Cravenroad7

Ah è diventato un pezzo di femore adesso, immagino in qualche ristampa.
DIO, che stupide 'ste censure, soprattutto quando vanno a cambiare particolari in modo assurdo come questo!
Perché cacchio un maniaco sessuale dovrebbe spedire alla mamma un pezzo di femore?
Per la cronaca in originale era
Alle tue domande risponderà qualcuno che ricorda le meccaniche della storia meglio di me.

1-2)Tieni presente che nella storia c'è una certa componente di surrealtà, non tutto va preso in maniera razionale. Una nullità è il fratello di un figlio unico, e può essere invisibile nel senso più metaforico o paranormale del termine, di momento in momento a seconda del tono della storia.

3)E' un blooper probabilmente, non l'unico nè il peggiore della carriera di Sclavi.Dovrei rileggere la sequenza.
4)E' un elemento ricorrente in Sclavi l'uomo che non ha successo con le donne perchè morbosamente attaccato alla figura materna. Nel delirio da morente, sovrapponeva questa figura a quella della prostituta che lo ossessionava.

Ringrazio The Imp per la risposta.
Chiedo scusa perché mi sono reso conto di non aver scritto "SPOILER" nel mio commento.
E chiedo ancora di più scusa perché, senza che me ne accorgessi, ho sostituito "femore" con "utero femminile" provocando l'indignazione di Tommaso ed Altair... bah, sarà lo studio che mi sta scemunendo! Stavolta non è colpa delle censure! Anzi, spero che le ristampe si presentino identiche agli originali, compreso a livello di testi...

Rimane di fatto che spero vivamente che qualcuno SPIEGHI il -punto 3- dimostrando che non è un blooper.
Anche perché un simile errore nella "sceneggiatura perfetta" mi farebbe storcere non poco il naso.

Guarda, a mente fredda ho immaginato potesse essere un tuo lapsus perché era davvero troppo assurdo come cambiamento parlare di femori. Purtroppo non era affatto assurda l'idea di una censura, visto che le ristampe Bonelli non sono MAI identiche agli originali, le piccole grandi censure ci sono veramente e le "correzioni" si sprecano. Per cui sul momento ho subito pensato male. Di sicuro negli ultimi vent'anni l'accenno ad un particolare di quel tipo non sarebbe mai stato accettato per la pubblicazione, non so se con la nuova gestione si potrà tornare anche a cose di quel tipo.

Sul "blooper": io la storia non la rileggerò per intero da vent'anni quindi mi affido a ricordi molti lontani, ma, banalmente, non è immaginabile che Coldwater fosse un nome falso? La fase indagatoria mi pare sia del tutto lasciata fuori scena nella storia, quindi immagino non sia certo l'unico particolare lasciato alla fantasia del lettore.

Spettacolo.E' stata la prima storia che ho letto di Dylan Dog e mi ha colpito tanto che ho deciso di iniziare a leggerlo dagli inizi con attenzione.Mi era capitata in mano quasi per caso,dato che non mi filo i fumetti Bonelli di solito.LEggevo solo fumetti d'autore,ma questo è comunque d'autore per quanto popolare.....

Non privo di difettucci a mio modo di vedere. Dei primi 20 continuo a preferire Alfa e Omega, ma sicuramente da ottimo.

Semplicemente il Dylan a cui tutti vorrebbero arrivare, senza riuscirci mai più.
Grazie Tiz per cose come questa. Grazie poiché pare anche vero, o era vero a dirla tutta, che è pur possibile leggere l'anima dentro ad un fumetto.

Al di là dell'apprezzamento per la qualità di scrittura (immensa) dell'albo, mi permetto di offrire una possibile interpretazione 'aggiuntiva' del suo contenuto.

Con ogni probabilità non si tratta altro che di seghe mentali, ma in fondo è soprattutto a questo che servono i forum di discussione. A farsi pippe mentali!

seguono possibili
S
P
O
I
L
E
R

La vicenda comincia in apparenza come un classico urban-thriller con sfumature noir. Le riflessioni in prima persona dell'Uomo Invisibile (in questo caso il tizio anonimo che si dissolve dopo la morte della prostituta, non l'assassino) sono l'equivalente della "voce off" che contraddistingue i film noir. In tale contesto, all'uomo dissolto spetterebbe il ruolo di "antieroe", mentre a Dylan quello più canonico di "eroe".

Ma è, per l'appunto, solo apparenza.
Anzitutto, eroe e antieroe non sono l'epicentro dell'azione. All'eroe in questa storia non spetta la segmentazione logico-temporale della vicenda (che consiste, di solito, in un esordio con un equilibrio fragile, nell'improvvisa rottura di tale apparente stato di quiete, negli ostacoli da superare per poterla ripristinare, nello scontro e nella vittoria finale).
Eroe e antieroe sono semplicemente frammenti di realtà all'interno di una Logica superiore (quella del mancato riconoscimento dell'individuo da parte di un Mondo spersonalizzato e spersonalizzante) che richiede o un adattamento alle sue leggi o la cancellazione sia individuale che storica.

Memorie dall'invisibile è soprattutto una storia di dissociazione psichica ed esistenziale.
Neppure la metropoli funge da tipica quinta teatrale per le avventure dell'eroe. E' uno spazio puramente immaginario dove la posta in gioco è anzitutto la ricerca di se stessi. Il primo a perdere la propria identità è l'uomo dissolto, ma il suo è solo il caso più evidente.
Anche Dylan soffre la scissione tra sè e il Mondo per mezzo dell'esperienza di non essere visto nè identificato. Inizia subito Bree, che si ostina a chiamarlo in maniera sbagliata (pur avendo capito benissimo che la corretta pronuncia è un'altra) e che in uno dei primi balloon afferma: "Ora ricordo di aver visto delle tue foto... Ma eri più bello nelle foto" (pag. 21, 1° vignetta).
Più avanti rincara la dose Tabitha Madame, che scambia Groucho per Dylan e al vero Dylan dice: "Oh... non vi avevo visto..." (pag. 75 - ma come può non vederlo quando Dylan è lì accanto ed è anche più alto di Groucho? ). Bree spargerà ulteriore sale sulle piaghe rifiutando di riconoscere Dylan come possibile partner/marito.

La mancata identificazione coinvolge anche gli oggetti. A pag. 31 Dylan non identifica il gin e lo beve come se fosse acqua (eppure il gin non è certo inodore come l'acqua). Coinvolge anche i personaggi secondari e le semplici "comparse": l'uomo dissolto uccide un mattoide che non c'entrava nulla (Bloch afferma che era incapace di far male a una mosca), mentre poi si disinteressa totalmente di delitti efferati che avvengono sotto i suoi occhi (la prostituta che sgozza il cliente).

C'è chi viene ucciso e nessuno ci fa caso, perchè gli occhi sono a un passo dalla verità, accanto, mai sopra di essa, in un'effettiva sovrapposizione.
Anche il look dell'uomo invisibile (in questo caso l'assassino) assume un valore specifico in quanto di colore bianco, come la neve che cade incessante per gran parte dell'albo. Ossia, è la superficie candida e disponibile a ogni riflesso: si tratta, insomma, della frammentazione totale del Soggetto.

Nel finale, in presenza di Coldwater che, a differenza degli altri personaggi, ha deliberatamente scelto di diventare un uomo invisibile (lui possedeva un'identità precisa: era un giornalista famoso, firmava i suoi articoli) senza tuttavia rinunciare ai feticci più oscuri di quel Mondo solo apparentemente rifiutato (la violenza, il sesso mercenario), l'uomo dissolto agisce per rompere il riflesso. Pugnalando l'altro se stesso, che infatti chiama "fratello", permette alle due forme di "invisibilità" di perforarsi e ricongiungersi. Ora è possibile un'identificazione.

Nell'ultima vignetta, stavolta "classicamente bella", con il sole che illumina la scena dalla finestra, lo stesso Dylan ottiene una parziale identificazione. Il suono del cicalino e il nome Dailan lo identificano perlomeno come "investigatore", se non come partner.

Il prezzo da pagare per ottenere un'identità è accettare il ruolo reificato e ridondante che il Mondo (o il Destino) ha riservato a ciascuno.

Analisi veramente molto interessante. Straordinario il fatto che quest'albo dopo quasi un trentennio abbia ancora qualcosa da dire.

In tutte le ristampe è rimasto sempre un frammento di utero. Si sarà confuso.
Bella recensione Cyber Dylan

N° 19 MEMORIE DALL'INVISIBILE

Non a caso posto come tavola rappresentativa LA PRIMISSIMA pagina di quest'albo. Sin dall'inizio ci si rende subito conto di trovarsi di fronte un grande numero e la prima ventina di pagine non fa che rafforzare questa convinzione, E' un capolavoro della sceneggiatura di Sclavi, una storia scritta da persona lucida che si era appena disintossicata dai fumi dell'alcool e poteva esprimere al 100% le sue visioni. La storia di questo Nessuno, invisibile per tutti, anche per gli occhi dello spettatore, sono il filo conduttore che apre e chiude la storia, un espediente narrativo che è un colpo di genio di rara fattura. I disegni del miglior Casertano non hanno nulla da invidiare a quelli degli autori più presenti della collana, anzi sono da porre subito in cima alle classifiche generali, così come memorabile è la copertina di Villa (credo la mia preferita IN ASSOLUTO di ogni Dylan Dog, la prima che mi viene in mente insieme a quella storica dell'Alba dei morti viventi). Insomma qui non c'è davvero motivo per non mettere voto pieno, ogni componente è ai massimi livelli, inclusi i personaggi, quello di Bree Daniels, prostituta dalla forte tempra, che diventerà una delle donne più amate da Dylan, al punto di chiederle (invano) di sposarlo. Se non hai letto almeno 20-30 volte quest'albo, non sei un vero dylaniano.

VOTO: 5/5 CON LODE!

Chiaro che ci sono storie,e storie."Memorie dall'invisibile",da subito ma soprattutto nel tempo,si impone come una di quelle che fa la differenza.E' un manifesto ideologico,non l'unico,dello Sclavi pensiero e del personaggio Dylan.
La storia tutto sommato,non e' nemmeno niente di clamorosamente originale,unico,irripetibile.Ma e' il modo di raccontare,e' la struttura narrativa e la visione dell'autore sulla lunga distanza che la rendono,di fatto,il modo piu' sbrigativo per definire il fumetto d'autore.Sclavi riesce con grande capacita' di sintesi,a raccontare una storia enorme,stratificata e complessa,che racchiude in se tanti momenti e tante sequenze che vanno a costituire un grande affresco di un contesto horror\esistenziale come forse mai successo prima e dopo.
Eppure,le imperfezioni non mancano.La sospensione dell'incredulita' si fa sentire.Alcuni personaggi non sono cosi' bene caratterizzati.La stessa Bree infondo,e' poco piu' di una comprimaria.Ma,ripeto...tutto funziona.Perche' e' tutto armonico,e la sceneggiatura e i disegni di un immenso Casertano,viaggiano sulla stessa nota.
L'ho riletto sull'ultima edizion "il Dylan Dog di Tiziano Sclavi",e non ho potuto non amarla ancora.E ancora,e ancora.
Non credo sia la mia preferita,forse non rientra nemmeno tra le cinque,o le dieci...non so.Ma dannazione,quanto...ancora oggi,e' un capolavoro?

memorie dall'invisibile
certo che ne scrivevo di cazzate su questo forum, ciao a tutti, c'è nessuno?
ebbene sì, mi sono rimesso a leggere dylan dog (e sticazzi)
qualcosa ho rivalutato, qualcosa (più di qualcosa) l'ho "distrutto" definitivamente
adesso devo recuperare tipo 10 anni di arretrati
ripartiamo dalle basi, albo all'insegna della depressione e dell'autocompatimento più assoluti, si sfiora la "lagna"
e non manca l'insulto gratuito agli impiegati del catasto (ma che gli avranno fatto?)
però c'è poco da dire, la sua fama è meritata, è la storia perfetta di dylan dog per genere, atmosfera e filosofia
CASERTANO il mio disegnatore preferito
scene preferite: la lametta nel vicolo, la nana, monsieur verdoux
bree daniels non fa più la puttana... oggi è una nota pornostar...
copertina capolavoro e che lo dico a fare
CAPOLAVORO ASSOLUTO

voto 10

Il numero uno in assoluto, ho speso 26 euro per averlo originale un po' maltrattato...