Cravenroad7

Letto in una sera... dimenticato in una notte.

Lunghi giorni e piacevoli letture,
T_theT

voto 6,5

la migliore è la seconda che si becca il 7 pieno, la prima e la terza non sono un granche

Giudizio flash, ma il tempo in questo periodo è quel che è. Ne riparleremo in fase rilettura temo, comunque solito Maxi mediocre ma leggibile sotto l'ombrellone (anche se per adesso piove un giorno sì e l'altro anche e dal mare disto minimo 200km).
Anche per me miglior storia quella di Di Gregorio, malgrado il titolo spoiler! Quella di Gualdoni mi pare ispirata a uno degli episodi di Body Bags e se l'autore avesse calcato maggiormente la mano sull'ironia, come nell'episodio cinematografico di Sulkis/Carpenter, il risultato sarebbe stato migliore. Quella di Cava stavolta non mi è proprio piaciuta, qui siamo oltre la passione per i B-movie ecc..; l'idea della droga applicata all'horror (anche qui titolo spoiler ) non sempre è stata foriera di buone cose e qui Dylan arranca come un pesce fuor d'acqua tra discoteche, gente alternativa e moralismi; forse ci si mette anche il dinamico duo M&G che in questa storia, come dice Wolkoff, presta il fianco alle critiche più che nelle altre.

Nel complesso 6,5.
Devil's trip é una storia avvincente, mi ha tenuto lì incollato. Bello anche vedere dylan in ambientazioni fuori dal suo solito come il locale di questa storia. Il finale però é debolissimo, avrei preferito che tutto si interrompesse alla fuori uscita dei diavoli dai corpi dei due vecchietti e che groucho si svegliasse dicendo che aveva fatto un incubo.
Ottima la tensione datami dalla seconda storia, niente di horror ma grande suspense.
La terza è divertente, leggera e scorre ed é quel genere di trash e apprezzo.
I disegni mi sono piaciuti, a parte qualche primo piano di dylan dove ha la faccia di chi sta annusando una grande puzza.

Alla fine 6,5

votato buono per la storia di De Gregorio, davvero ben fatta e angosciante.. non male anche quella del Gualdo, Bloch e Dylan funzionano molto bene. Quella che mi ha convinto di meno è stata la prima, non so ancora perchè.. forse semplicemente mi aspettavo di più da Cava.
Per quanto riguarda i disegni beh, io tutte quelle pagine disegnate da M&G fatico proprio a sopportarle!

Sento la necessità quasi fisiologica di commentare almeno la prima storia.


SPOILER
SPOILER SPOILER
SPOILER SPOILER SPOILER


Dio mio.
Ma cos' è successo a Cavaletto?
Una delle cose più brutte che abbia letto in tutta la mia vita.
Oltretutto, la combinazione sceneggiatura-disegni è micidiale e involontariamente comica.

Per iniziare, tutta la sequenza dall'inizio a pag.9 è di una banalità agghiacciante, a livello dialogico.
E poi, perché caspiterina i giovani/adolescenti devono essere sempre rappresentati graficamente come feccia conciata in modo improbabile?
Io ho 25 anni, ho attraversato tutte le fasi della gioventù "underground" alternativa, e non ho mai visto gente ridotta così.
Cioè, guardate i tizi di pag.10. Ma si può?
Stessa cosa per Stano nella sua legione scheletrica e Marzano con i suoi giovani succhiasangue, ma irritanti retaggi lombrosiani non ci vengono risparmiati neanche da Di Gregorio/Bigliardo sul mensile: i serial killer devono essere per forza energumeni truci e poco raccomandabili. Ma quando mai? Il 90% dei killer storici sono individui insospettabili.
Idem per i giovani d'oggi, mi viene da dire.

Per non parlare poi del riduzionismo concettuale, sempre riferito ai giovani.
Disperati aspiranti suicidi, impasticcati, alcolizzati, nichilisti, senza una prospettiva nella vita se non quella di scomparire. Ma neanche fra i raver più incalliti si vedono casi umani simili, anzi, tutti quelli che conosco sono persone estremamente solari, socievoli e positive.
Magari l'autore ne conosce altri, ci mancherebbe, però mi rivolgo direttamente a Recchioni: basta stereotipi per il futuro, basta.

Un esempio clamoroso in questo senso è la tragicomica figura di Liam.
A pag. 25, i genitori di Desirée ne magnificano le doti, parlandone come di un ragazzo "bravo, intelligente, a modo e di ottima famiglia". Dylan, giustamente, si chiede cosa ci faccia un tizio così in un centro sociale, e Fay gli risponde che, di giorno, è "un insospettabile borghese".
È fatta - ho pensato - finalmente un giovane all'apparenza normale. E invece no, perché a pag.29 appare il solito tamarro con dread alla Medusa, barbetta caprina, orecchini e tatuaggi su tutte le braccia!
Come fa un individuo del genere ad essere scambiato per un ragazzo "a modo" da due bigotti retrogradi?
E tutto per rispettare i soliti clichè, quando anche nei centri sociali esistono ragazzi dalle apparenze normali e tutt'altro che alternative. Guardate invece cosa sbuca dietro questo Liam nella terza vignetta di pag. 31.. Ma chi sono, COSA sono quelli? Dove sono, perché sono?
Liam che poi, verso la fine, viene coerentemente ferito da... Cosa? Cosa diavolo esce da quella sedia a rotelle? Una conclusione sgangherata per un personaggio sgangherato.

Come se non bastasse, ci si mette uno dei più irritanti Dylan di sempre, nelle sue continue invettive contro la gioventù bruciata e omologata.
Capolavoro di ironia involontaria [anche se mi auguro di no], in questo senso, il dialogo fra Dylan e il tatuatore, con quel meraviglioso "Il tatuaggio ce l'hanno tutti.. È omologarsi anche quello!" - "Di che parli? Io combatto il sistema!", che mi ha ricordato la scena del telefonino di Natale in India, in cui Boldi, per difendersi dalle accuse di oscenità, si giustifica esclamando goffamente: "Sono un magistrato!". E la resurrezione di certe memorie non è certo un punto a favore.

Poi vabbè, ovviamente non si può glissare sullo scioglimento della vicenda.. Ho davvero assistito a DUE SATANASSI CHE INFESTANO IL CORPO DI DUE VECCHI SERIAL KILLER IN PENSIONE PER RICREARE L'INFERNO IN TERRA UTILIZZANDO UNA DROGA FATTA DI POLVERE DI MINIERE DI GOLCONDA E SANGUE UMANO??
È la conclusione più inutilmente astrusa dai tempi del terrificante Anime senza pace di gualdoniana memoria, tuttora imbattibile.
Non sono neanche riuscito a giustificare tutto ciò buttandolo nel trash, perché si prende sempre dannatamente sul serio, mancando di quel sottile velo di ironia che pervade albi come Trash Island o anche solo l'attuale mensile.

Insomma, mi auguro che anche Cavaletto abbia assunto un po' di quel nettare prima di scrivere questa storia.. Prima insufficienza piena che darei a un autore solitamente sempre più che accettabile.
Ho apprezzato invece la citazione finale e gli scambi con il Re della festa [nome a parte], con tanto di rimandi cinematografici e filosofici.


Ultima nota, doverosa, sui disegni.
CHE RAZZA DI CAPELLI HANNO DISEGNATO A FAY?

@Nikolaj Stavrogin: effettivamente ho assunto il nettare... ma mi sto disintossicando, promesso!

Io contatterei la Bao per un'edizione variant con una bustina attaccata in terza di copertina

Il trip è quello dell'autore, in questo caso.. Se fosse davvero una sceneggiatura scritta dietro abuso di sostanze, sarebbe da massimo dei voti.

Cava, cosa mi combini!
Poi magari a te piace tantissimo e la ritieni uno dei picchi della tua produzione, ci mancherebbe.
Fra i punti di vista di lettori e autori c'è sempre un certo dislivello, più o meno marcato.

SPOILER *** SPOILER
(in genere non commento i Maxi dopo averli letti, ma visto che sto...)

[...]


@Nikolaj et als.

Premetto che non ho assunto nettari de nessun tipo per entrare in sintonia con la storia... a parte quello all'ananas per rinfrescarmi dopo mezz'ora d'intossicazione allucinogena nel traffico

Però alcuni alibi a Cava vanno riconosciuti .
Gran parte della tamarraggine stereotipica di punkammerde &co (per abiti, zazzere, piercings) è dovuta alle conoscenze del vetero-duo M&G in materia... che non credo si siano documentati molto nell'ultimo ventennio.
Per loro gli "sbandati" urbani sono più o meno sempre quelli, graficamente, dai tempi di Killer! in poi

In un certo senso Dylan va un po' svecchiato da queste figurine del presepe (a-storico)... però c'è da dire che in quel di Londra girano ancora abbastanza nostalgici di quel genere di stile di vita/estetica da strada, come a Berlino.
Metterceli a Porto Cervo o ad Eton... quello sì che stonerebbe col contesto .
L'unica stortura che ho trovato un po' fuori dalla plausibilità è stato il rave organizzato in un sottoscala in pieno centro... quando per questi eventi si scelgono in genere capannoni o edifici semi-dismessi di periferia, ed anche più lontano.
In più il rampollo borghese che si concia da rasta, ma vive in una reggia, non è così avulso: c'era già nel film Ovosodo... tale Marco Cocci:




Detto ciò questa non è sicuramente la storia più riuscita di Cavaletto.
Fino a pag 63 l'ho trovata passibilmente interessante, poi ha svaccato di brutto verso il tragicomico involontario e poco divertente.

Io penso che se si vuole fare del trash fino in fondo, lo si deve incartare già dalla premesse (scazzate, sborone, pataccoidi)... e non solo nello sbroccamento di mostrazzi e contro-mostrazzi sul finire, in crescendo.
Lasciando invece sospeso quel referente/genere, si finisce inevitabilmente per creare un ibrido senza testa, che al posto di orientarsi sul b-movie finisce per prenderci per il b-side, con poco spasso reciproco.
Tra l'altro non è neanche così semplice restituire l'alone di certi b-movie appositamente a fumetti su Dylan. Per le riviste antologiche specializzate (come Splatter) è molto più agevole.

Per il resto la storia non è malaccio, e come già detto qualche post fa non è l'ideale per i disegnatori scelti.
Molti pan-demonii sembrano davvero naif, e più che paura incutono sconforto.
Quel congegno malefico che scatta dalla sedia a rotelle è tuttora un enigma... di negligenza, grafica.
Rimanendo sui disegni: qualche cubista gnocca non offende ( ) l'occhio, qualche creatura gigante si difende ... a morsi, come il triclope, l'imbecillità del Re è ben resa, e non tutti gli inferni sono da affossare (eccapirai... )

La sottotrama del padre si poteva sfruttare meglio... e l'omaggio finale al totem di La Legge della Giungla è abbastanza gratuito se non fuorviante.
A me non è dispiaciuto il modo in cui Dylan smonta puntualmente tutte le ridicole ipocrisie dei "finti alternativi" (astaminkia ), come la volontà di combattere il sistema, di buttarla sulla retorica da tre soldi (bucati), di raccimolare spiccioli col proprio corpo, di atteggiarsi a truzzi-bohemiens, di fare del cazzeggiamento arte, etc..
Forse sto invecchiando pure io... comprese le mie Clarks

Mi è piacuto anche il riferimento al dilemma del porcospino.
Di certo il mio avatar ne sarà contenta


ALOHA MI STROFINO COME UN RICCIO
(ma sossempre dolori)

Grazie a Wolkoff per la difesa! Mi ricorderò di te se mai finirò davanti ad una giuria.


Cmq per rispondere a Nikolaj, no, non ritengo questa storia un picco della mia produzione. Nelle intenzioni dovrebbe essere una storia estiva di svago e spensieratezza e non va presa troppo sul serio, altrimenti avrei puntato di più sul rapporto tra Fay e il padre, e avrei indagato meglio il background dei ragazzi prigionieri.


Ah, per quanto riguarda il sottoscala rave mi sono ispirato a locali figherrimi come il londinese Dance Tunnel... e al locale che si vede nel film Biutiful di Inarritu.

Allora sei in una botte de féro... oltre che al fresco, tra la fiamme
Mica sono al loro livello:



Se poi preferisci la fredda Caina o la brumosa Cesano Boscone famme sapé


ALOHA: CI VEDIAMO IN LIBANO
(Hammammet ormai è datato...)

Sono fermo a pagina 50 di Devil's Trip ma intervengo per dire che non si può proprio guardare questo Dylan che prima ironizza sui borghesotti abbienti che vivono nell'irrealtà e subito dopo - ma non prima di essersela presa con i gggiovani che vogliono un'ipocrisia tutta loro - col figlio ricco che "gioca a fare il ragazzo di strada". Alla ridicola sparata sui tatuaggi ho iniziato a temere per la possessione del nostro da parte di qualche ottuagenario perbenista (e in effetti ancora mi aspetto un catartico twist finale!). Pare uno affetto da disturbo bipolare o, peggio, un vecchio - come lui stesso si definisce - brontolone inacidito che commenta a sproposito ad ogni piè sospinto. Per il resto e salvo gigantesche sorprese si prospetta il solito urban-fantasy all'acqua di rose, in linea alla produzione della testata. Due parole su Monty & Gras; oramai l'ombra di loro stessi, come osservato da più o meno tutti. Alcune vignette appena decorose ma il più delle volte viene da chiedersi se riguardano le tavole finite. E soprattutto se le guardano in Bonelli prima di mandarle in stampa. Semplicemente improponibili, un tempo stravedevo per il loro tratto ma oggi riuscirebbero a rendere sciatta e approssimativa anche la migliore delle sceneggiature. Questa cosa mi rattrista tantissimo.


Ah beh, in tal caso ce lo meritiamo proprio il Maxi estivo (perchè sapevi che la storia sarebbe finita all'interno di quel contenitore, giusto?)..
Mi auguro che con Old Boy le cose cambino in misura radicale, del resto non ce lo vedo Recchioni che dice agli sceneggiatori: "pensate a storie estive di svago e spensieratezza, da non prendere troppo sul serio".

@ Dies:
ti rassicuro subito. Recchioni non credo dirà mai una frase tipo "pensate a storie estive di svago e spensieratezza, da non prendere troppo sul serio".


Per quanto riguarda la storia, ovviamente non sapevo che sarebbe finita sul maxi, ma quando ho scritto "storia estiva di svago e spensieratezza" volevo riprendere il tono un po' ironico di Nikolaj. Potevo anche dire "cazzara" o "tamarra". Più sullo stile di "piovono rane" piuttosto che " I sonnambuli", ecco.

Poi oh, a me non piace generalizzare mai, anzi, quando riesco lo evito... però ripeto, i borghesotti abbienti che vivono nell'irrealtà esistono, i figli di papà che giocano a fare i ragazzi di strada pure, etc etc etc. Nello specifico agiscono nel contesto della mia storia proprio per rappresentare quelli che vivono un'ipocrisia tutta loro (in questo caso sono giovani, ma non ce l'ho con i gggiovani. Per quel che mi riguarda ho la mia triste convizione che viviamo tutti in un'ipocrisia nostra, me compreso, ed è un argomento che, seppure impopolare, esce spesso fuori quando scrivo i miei film e i miei fumetti. Se vai a guardare nella mia passata produzione lo vedrai.
Quindi, non è corretto dire che il mio Dylan ce l'abbia con l'ipocrisia dei giovani, in quanto voglio esprimere i miei pensieri più generalmente sull'ipocrisia di tutti. Anche questa mia risposta è un po' ipocrita, e il fatto che ne sia consapevole non mi rende migliore. In fondo la vetta dell'ipocrisia sta proprio nel dichiarare di essere ipocriti.
Non odiatemi ma per me è così...