Xab ha scritto:
qual'è il target anagrafico di Dylan Dog, oggi?
Beh, io spero proprio non esista un target anagrafico per DyD: ormai è una testata multigenerazionale (al contrario di Orfani che, a prescindere dall'età di chi lo legge, penso d'aver letto sia stata sviluppata con in mente un target relativamente giovane) e indirizzare il ritmo e il mood su un particolare obiettivo, rischia poi di escludere progressivamente tutti gli altri...
Certo, che esista o meno questo target, sarebbe interessante sapere quale fascia d'età apprezza di più le novità o il Dylan degli ultimi anni in generale...
Piccatto ha scritto:
Temo che il confronto con il passato sia sostanzialmente inevitabile nel momento in cui la serie alza la testa e cerca di spiccare il volo una seconda volta.
[...]
Nel '91 Dylan era legittimato a fare quello che voleva, perché era ancora nelle mani del suo creatore, perché aveva iniziato relativamente da poco e ogni mese si costruiva un'identità sempre più forte. Oggi Dylan non è più nelle mani del suo creatore e deve fare i conti con un'eredità impressionante, deve dimostrare continuamente di essere legittimato a fare certe cose, perché quell'identità (molto fragile, a dire il vero) ormai è stata costruita e completata da tempo. E questo fattore è di importanza fondamentale. La nuova gestione (a differenza della vecchia, che aveva scelto di giocare in un campionato minore) ha un compito difficilissimo: deve lottare ogni mese per dimostrare che vale la pena di leggere questo fumetto, che questo fumetto è ancora Dylan Dog [...]
L'agitazione è comprensibile, siamo di fronte ad una guerra civile come non se ne vedevano forse dai tempi del numero 100.
Ti do ragione su tutto Piccatto, infatti ormai la mia "percezione del problema" si è spostato su chi ha più o meno paura/voglia delle novità e su un altro fattore, sulla memoria che ognuno di noi ha di Dylan e che lo porta a definire fuori/dentro il personaggio certe ultime uscite...
Aleksandr ha scritto:
Per rispondere alla domanda del titolo: Dylan Dog non è più quello di una volta (ma non è detto che questo debba essere negativo a priori), gli utenti non sono più quelli di una volta e una volta qui era tutta campagna
...ottima chiusura
Zarathustra ha scritto:
Il cambiamento degli utenti non va sottovalutato. Secondo me, in pochi anni le aspettative dei lettori sono molto cambiate
...le aspettative o la percezione del personaggio?
Cita:
Tutto ció secondo me porta, come effetto collaterale, ad un atteggiamento ipercritico (ed un po' nevrotico) ed alla sopravvalutazione del nostro feedback come lettori. Dal momento che abbiamo il megafono, ed i creatori a portata di mano, quasi ci illudiamo di poter "plasmare" ció che stiamo leggendo, o rimandarlo in cucina e chiamare il cuoco al tavolo come al ristorante.
Da scolpire su pietra
Cita:
Un po' anacronisticamente, quasi rimpiango un mondo dove l'autore é un demiurgo lontano ed imperscrutabile, che parla solo attraverso le sue opere. E noi lá, impotenti, ad attendere la sua creazione.
Concordo solo in parte. Credo, come dice nonno pippo, che la possibilità di approfondire certe scelte sia interessante e stimolante, come anche il confronto sulle scelte fatte in sceneggiatura; molto meno piacevoli gli scontri aperti visti negli ultimi numeri...ma la colpa era un pò da dividere certamente tra tutti quanti e quindi...