Cravenroad7

Ma l'elemento poliziesco, in questa storia, influirà... quanto? Per il 10%? Secondo me anche meno. Il cuore della vicenda è la caratterizzazione dello scrittore, delineato con superba finezza, e del suo rapporto con Julia (e gli altri personaggi). Leggere questo albo come un semplice poliziesco e criticare questo presunto errore (dico presunto perché, nella realtà, succede ben di peggio) è più o meno come leggere Il lungo addio e criticarlo perché è un horror ma non fa paura. Ma in generale, Julia non è quasi mai un semplice poliziesco, così come Ken Parker non era mai un semplice western.

no ecco, non critico il semplice errore perchè voglio sottolineare che non sono così bravi come si sostiene, ma perchè sto notando da anni che le soluzioni sono sempre più facili e di "comodo".
talvolta la cosa è più grossolana e mi riferisco a quei profili che partono da pochi elementi, molto vaghi, per concentrarsi pretestuosamente attorno ad una categoria ("single, bianco, sui quaranta, abita con una zia maldestramente tinta di biondo, ama la pizza 4 formaggi, ha un pick up con una ruota a terra").
in questo caso, per proseguire la storia, era chiaro che lo scrittore dovesse in qualche modo uscire dall'ospedale, ma si poteva trovare una soluzione più verosimile.

fermo restante che le storie di contorno che sono indiscutibilmente scritte bene.

Con storia gialla non intendo solo la trama e la soluzione dell'enigma, ma anche la caratterizzazione dei personaggi ad essa legati, l'ambiente in cui si muovono, le tematiche trattate, a volte basta che sia riuscito uno di questi elementi per farmi apprezzare il resto. Non a caso sono un appassionato delle inchieste di Maigret.
E' di Julia stessa, della sua vita e di quella dei personaggi fissi che m'importa poco.

Anche perché le vicende di julia, (Ettore a parte, sia lodato sempre sia lodato) sono le stesse, identiche, da oltre un decennio.
Cristallizzate nevroticamente in un presente sempre uguale, clonato milioni di volte.
Inizio persino a considerare la possibilità che le pagine siano troppe e vadano comunque riempite.

Beh, intanto precisiamo: mai avuto malanimo nei tuoi confronti (che poi, chi ti conosce) ti provoco solo per rispondere alla baldanzosa petulanza con cui ti esprimi commentando certe cose (v. anche la tua ultima affermazione sui miei rapporti col genere umano ), perché credo che tu sia perfettamente in grado di controbattere e spiegare il tuo punto di vista. Ma davvero, se ti senti perseguitata solo per una stupidissima battutina su Dragonero con tanto di occhiolino e per il fatto che ho controbattuto quello che sostenevi dicendo la mia forse qualche problema di fondo c'è...

Venendo alla storia... Quello che continua a sfuggirti è che quel particolare (che tu e Solomon avete ragione a definire irrealistico e che io trovo comunque giustificabile) non rientra nel gruppo degli aspetti che sto considerando quando dico "l'albo è scritto bene". Come ho già avuto modo di precisare, mi riferisco essenzialmente alla qualità dei dialoghi, non alla trama e ad i suoi risvolti (che al mio paese comunque rientrano nell'ambito del soggetto). Trama di cui, lo ribadisco per la decima volta, non m'importa un fico. Chiaro? No? Mi autocito:

mah, baldanzosa petulanza
riesci a essere odioso anche fingendo di non esserlo
io esprimo il mio punto di vista da "spettatrice pagante", cose che peraltro, se tu leggessi attentamente, sono condivise dalla maggior parte dei lettori.
quindi per l'amor del cielo ignorami, se possibile.

Quando vi sposate?

Quando rimatt acconsentirà a moderare il matrimonio

Siete petulanti.

Quando lo faranno anche Julia e Webb

magari! julia e webb!

La sposo io, Bertuccia, così non vi lamentate più!

Ahahahahah

Il prossimo numero lo attendo con trepidazione... Genova!!! *.*

Il mio punto di vista è simile a quello di Aleksandr e Bertuccia. E' la ragione per cui proprio non riesco a leggere Julia in maniera regolare. E tutte le volte che mi decido a prendere un albo (2-3 volte l'anno) rimango abbastanza deluso.

Sono legato a un'idea "vecchio stile" del Giallo che pretende che la componente gialla vera e propria (ricerca di indizi e prove, domande a testimoni, ecc) sia ferrea. Se questo manca, per me la storia è fallimentare. Anche se ha personaggi così ben caratterizzati da fare invidia a Victor Hugo e ad Alessandro Manzoni.


Altri, è evidente, preferiscono la caratterizzazione e la descrizione dell'ambiente al "giallo" propriamente detto. Nulla di male, è questione di gusti, ma a me questo tipo di stile, che usa il giallo come puro e semplice pretesto narrativo, proprio non interessa.

A me non è mai interessata più di tanto la coerenza strettamente poliziesca dell'intreccio. Poe e la Christie mi piacciono per le suggestioni della scrittura (il primo) e per i felici ritratti d'ambiente (la seconda), ma a loro preferisco di molto i vari Simenon, Hammett, Chandler e via dicendo: tutta gente che scrive romanzi avvincenti ma che si disenteressa quasi completamente dell'aspetto puramente poliziesco della narrazione.

Ma a parte questo, davvero la questione della scala di sicurezza vi pare un grave difetto di sceneggiatura? A me sembra un errore di Webb più che di Berardi, e comunque un errore giustificabile. Se solo il disegnatore avesse disegnato la scala spostata di mezzo metro rispetto a dove l'ha collocata (cioè subito sotto la finestra), la sequenza sarebbe stata impeccabile.