
.
C'era una soluzione alternativa a tutto questo?

Certo che c'era. Sarebbe bastato ridefinire con esattezza il ruolo di Dylan, quello di "Indagatore dell'Incubo".
In parole povere, concepire storie che esprimessero con precisione i concetti attuali di Orrore e Incubo.
L'horror degli anni Ottanta e Novanta, fatto di slasher e splatter irrealistico, è da tempo morto e sepolto, ma da allora si sono succeduti numerosi nuovi filoni che la testata ha quasi totalmente (e colpevolmente) ignorato.

Ne segnalo almeno tre:
* il mockumentary, i finti documentari orrorifici, che dalla rozzezza di Blair Witch Project si sono piani piano evoluti fino ad arrivare a costruzioni molto elaborate dove la "finta realtà" è solo una componente e non il tutto (vedansi gli eccellenti Sinister e Insidious, con annessi seguiti)
* l'horror orientale (principalmente giapponese, ma anche coreano, cinese, indonesiano, thailandese) che ha fatto piazza pulita di inutili ironie fuori luogo e di effetti speciali fini a se stessi, trovando l'angoscia nelle ombre e immergendo l'orrore tradizionale nel presente
* il "cinema della crudeltà" -o torture porn, che dir si voglia- dove il soprannaturale è bandito e la filosofia espressa è sostanzialmente quella dell'homo homini lupus, talora con risultati ignobili (August Underground, Murder-Set-Pieces :? ) ma capace in non pochi casi di autentico lirismo (Martyrs, A l'intérieur, Calvaire)

Anche la televisione si è dimostrata molto più capace di interpretare l'Orrore e l'Incubo di quanto non abbia fatto l'ultimo Dylan Dog. E non parlo di quella roba per nerd che è The Walking Dead! :evil:
Pensate ad American Horror Story o meglio ancora a Les Revenants, che ha totalmente ridefinito in modo geniale il tema del "fantasma".

Quando invece sono gli autori di Dyd a scrivere di fantasmi cosa salta fuori?
Gli spiriti custodi...

Ditemi voi se è mai possibile! :cry:

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Ti mostrerò la paura in una manciata di pixel...


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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
MessaggioInviato: mer dic 23, 2015 12:26 pm 
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Iscritto il: mar feb 03, 2015 10:01 pm
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Cita:
Cyber Dylan ha scritto:
L'horror degli anni Ottanta e Novanta, fatto di slasher e splatter irrealistico, è da tempo morto e sepolto, ma da allora si sono succeduti numerosi nuovi filoni che la testata ha quasi totalmente (e colpevolmente) ignorato.


Concordo su tutto meno su questo punto. Secondo me nei prossimi anni assisteremo, invece, ad un ritorno allo slasher puro. I segnali già ci sono. Quanto al resto, come non concordare?


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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
MessaggioInviato: sab dic 26, 2015 4:51 am 
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http://blog.screenweek.it/2015/12/tanto-tempo-fa-in-una-galassia-lontana-lontana-di-nuovo-489002.php
il recchioni pensiero sul confronto vecchio e nuovo in star wars, risulta interessante se visto in chiave vecchio e nuovo dylan.. :3

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Il segno è sottoposto alla legge, le apparenze non sono che sottoposte alle regole del gioco.
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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
MessaggioInviato: sab dic 26, 2015 12:31 pm 
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Zak ha scritto:
http://blog.screenweek.it/2015/12/tanto-tempo-fa-in-una-galassia-lontana-lontana-di-nuovo-489002.php
il recchioni pensiero sul confronto vecchio e nuovo in star wars, risulta interessante se visto in chiave vecchio e nuovo dylan.. :3

Quante cose sa, quante cose conosce. È un genio. :wink:

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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
MessaggioInviato: sab dic 26, 2015 3:18 pm 
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questo estratto poi, sopratutto in chiave dylan rilancio, ha un parallelismo un po inquietante...

Cita:
[*] È tanta roba nuova. Tanta roba nuova data coraggiosamente e rischiosamente a un pubblico che ne avrebbe voluta molto meno e che, probabilmente, avrebbe preferito una riproposizione di quanto già visto in precedenza. Ma Lucas era autore e creatore della sua saga. Era Dio, per quello che riguardava il suo universo, e come tale si comportava, caricandosi tutti i rischi. Anche quelli di sbagliare e scontentare i fan.

Episodio VII, invece, non si prende nessun rischio.


ogni riferimento a editori, autori o personaggi è puramente casuale...
:wink:

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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
MessaggioInviato: sab dic 26, 2015 4:07 pm 
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Iscritto il: gio ott 26, 2006 8:53 pm
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Zak ha scritto:
ogni riferimento a editori, autori o personaggi è puramente casuale...
:wink:
Certo che è casuale. Magari quella recensione (che condivido, anche se il film mi è piaciuto) aiuta a comprendere il modo di pensare di Recchioni, ma non ci vedo nessuna apologia, neppure nascosta, delle scelte fatte su Dylan nella fase 2.
dipintendo ha scritto:
Quante cose sa, quante cose conosce. È un genio. :wink:
Questa è abbastanza gratuita.
Stai diventando ripetitivo: dei tuoi post tre su quattro sono frecciatine contro Recchioni. Puoi avere tutte le ragioni del mondo, ma... che palle. :?


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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
MessaggioInviato: sab dic 26, 2015 4:35 pm 
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V.M. ha scritto:
Questa è abbastanza gratuita.
Stai diventando ripetitivo: dei tuoi post tre su quattro sono frecciatine contro Recchioni. Puoi avere tutte le ragioni del mondo, ma... che palle. :?

Tre post su quattro qualcuno si risente SOLO quando si critica Recchioni (non succede MAI quando si critica Gualdoni, Ruju ecc.) .
Eccheppalle davvero.
Quando faccio i complimenti a Recchioni paradossalmente nessuno dice niente.
Evidendentemente i trollaggi funzionano solo in una direzione. :D :g: :lol:

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Ultima modifica di dipintendo il sab dic 26, 2015 5:03 pm, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
MessaggioInviato: sab dic 26, 2015 4:46 pm 
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V.M. ha scritto:
Zak ha scritto:
ogni riferimento a editori, autori o personaggi è puramente casuale...
:wink:
Cita:
V.M.ha scritto Certo che è casuale. Magari quella recensione (che condivido, anche se il film mi è piaciuto) aiuta a comprendere il modo di pensare di Recchioni, ma non ci vedo nessuna apologia, neppure nascosta, delle scelte fatte su Dylan nella fase 2.



ma infatti è casuale lo so...
Solo volevo far notare il suo pensiero e su come ciò poi collimi con quanto vediamo su dylan, onde creare uno spunto di riflessione e discussione...visto anche quanto ho combattuto per le mie opinioni sul film in questione su forum a tema.
Come a dire, ci saranno sempre lotte d'opinioni su quanto era meglio quello di prima rispetto a quello di adesso etc etc etc
...e su dylan, da due anni a questa parte, qui lo sappiamo bene. :wink:
Per il resto, nella suddetta recensione del nostro, ci vedo anche dei miei pensieri...seppur, dopo una seconda visione, il nuovo film mi ha colpito ancor più positivamente! :3

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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
MessaggioInviato: sab dic 26, 2015 5:02 pm 
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Iscritto il: gio ott 26, 2006 8:53 pm
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dipintendo ha scritto:
V.M. ha scritto:
Questa è abbastanza gratuita.
Stai diventando ripetitivo: dei tuoi post tre su quattro sono frecciatine contro Recchioni. Puoi avere tutte le ragioni del mondo, ma... che palle. :?

Tre post su quattro qualcuno si risente SOLO quando si critica Recchioni (non succede MAI quando si critica Gualdoni, Ruju ecc.) .
Eccheppalle davvero.

Le critiche a Ruju e Gualdoni sono (quasi) sempre indirizzate al loro lavoro, non alla loro persona. Generalmente riserviamo lo stesso trattamento a Recchioni o a chi per lui. Invece tu mi sembra che ce l'abbia più con il RRobe-persona che non con il RRobe-autore.
Comunque la mia non era un'accusa, ma una specie di sfogo personale. Nei limiti del regolamento, sei liberissimo di scrivere quel che ti pare.


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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
MessaggioInviato: sab dic 26, 2015 5:03 pm 
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Iscritto il: ven feb 20, 2015 5:53 pm
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V.M. ha scritto:
dipintendo ha scritto:
V.M. ha scritto:
Questa è abbastanza gratuita.
Stai diventando ripetitivo: dei tuoi post tre su quattro sono frecciatine contro Recchioni. Puoi avere tutte le ragioni del mondo, ma... che palle. :?

Tre post su quattro qualcuno si risente SOLO quando si critica Recchioni (non succede MAI quando si critica Gualdoni, Ruju ecc.) .
Eccheppalle davvero.

Le critiche a Ruju e Gualdoni sono (quasi) sempre indirizzate al loro lavoro, non alla loro persona. Generalmente riserviamo lo stesso trattamento a Recchioni o a chi per lui. Invece tu mi sembra che ce l'abbia più con il RRobe-persona che non con il RRobe-autore.
Comunque la mia non era un'accusa, ma una specie di sfogo personale. Nei limiti del regolamento, sei liberissimo di scrivere quel che ti pare.

Quando faccio i complimenti a Recchioni paradossalmente nessuno dice niente.
Evidendentemente i trollaggi funzionano solo in una direzione. :D :g: :lol:
p.s. io non mi stancherò mai di ripeterlo, finchè Recchioni non mi ha pesantemente offeso SOLO PERCHE' NON MI E' PIACIUTO SPAZIO PROFONDO, come persona mi era indifferente, anzi, spesso gli facevo pure i complimenti.

EDIT
visto che oggi ho imparato ad usare tinypic :D
Immagine

Oltre ad avere la variant di spazio profondo (da lui stesso autografata) ho anche varie collezioni del Rrobbe (tra cui John Doe).
Naturalmente dopo essere stato gratuitamente offeso, se lo scorda che io spenda anche solo un altro euro su un prodotto con il suo nome sopra. :evil:

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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
MessaggioInviato: sab dic 26, 2015 5:27 pm 
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Iscritto il: gio nov 05, 2015 5:07 pm
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a natale ho ricevuto in regalo la pace tra il dip e il robe...poi mi sono reso conto di essere ad altroquando e mi son svegliato tutto sudato. :wink:

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MessaggioInviato: sab dic 26, 2015 5:37 pm 
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Iscritto il: ven feb 20, 2015 5:53 pm
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Zak ha scritto:
a natale ho ricevuto in regalo la pace tra il dip e il robe...poi mi sono reso conto di essere ad altroquando e mi son svegliato tutto sudato. :wink:

:D

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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
MessaggioInviato: dom gen 31, 2016 6:48 pm 
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Iscritto il: gio nov 07, 2013 10:29 pm
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zanzisap ha scritto:
E' la prima volta che scrivo su un forum di Dylan Dog e mi scuso in anticipo se il mio intervento non è nel posto giusto, e mi scuso anche se le cose che sto per scrivere sono già state dette e ridette pari pari da qualcun altro. Offro la mia riflessione, di fronte ad un momento, quello di Dylan Dog attuale, che oggettivamente è riuscito a scuotere dal torpore anche uno come me.
Leggo Dylan Dog dall'aprile 1989, n. 31, Grand Guignol. Nell'arco di quell'anno, con un mostruoso giro di edicole in cerca di resi, recuperai tutti gli altri albi precedenti.Da quel momento, il Dylan Dog mensile è stato un rito mai mancato in oltre 25 anni di vita.
Premetto una cosa; non sono un nostalgico del Dylan Dog anni '90, e questo non è un intervento in difesa dei bei tempi andati. Certo, anche io ho notato negli anni una forte diminuzione della qualità media degli albi usciti, e il venir meno della mano di Sclavi ha sicuramente modificato Dylan Dog al ribasso rispetto alle eccellenze del primo quindicennio di vita del personaggio.
Ma anche così, il successivo quindicennio non mi ha fatto desistere dall'acquisto, nonostante i troppi albi di cui non ricordo nemmeno il nome, e di fronte ad una sostanziale crisi ispirativa che ha connotato il personaggio dalla seconda metà degli anni 2000 fino alla cosiddetta fase 2.
Poi è arrivato Recchioni. E quando fu fatto l'annuncio, io sapevo già cosa aspettarmi, almeno in linea di massima. Non c'era nessuna nebulosa o dubbio al riguardo. Certo, non sapevamo quali scelte pratiche sarebbero state portate avanti, ma quello che ci aspettava lo avevamo già visto, letto e straletto. E quel che ci aspettava si chiamava "Mater Morbi". Uno degli albi più osannati di tutti i tempi, anche dagli stessi lettori di dylan. Un albo che è piaciuto anche a me, figuriamoci. Solo che non era Dylan Dog. O almeno, era lo stesso Dylan Dog sottoposto agli attuali stress-test che sto leggendo da almeno un anno. Era un Dylan Dog destrutturato e ricostruito dal suo autore, che ne forzava premesse e psicologia per costruirci sopra una affascinante e angosciante non-storia.
Con la fase due, Recchioni ha portato quel Dylan Dog ibridato e il successo riscosso nella serie regolare, e di questo fumetto sta riscrivendo il DNA con modalità impressionanti considerato l'editore per cui lavora, un editore che da sempre si è distinto per prudenza editoriale, occhio alla tradizione e alla conservazione di una linea che da Tex in poi ha creato in Italia il fumetto popolare.
Ho sempre in mente una intervista di qualche tempo fa a Zerocalcare, (autore che apprezzo molto), in cui diceva più o meno questo: "Di fumetti ho letto di tutto, ma proprio di tutto, tranne i Bonelli". E' una affermazione molto importante, questa, perchè traccia una linea divisoria tra i fumetti Bonelli e la restante produzione fumettistica italiana e non. I fumetti Bonelli hanno avuto una impronta marcatamente conservatrice, popolare, legata all'idea di Bonelli padre e poi Bonelli figlio di un fumetto leggibile, seriale, solido, in cui a farla da padrona fosse l'avventura, la storia, senza sovrastrutture, con poco spazio agli esperimenti autoriali o sofisticate invenzioni narrative. Lo stesso Dylan Dog sclaviano, pur essendo un fumetto molto diverso dai Tex o dagli Zagor, o anche dai Martin Mystere, era comunque un fumetto fortemente bonelliano, in cui erano le storie a dominare la scena.
Io credo che la crisi dell'ultimo decennio di Dylan Dog sia dovuta essenzialmente al venir meno di storie apprezzabili da raccontare e che questa crisi ispirativa, questa assenza di buone storie, abbia messo a nudo il canovaccio attorno a cui ruotavano buona parte delle storie di dylan, un canovaccio che all'improvviso è parso risultare noioso, ripetitivo. Ma il problema non era il canovaccio, il problema era l'assenza di storie che valorizzassero l'universo dylaniano.
Ma risollevarsi con la qualità delle storie non è cosa semplice, lo ammetto. Forse, col passare dei tempi, nemmeno un aumento della qualità ti risolleva le vendite, perchè ormai Dylan è passato di moda. Ecco dunque, l'unico modo per far parlare ancora di Dylan è provocarne una rivoluzione che era necessaria forse solo dal punto di vista commerciale, ma non artistico. L'universo dylaniano non soffriva per il reiterarsi del solito canovaccio indagine/aiuto di block/tessera scaduta/spiegone finale, ma perchè non venivano intessute storie degne di nota. Basti pensare all'arrivo della Barbato, che nella sua prima fase risvegliò le storie di dylan che non passava il suo momento più ispirato, e riuscì a infondere nuova linfa senza stravolgere niente. La soluzione attuale è stata quella di mettere dylan in centrifuga, violarne la serialità facendo venir meno un personaggio storico della serie (bloch), e modificare all'improvviso la psicologia di un altro personaggio storico (groucho), introducendo personaggi stereotipati (il nuovo ispettore) o al momento muti e inespressi (la sua aiutante). E, sopratutto, risolvendo il problema della debolezza delle storie dell'ultimo dylan con una soluzione brillante: spostare la centralità della storia, della trama, del suo dipanarsi, verso le attuali non-storie ottimamente sceneggiate e disegnate, ovvero risolvere il problema di assenza di buoni soggetti con sceneggiature che li aggirassero.
Se prima, quando leggevo un pessimo albo, chiudevo il fumetto e mi dicevo: "bah, che storia fiacca, che finale banale, che soggetto poco interessante", adesso quando chiudo un albo mi dico "si vabbè, ma che è successo? qual'era la trama? c'è stata una evoluzione dalle premesse iniziali alla conclusione finale?" e spesso la risposta è no, senza che tra l'altro mi incuriosisca rileggerlo.
Il problema di questa rivoluzione, è che tra le mani abbiamo un fumetto sempre meno bonelliano. e il problema dei problemi è che in Via Buonarroti abbiano dato carta bianca a Recchioni per realizzare tutti questi cambiamenti della serie. Come è stato possibile? Davvero le vendite di Dylan erano così scarse per lanciarsi in questa cosa? Cosa dobbiamo aspettarci domani o tra dieci anni, quando magari un Tex soffrirà in edicola? Che Carson vada in pensione? Che il west bonelliano venga deformato ad uso e consumo delle nuove tendenze? Chi si permetterebbe mai di spostare una virgola della psicologia texiana? E perchè tutto questo è stato concesso per Dylan?
Sia chiaro, non ho alcuna acrimonia verso recchioni, ne leggo il blog e mi risulta interessante molto di quello che fa. Che sia un tipo insopportabile, se lo è, è un problema per chi ci lavora, non certo mio. Lo preferisco come disegnatore, certo, e il suo John Doe mi ha annoiato come pochi fumetti hanno fatto in vita mia. Ma il problema non è Recchioni. E' la libertà che una casa editrice come Bonelli sta dando a Recchioni di destrutturare un fumetto che vive da 30 anni secondo regole di scrittura che prima di adesso non erano state violate in questo modo. Bloch in pensione? Era così necessario mandare a coltivare fiori un personaggio che in trentanni era stato faticosamente costruito e modellato fino a restituirci una delle spalle più riuscite dell'intero universo bonelliano?
Per cosa poi? Per leggere l'ultimo albo, "in fondo al male", e trovare le conferme a questa nuova linea editoriale? Un albo dove la storia è piatta, se non inesistente, dove i passaggi narrativi sono veloci e incongruenti, e dove domina l'effetto visivo, l'atmosfera di fondo, le sensazioni e le impressioni, ma dove alla fine ti chiedi cosa è successo che valesse la pena di leggere 100 pagine?
Questo non è Dylan Dog. Se nella mia vita, e richiamo Zerocalcare, ho scelto di leggere Tex, Dylan e non altro, è perchè ho sempre apprezzato il valore della semplicità del fumetto popolare, della serialità, della conservazione di personaggi e universi. Altrimenti avrei comprato e letto altro.
Con Dylan Dog la Bonelli ha inaugurato un precedente che mi preoccupa. In passato, se c'erano problemi di vendite, la Bonelli non rimediava mandando il personaggio in lavatrice: cercava di risolvere il problema editoriale, se c'era, ma coerentemente con la storia del personaggio. male che andasse, il fumetto chiudeva (e di chiusure dolorose ed eccellenti ne ho passate, Magico Vento in primis). Ma Dylan Dog forse è una roba troppo grossa per chiudere ("too big to fail?"), o forse la Bonelli sta cambiando.
Quello che so, per concludere, è che se il futuro di Dylan Dog è quello dell'ultimo albo, avrei preferito che chiudesse. Perchè l'affetto sta lasciando il passo alla tristezza, quando apro l'albo e non ne riconosco più i tratti distintivi di trentanni passati assieme.
Non disprezzo il lavoro attuale, nè lo ritengo un pessimo lavoro. Ma sta andando in una direzione che non mi piace, e che in Bonelli non si è mai vista, tutto qui. Ed è una direzione che, soprattutto, non mi interessa. E che se verrà consolidata, mi vedrà molto probabilmente mollare il colpo tra non molto.
Vi ringrazio per avermi letto sin qui.


Concordo con le opinioni da te espresse, zanzisap, ma sarei meno critico nei confronti di Recchioni.
Lungi da me dal fare il suo difensore d' ufficio, vorrei soltanto ricordare che Dylan Dog, seguendo proprio quelle politiche conservatrici ( che io appoggio quasi sempre, per inciso ), stava agonizzando da più di dieci anni sia sul piano creativo che economico.
Ed in un momento di tale crisi la Bonelli ha scelto di fare un salto nel buio affidando il compito di rilanciare il personaggio ad uno degli autori più temerari del panorama fumettistico attuale.
Insomma, potrai non apprezzare le storie odierne ( e concordo con te sul fatto che spesso il personaggio sembra un perfetto estraneo ) ma vorrei domandare una cosa a te e a tutti gli altri : chi si ricorda di quanto belle erano le storie sei - sette anno fa ?
Vi siete forse dimenticati di roba come : Gli artigli del drago, La strage dei Graham, Il signore delle mosche, Lavori forzati, Senza trucco né inganno, Una affezionata clientela, Il baule delle meraviglie ...
Recchioni potrà anche non piacere ma è innegabile che, pur coi suoi difetti, stia quantomeno cercando di migliorare la situazione.
Rivolete per caso Gualdoni a ruota libera ?


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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
MessaggioInviato: dom mar 06, 2016 7:31 am 
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Zak ha scritto:
Rimanere leggermente neutro è un atteggiamento che sto stentando a mantenere personalmente, e con molta fatica nella distanza di due anni di nuove pubblicazioni...ma spero sempre, usando un gergo da boxe, in quell'uno due che mi stenda facendomi entusiasticamente andare al tappeto..cmq per fare una prova del nove su vecchie storie pre o post 100 sto facendo leggere alla mia ragazza un albo vetusto di dylan e un albo odierno, onde capire, tramite le percezioni di un neofita dylaniato, quale dei due risulti più deflagrante(in senso buono) per lei. :3 ...ma forse
credo di avere giá la risposta... :wink:

Cita:
scusate l intrusione e l esperimento fumettistico perfido e idiota :mrgreen:

alemans123 ha scritto:
Sono curioso di sapere il risultato di questo esperimento.


Dopo un boato di tempo e mie dimenticanze da senilità precoce avanzante, mi accingo a riportare il risultato della c....ta di esperimento con cavia la fanciulla di cui sopra che, ricordo ancora, non sà nulla di fasi 1 o era pre100 o post 100 di dylan. :wink:
Gli albi in questione sono il n° 71 I Delitti della mantide (Chiaverotti/Brindisi) contro il n°344 Il Sapore dell'acqua (Simeoni/Pontrelli) ed il n°121 Abyss (Balsamo/Sclavi/Casertano) contro il n°348 La mano sbagliata (Baraldi/Mari).
La scelta di questi albi a confronto non è casuale...in ognuno di essi si ha per cosi dire il trattamento di un argomento similare;
Indagine, oggetto maledetto, magia, morti misteriose (sapore e abyss)
sesso, donne fatali e bionde :mrgreen: eros e thanathos, deviazioni e feticismo (mano e mantide)
Prendetela come un esperimento simpatico e non per forza da giudizio definitivo;
segue ora un veloce resoconto sulla sua lettura delle suddette storie:
I delitti della mantide:
Una storia avvincente che mi è piaciuta parecchio e che sopratutto mi ha sorpreso molto nel finale.
Ciò che mi ha colpito di più è la suddivisione della storia su più livelli narrativi, cosa che non ho trovato nelle altre (la mano ed il sapore n.d.r.z.) infatti, nonostante fosse una storia dal taglio tipicamente giallo/thriller, ho molto gradito questi inserti soprannaturali e surreali paralleli allo svolgimento e indagine principale.
I dialoghi avevano una tempistica azzeccatissima e l'umorismo era godibile e non noioso.
Forse, dei quattro, è l'albo che ho apprezzato di più.


La mano Sbagliata:
Una storia decisamente poggiata sul clichè del clichè...per nulla originale e basata su personaggi femminili stereopatissimi.
Qui, a differenza della mantide, i dialoghi sono quanto di più imbarazzante e ridicolo ci sia.
per riassumere un 6 meno meno per tutto...tranne che per i disegni, che invece meritano un 10 e lode;
fantastici, se non fosse stato per loro sarebbe stato altresì difficile proseguire la lettura.
Forse, grazie a quest'albo, ho perlomeno conosciuto un grande artista come il sig. Nicola Mari. Applausi (solo) per lui!


Abyss:
Storia carina, una sorta di favola nera, ma inferiore a mio avviso all'altra(la mantide n.d.r.z.)
Apprezzabili comunque i dialoghi anche qui, e i diversi livelli narrativi sempre ben descritti ed incastonati perfettamente nella narrazione principale.


Il Sapore dell'acqua:
Una storia che sulle prime stava procedendo anche bene destandomi dell'interesse, ma che si è andata pian piano a perdere strada facendo e sopratutto nel finale, che è risultato davvero imbarazzante e cosi poco credibile, approssimativo.
C'è però da dire che almeno lo svolgimento ed i dialoghi qui sono nettamente superiori all'altra nuova (la mano n.d.r.z.)
Battute e dialoghi che di contro però risultano comunque inferiori rispetto alle due vecchie storie (mantide e abyss n.d.r.z.)

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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
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