Cravenroad7

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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: sab dic 13, 2014 10:07 pm 
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Mi vien da pensare che questo Le storie sia per la Bonelli una specie di laboratorio in cui, tra l'altro, testa un po' i gusti dei lettori e la possibilità di iniziare o meno un progetto (e serva un po' anche da parcheggio per alcuni autori, esame per altri magari meno esperti, resta un canale in cui è o sarebbe possibile qualche sperimentazione). Per esempio mi sembra che Cuore di lupo di Ambrosini avrebbe dovuto essere un numero uno di una miniserie, poi abortita. Le storie di samurai di Recchioni/Accardi hanno incontrato successo e verranno ampliate (ne son contento perché ritengo possano avere seguiti accattivanti e l'ambientazione è uno dei classici dell'immaginario avventuroso che mi sembra mancasse in questa casa editrice), ora si vedrà questo di Bilotta con lo Sherlock Holmes romano. Però questa collana non mi sembra raggiunga poi un'ampia fetta di pubblico tale da costituire un test così probante e c'è da pensare a quanti numeri 1 di serie famose magari all'inizio non siano stati apprezzati od erano ancora acerbi e solo successivamente hanno finito per carburare e affermarsi.


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: sab dic 13, 2014 10:09 pm 
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Commercialmente, non credo che Valter Buio abbia fatto sfracelli, ma qualitativamente è stata una delle migliori proposte da edicola degli ultimi lustri: quindi, ben venga se la Bonelli dà a Bilotta la possibilità di scrivere qualcos'altro di interamente suo. Non venderà? Me ne farò una ragione e mi "accontenterò" di leggere qualcosa che, con ogni probabilità, sarà molto buono. Saguaro, per dire, commercialmente è stato un flop, ma è una serie scritta splendidamente; la Bonelli non ci avrà guadagnato molto, ma io, semplice lettore, sì. :)

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È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: sab dic 13, 2014 10:15 pm 
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Iscritto il: sab dic 28, 2013 7:16 pm
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Idem per Caravan e Jan Dix :)
Ben venga se la Bonelli decide di affidare delle serie (magari limitandosi inizialmente a pochi numeri per osservare come procedono una volta avviate, finite, ma in caso di successo proseguibili) a determinati autori, anche se il rovescio della medaglia è che finisce per impoverire le serie più importanti dal contributo attivo di costoro (che da una parte si riduce e dall'altra potrebbe essere svogliato, secondario) rischiando un calo di qualità.


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: sab dic 13, 2014 10:26 pm 
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Iscritto il: gio ott 26, 2006 8:53 pm
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Insomma, mi pare di capire che molti albi de Le Storie sono episodi pilota di miniserie potenziali o addirittura rifiutate. Questa prassi non mi piace perché genera storie spesso irrisolte e con tempi mal bilanciati (troppo spazio alla presentazione di personaggi inutili e poco allo svolgimento della trama). Da Le Storie mi aspetto racconti autoconclusivi e concepiti come se non dovessero mai avere un seguito.
Se la serie diventerà una raccolta di scarti o un parcheggio per autori secondari smetterò di collezionarla.
Fino ad ora, per fortuna, il livello medio rimane altissimo. Anche autori che hanno contribuito ad affossare Dylan, qui spesso sfornano ottime prove: da Di Gregorio (Il lungo inverno) a Marzano (Il tesoro di Bisanzio), da Gualdoni (L'ultima trincea) a Ruju (No Smoking).
Pure questa Fattore Z, nella sua mediocrità, tutto sommato si lascia leggere tranquillamente.


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: dom dic 14, 2014 12:41 am 
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Aleksandr ha scritto:
Idem per Caravan e Jan Dix :)


Be', Caravan non andò neanche male: chiuse a 36.000 copie, che oggi sarebbero un successo. Dix vendeva la metà, per dire.

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È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: dom dic 14, 2014 11:52 am 
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rimatt ha scritto:
Commercialmente, non credo che Valter Buio abbia fatto sfracelli, ma qualitativamente è stata una delle migliori proposte da edicola degli ultimi lustri: quindi, ben venga se la Bonelli dà a Bilotta la possibilità di scrivere qualcos'altro di interamente suo. Non venderà? Me ne farò una ragione e mi "accontenterò" di leggere qualcosa che, con ogni probabilità, sarà molto buono. Saguaro, per dire, commercialmente è stato un flop, ma è una serie scritta splendidamente; la Bonelli non ci avrà guadagnato molto, ma io, semplice lettore, sì. :)

Dove si firma per la mini di Bilotta? 8-)

Su Fattore Z sarò lapidario: 'na ciofeca assurda :D
Cioè davvero, ma la trama dov'è? Di una linearità disarmante..
Soggetto debolissimo sorretto ( :lol: ) da una sceneggiatura totalmente sbilanciata.

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Nobody talks about the pile (cit.)


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: dom dic 14, 2014 6:57 pm 
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non per sembrare antipatico ma non mi pare il momento di nuove serie..almeno se non ci si accontenta di vendere poche copie (e qui si può aprire una ridda di discussioni su cosa si intende per "poche copie")

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26 09 2011. ciao sergio.

ci sono state storie fantastiche , alcuni capolavori e poi..memorie dall' invisibile

"imbecille ? no : libertà"


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: dom dic 14, 2014 7:20 pm 
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l'uomo invisibile ha scritto:
non per sembrare antipatico ma non mi pare il momento di nuove serie..almeno se non ci si accontenta di vendere poche copie (e qui si può aprire una ridda di discussioni su cosa si intende per "poche copie")

Eccone un altro. Ma che, decidiamo noi, anche volendo? :cry: Boh...

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Giuda ballerino! L'inglese NON È' l'ITALIANO! - cit.


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: dom dic 14, 2014 9:11 pm 
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Kowalsky ha scritto:
Wolkoff, però quello che proponi te sostanzialmente è che la Bonelli non solo non provi ad allargare il suo mercato, ma addirittura si rinchiuda a diventare una specie di Astorina che invece di gestire un solo personaggio ne gestisce 5. E basta.

A parte che è molto opinabile che economicamente sia una cosa vantaggiosa per la SBE... noi come lettori ci perdiamo... se la Bonelli non si prende più di questi rischi noi lettori la storia sperimentale di Faraci-Frisenda quando la leggiamo?



Piccatto ha scritto:
Ma se è la casa editrice a permettere & incoraggiare simili iniziative :roll: vallo a dire a loro che le loro strategie non funzionano.


Intervengo una sola volta, anche se queste cose le ho già dette - assieme a Lord B. :wink: - sulle ultime due pagine del topic di Brendon e non amo ripetermi, specialmente se si continua a sviare quanto detto nella massimizzazione dei sistemi (vincenti? Con tredici triple tuttibravi)

#1) Non credo che la SBE faccia bene a confinarsi con 4 o 5 testate in punta di diamante.
Quindi ben vengano le alternative.
Con Le Storie stanno provando orizzonti nuovi, con Orfani un pubblico diverso, con Dragonero un genere da scoprire. Good (for them) :P

#2) Resta il fatto che molte di queste cose non sono propriamente "sperimentali". Vedasi l'oasi dello stravisto come Saguaro ed Adam Wild. Sia come pubblico di riferimento ultra-standard e rodato, che come orizzonti narrativi, adeguati al classico SBE intutto&Xtutto.
Risultato? Buona qualità, belle storie, stagnazione vendite, curiosi alla porta pochissimi. " E' il solito Bonelli. A sto' punto comincio Zagor o Tex " (cit. di almeno un pajo di mie conoscenze insospettabili).
Es. Un nuovo investigatore nella Roma papalina raccoglierebbe altrettante nuove leve. Non solo già visto come tipologia, ma esistono nella stessa editrice tons di prodotti simili.
Insomma: rimaniamo sempre noartri :| .

#3) Per conformarsi a quello standard di fabbrica molti autori devono rientrare in quell'impronta tipica SBE e riconfezionare (se non castrare) le proprie idee più coraggiose, outsider o "sperimentali", come qualcuno ama definirle :roll: .
Nella mediazione ci rimettono entrambi perché il prodotto non è né carne né pesce, ma un surrogato balbettante di entrambi.
Come Lukas , secondo me, che con meno freni di format potrebbe essere davvero un fumetto di gran caratura, ma si accontenta di una mezza via che non porta a (quasi) nulla, senza stuzzicare quel pubblico più particolare -anche in termini di età - che potrebbe attrarre.

#4) Ecchiccé dietro i vari semi-flop - a livello di vendite, intesi - come Dix, Lukas & Saguaro :?: :?: :?:
Grandi autori, firme eccellenti, ben oltre semplici promesse, nel cui testone frullano molti progetti.
Che per sperimentare davvero/rendere al meglio avrebbero però bisogno di un altro genere di orizzonti e strategie.
Primo, liberarsi dalla necessità di assecondare un pubblico "classico" già imboccato a sufficienza.
Secondo, magari rivolgersi a collane specifiche da libreria/fumetteria con costi più elevati, tiratura minore e maggiore libertà, in tutti i sensi, compresa quella dalla serialità.
Terzo, se la SBE non ritiene opportuni questi passi, non adeguarsi a quanto proposto dai punti #2 e #3, e magari accontentarsi di qualche compenso inferiore e pubblicare presso altri editori... non dico di nicchia, ma meno condizionati dai loro precedenti :o .

#5) Io non lavoro nel CDA della SBE e non faccio consulenze di management editoriale per loro.
Liberi di fare quello che vogliono e sognare nuove imprese, senza riguardarsi dagli errori passati... come di far strada la personaggio nel cassetto che ogni autore menochemedio possiede.
Ma l'attuale panorama del fumetto - quello da edicola più che altro - non attende sinceramente cose come un nuovo antieroe steam punk chiamato Morgan Lost.
E dirlo mi costa molta amarezza, perché assecondare il Chiave è semprecosabbona&ggiusta :mrgreen:

ALOHA SONO TORNATO ALLE 3 DAL CINEMA
(una cosa [at]tirava l'altra)

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(anta baka?! [...] kimochi warui)


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun dic 15, 2014 12:46 am 
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Ma perché ti ripeti, appunto? Mi sembra che non ci capiamo. Sono d'accordissimo con te sul fatto che la Bonelli dovrebbe provare altre strategie, ma quello che dicevo era ben altro: perché sarebbero gli autori ad "allargarsi troppo" se è la Bonelli stessa ad incentivare la produzione di nuove serie ed appoggiare le idee dei suoi autori?

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Giuda ballerino! L'inglese NON È' l'ITALIANO! - cit.


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun dic 15, 2014 1:04 am 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Già detto.
E poi quell'espressione è presa alla rinfusa da un post precedente spiegato poco dopo.
Tra l'altro non era neanche fondamentale per il mio discorso... anche perché se fossi un autore è probabile che farei le stesse scelte. Almeno una volta. Dopo non so :roll:

E' il gioco delle parti, mettila così se ti facilita il background:
La SBE apprezza l'autore promettente - o ancora più di quello impalmato - e gli concede fiducia. Difficile non cedere all'autolusinga e alle proprie ambizioni... - chi non possiede un personaggio tutto suo nel cassetto da sfornare alle stampe? :g: .
Gli permette di "allargarsi", da collaboratore a leader di una testata...con una pacca sulla schiena, una stretta di mano, e un "sappiamo che farai bene".
Ma sempre in modo "abbottonato", come stra-detto, conformando le sue idee al canone SBE e creando un prodotto non abbastanza coraggioso né abbastanza diverso da quanto già in circolazione.
Un finto rischio. Nel caso peggiore floppiamo ma siamo sempre fedeli a noi stessi. Nel migliore abbiamo scoperto un nuovo fenomeno...come se nell'editoria (da edicola) italiana se ne fossero intravisti negli ultimi 8 anni.
E i nuovi lettori? Sbadigliassero pure... tanto "non li capiamo" :3

ALOHA CAMPA CAVALLO... :tc:
(che anche noi vecchi ronzini moriremo...e il ricambio dei giovani puledri non scalpita)

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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun dic 15, 2014 2:35 am 
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Mah... credo che la Bonelli, se proprio deve "osare", dovrebbe provare a tastare determinati generi che vanno per la maggiore e creare serie ad hoc, scritte da autori con i contro-genitali, che affrontano in toto le "tematiche di genere".
-Tex nacque sull'onda lunga del western degli anni 30-40 (Wayne & Co. - del resto basta vedere le fattezze dello stesso Tex)
-Zagor nacque ancora sull'onda westerniana e tarzaniana (almeno una decina di film su Tarzan sono usciti negli anni '50)
-Dylan Dog nacque in pieno periodo horror... basta andare a vedere i titoli nazionali e internazionali delle principali saghe horrrorifiche (Venerdì 13, 1980 - Halloween, 1978 - Nightmare, dal profondo della notte, 1984 - Gli argentiani thriller degli anni '70 e horror fine '70 e inizio '80 - ecc.. ) E non parliamo poi del successo conclamato di Diabolik (serie nera e anticonvenzionale dal punto di vista moralistico per un protagonisya di fumetti) e delle serie erotiche (Oltretomba, Storie Blu, Terror, ecc...) che mischiavano sesso e horror e per il presunto mercato ridotto avevano ottime vendite (del resto per acchiappare, non credo che sia un caso che nel primo numero di Dylan Dog, nelle prime pagine, lo zombie-marito strappa la camicia da notte di Sybil mettendo in mostra il seno). Insomma, Dylan Dog si calava superbamente (grazie a Sclavi) in un mercato già sicuro (ripeto l'horror).
-Nathan Never che ve lo dico a fà? La prima trilogia di Guerre Stellari va dal 1977 al 1983 (e ricordiamo che l'idea di fare due serie horror e fantascientifiche nacquero in contemporanea... solo che per la seconda ne fu rinviata la creazione praticamente al 1991)
L'unica eccezione fu Martin Mystere (o per lo meno non riesco a inquadrarlo, dato che il blockbuster Indiana Jones è di 2 anni più giovane dell'eroe di Castelli) e quindi onore e merito agli autori.
Per il resto, come ho detto, i personaggi prìncipi della SBE catturavano le mode del momento con serie di qualità.
Oggi dovrebbero provare con roba simile.
Levando i blockbuster supereroistici DC/Marvel (sarebbe ridicolo un fumetto che trae spunto da film che traggono spunto da fumetti), cosa va veramente forte? Se non al livello internazionale, per lo meno italiano?
Non mi sembra che il sangue, quello vero, sia passato di moda (basta vedere le file davanti ai cinema con film horror -alcuni veramente scadenti- in programmazione). E' proprio Dylan Dog che è partito per la tangente lasciando il suo bel cerchietto di sicurezza fatto di sesso, horror e ironia. ma qua, ci son da fare discorsi ben più ampi che evito.
Poi cosa va? Ultimamente (e credo pure per la situazione attuale) cominciano ad affiorare film con moti rivoluzionari o situazioni instabili date dalla crisi. E credo che sotto sotto, "Orfani" copre questo spazio.
Poi... ultimamente vanno di moda cappa&spada (argomento rischioso se non lo si sa affrontare con i giusti autori).
Il crimine organizzato. Strano che la Bonelli non l'abbia mai affrontato, nonostante sia in Italia (e lo dico da palermitano). Ci sarebbe da fare intere serie sul sangue a fiumi che è corso in 150 anni di unità e degli esempi positivi reali che abbiamo avuto. Forse si ha troppa paura di querele, denunce, ecc??? Si possono costruire situazioni nuove senza cullarsi nei soliti stereotipi.
Insomma... per quanto geniale possa essere una nuova serie (per me lo è la neonata Adam Wild) se è già roba vista, può catturare ben pochi nuovi lettori e qualche vecchio nostalgico sommato a qualche accanito lettore di fumetti. Insomma... alla conta dei fatti, poca roba.
Bisogna convogliare lettori/lettrici completamente "alieni" al classico bonelliano, se no qualunque nuova serie, fa la medesima fine delle altre nate nel post DYD.
Del resto, quando nacque Dylan Dog, non credo che la maggior parte dei Texani fossero interessati a serie horror. Però all'epoca la Bonelli ebbe il coraggio di affrontare tematiche completamente differenti al "tipico" Bonelliano intercettando (ottimamente) il gusto di quella determinata epoca.
E se Dylan Dog esplose in un periodo famoso per essere il primo ad essere interessato di una vera e propria crisi di vendite dei fumetti (cominciavano i pc, le consolle, la programmazione televisiva variegata) non vedo perché la cosa non debba riaccadere.

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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun dic 15, 2014 2:30 pm 
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Iscritto il: mer ago 16, 2006 3:07 pm
Messaggi: 381
Sono d'accordo con il ragionamento sopra. Ed aggiungo che per vedere cosa "va di moda" adesso bisogna guardare all'immaginario creato dalle serie televisive (americane): in questo senso, crimine organizzato e serial killers (da vari punti di vista..) sono temi caldi che hanno certo piú chances di cogliere lo Zeitgeist rispetto ad un esploratore nell'Africa coloniale (detto da uno che ha apprezzato anche personaggi come Greystorm).

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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun dic 15, 2014 2:47 pm 
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Iscritto il: lun mar 01, 2010 4:23 pm
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Io invece non sono molto d'accordo.
Non guardate solo alle date di nascita delle serie, ma anche agli anni del successo.
Tex è nato nel '48, ma il boom commerciale lo ha avuto negli anni 70, proprio mentre il genere stava entrando in quella crisi da cui non si sarebbe più risollevato.
Gli anni di massimo splendore commerciale Dylan Dog li ha vissuti a cavallo degli anni 80 e 90, cioè in anni di crisi per il genere horror.
Diabolik poi andò contro a ogni possibile tendenza già affermata, creando persino un pubblico nuovo (i lettori di fumetti adulti).

Si potrebbe quasi sostenere che i grandi boom del fumetto italiano sono sempre andati controtendenza rispetto alla società.

Io ho sempre ipotizzato che ci fosse una buona dose di effetto "rifugio" nei boom di Tex e Dylan: gli appassionati western degli anni 70 trovavano in Tex quel western classico che tra western comici e western crepuscolari al cinema non trovavano più, mentre gli appassionati horror italiani (la passione per l'horror nel nostro paese arrivò con una generazione di ritardo rispetto ai paesi angolossasoni) trovavano in Dylan Dog quell'identità comunitaria (si pensi al successo degli Horror Fest) che veniva a mancare a livello generale... e poi è entrato in crisi proprio quando, sulla spinta del successo di Scream e Blair Witch Project, l'horror è diventato praticamente l'unico genere cinematografico "puro" (e abnorme) post-2000.


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun dic 15, 2014 3:17 pm 
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Iscritto il: dom ott 29, 2006 4:00 am
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V.M. ha scritto:
Insomma, mi pare di capire che molti albi de Le Storie sono episodi pilota di miniserie potenziali o addirittura rifiutate.

In effetti, oltre a Cuore di lupo, anche Mexican Standoff e questo recentissimo Fattore Z erano nati come miniserie, poi abortite per varie ragioni.

Comunque finora sono solo 3 storie su 27 + 1 Speciale. Direi una media accettabile.
I Samurai di Recchioni erano nati come storie autoconclusive. Sono stati trasformati in serie regolare solo DOPO il (meritato) successo ottenuto.


Riguardo l'albo gualdoniano, l'ho comprato visto l'argomento horror ma l'ho trovato terribile! :?
Almeno il 75% dei balloon sono del tutto superflui, dato che descrivono cose perfettamente visibili nelle vignette. Poi ho trovato insopportabili i non pochi dialoghi didascalici pieni di infodumping, le situazioni difficili risolte con espedienti narrativi infantili, deus-ex-machina a più non posso, il "colpo di scena" finale del tutto gratuito e ininfluente ai fini narrativi... Insomma, un disastro!


Ma non c'è un supervisore capace di dire a Gualdoni che, se una vignetta mostra Tizio che si mette le dita nel naso, non c'è mica bisogno di aggiungerci un balloon con su scritto: "Mò mi metto le dita nel naso"?!?!?!

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Ti mostrerò la paura in una manciata di pixel...


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