Sento la necessità quasi fisiologica di commentare almeno la prima storia.
SPOILER
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Dio mio.
Ma cos' è successo a Cavaletto?
Una delle cose più brutte che abbia letto in tutta la mia vita.
Oltretutto, la combinazione sceneggiatura-disegni è micidiale e involontariamente comica.
Per iniziare, tutta la sequenza dall'inizio a pag.9 è di una banalità agghiacciante, a livello dialogico.
E poi, perché caspiterina i giovani/adolescenti devono essere sempre rappresentati graficamente come feccia conciata in modo improbabile?
Io ho 25 anni, ho attraversato tutte le fasi della gioventù "underground" alternativa, e non ho mai visto gente ridotta così.
Cioè, guardate i tizi di pag.10. Ma si può?
Stessa cosa per Stano nella sua legione scheletrica e Marzano con i suoi giovani succhiasangue, ma irritanti retaggi lombrosiani non ci vengono risparmiati neanche da Di Gregorio/Bigliardo sul mensile: i serial killer devono essere per forza energumeni truci e poco raccomandabili. Ma quando mai? Il 90% dei killer storici sono individui insospettabili.
Idem per i giovani d'oggi, mi viene da dire.
Per non parlare poi del riduzionismo concettuale, sempre riferito ai giovani.
Disperati aspiranti suicidi, impasticcati, alcolizzati, nichilisti, senza una prospettiva nella vita se non quella di scomparire. Ma neanche fra i raver più incalliti si vedono casi umani simili, anzi, tutti quelli che conosco sono persone estremamente solari, socievoli e positive.
Magari l'autore ne conosce altri, ci mancherebbe, però mi rivolgo direttamente a Recchioni: basta stereotipi per il futuro, basta.
Un esempio clamoroso in questo senso è la tragicomica figura di Liam.
A pag. 25, i genitori di Desirée ne magnificano le doti, parlandone come di un ragazzo "bravo, intelligente, a modo e di ottima famiglia". Dylan, giustamente, si chiede cosa ci faccia un tizio così in un centro sociale, e Fay gli risponde che, di giorno, è "un insospettabile borghese".
È fatta - ho pensato - finalmente un giovane all'apparenza normale. E invece no, perché a pag.29 appare il solito tamarro con dread alla Medusa, barbetta caprina, orecchini e tatuaggi su tutte le braccia!
Come fa un individuo del genere ad essere scambiato per un ragazzo "a modo" da due bigotti retrogradi?
E tutto per rispettare i soliti clichè, quando anche nei centri sociali esistono ragazzi dalle apparenze normali e tutt'altro che alternative. Guardate invece cosa sbuca dietro questo Liam nella terza vignetta di pag. 31.. Ma chi sono, COSA sono quelli? Dove sono, perché sono?
Liam che poi, verso la fine, viene coerentemente ferito da... Cosa? Cosa diavolo esce da quella sedia a rotelle? Una conclusione sgangherata per un personaggio sgangherato.
Come se non bastasse, ci si mette uno dei più irritanti Dylan di sempre, nelle sue continue invettive contro la gioventù bruciata e omologata.
Capolavoro di ironia involontaria [anche se mi auguro di no], in questo senso, il dialogo fra Dylan e il tatuatore, con quel meraviglioso "Il tatuaggio ce l'hanno tutti.. È omologarsi anche quello!" - "Di che parli? Io combatto il sistema!", che mi ha ricordato la scena del telefonino di
Natale in India, in cui Boldi, per difendersi dalle accuse di oscenità, si giustifica esclamando goffamente: "Sono un magistrato!". E la resurrezione di certe memorie non è certo un punto a favore.
Poi vabbè, ovviamente non si può glissare sullo scioglimento della vicenda.. Ho davvero assistito a DUE SATANASSI CHE INFESTANO IL CORPO DI DUE VECCHI SERIAL KILLER IN PENSIONE PER RICREARE L'INFERNO IN TERRA UTILIZZANDO UNA DROGA FATTA DI POLVERE DI MINIERE DI GOLCONDA E SANGUE UMANO??
È la conclusione più inutilmente astrusa dai tempi del terrificante
Anime senza pace di gualdoniana memoria, tuttora imbattibile.
Non sono neanche riuscito a giustificare tutto ciò buttandolo nel trash, perché si prende sempre dannatamente sul serio, mancando di quel sottile velo di ironia che pervade albi come
Trash Island o anche solo l'attuale mensile.
Insomma, mi auguro che anche Cavaletto abbia assunto un po' di quel nettare prima di scrivere questa storia.. Prima insufficienza piena che darei a un autore solitamente sempre più che accettabile.
Ho apprezzato invece la citazione finale e gli scambi con il Re della festa [nome a parte], con tanto di rimandi cinematografici e filosofici.
Ultima nota, doverosa, sui disegni.
CHE RAZZA DI CAPELLI HANNO DISEGNATO A FAY?