Cravenroad7

Neanche me Groucho fa tristezza, semmai mi mette i brividi pur facendomi ridere.

Nelle storie in cui è usato bene, sì, anche a me.

Grande storia. La leggi, ammiri i disegni, rileggi alcuni passaggi, non capisci tutto, ti emozioni. Questo è Dylan Dog per me, non quella fuffa sempre uguale a se stessa con un protagonista che potrebbe essere Nick Raider alle prese col soprannaturale (senza offesa per NR). Troppe storie negli ultimi anni scorrevano lisce e si facevano dimenticare all'istante. In primis Dylan deve destabilizzarmi e questa storia c'è riuscita, quindi per me è promossa.

il rrobe potrebbe darci qualche background info sull'albo? Tipo da quanto tempo era pronto, se l'uscita in questo ordine degli albi è casuale o ha un senso etc?

(ri)ecco Dylan Dog... e per fortuna sta capitando sempre più spesso. questa storia dà angoscia, queste tavole fanno PAURA... grazie Celoni

Letto ieri mattina e devo dire che mi ha esaltato ed emozionato non poco! Per quanto mi riguarda da 10...! Non so se qualcuno l'ha letta ,ma a me ha ricordato le miniserie a fumetti KISS Psycho circus e Destroyer, ispirate appunto alla famosa hard rock band di Detroit e che hanno il circo come perno centrale della storia...Mi ha riportato al lontano 99 quando un bel po' di gente sembrava fare di tutto per farmi impazzire: professori, un insegnante di ripetizione che sfogava su di me, (un ragazzo di 16 anni) le sue frustrazioni. Li avrei portati tutti nel MIO circo per farli impazzire tutti quanti ! Non mi sento di dire altro, anche perchè Dogares ha già detto tutto (post da incorniciare !) SOno d'accordo anche io per quanto riguarda la copertina: pur essendo simpatica avrei preferito qualcosa di molto più pazzoide e malato!

Insieme a "Una nuova vita", quest'albo è quanto di meglio la fase 1 (o transitoria, o come altro volete chiamarla) ci ha regalato sulla serie regolare.
La citazione del "Popolo dell'autunno" di Bradbury da parte di Celoni è importante, ma veicola solo in parte la storia. Prima di addentrarmi in improbabili analisi, c'è da chiarire perché questo #333 piaccia anche a chi afferma di non averci capito nulla e perché quelli che non l'hanno apprezzato non riescono comunque a stroncarlo. La motivazione è la medesima, a mio modo di vedere, e costituisce forse il principale merito del lavoro di Celoni: la storia funziona a prescindere da tentativi di lettura onnicomprensiva grazie a sequenze potenti, complesse ed evocative, perfettamente fruibili ed apprezzabili singolarmente, con l'apporto insostituibile e fondamentale dei disegni di Fabio. Illustrazioni spiazzanti, inquietanti che strizzano l'occhio a Breccia e omaggiano il cinema espressionista. Penso a Rrobe quando disse che Dylan Dog (inteso come fumetto) non deve essere rassicurante, tesi che mi trova d'accordo. E qui rassicurante non lo è proprio per niente e pazienza se ne viene fuori un protagonista caratterialmente diverso dal solito, più incattivito, quasi tetro. Un Dylan, come qualcuno sopra ha sottolineato, più vicino a quello della Barbato che a quello di Sclavi.
Poi se si vuole cercare un significato a tutti i costi, trovo la tesi di Nikolaj molto affascinante, la più condivisibile di quelle espresse finora. Rimangono però dei punti oscuri: quel Bloch in penombra che dice "pensa alla pensione, vecchio mio" non è facilmente collocabile e non sembra una frase buttata lì.
Il finale invece rimescola le carte. Mi ha ricordato il teatro dell'assurdo, alla "Rosencrantz e Guildnersten sono morti" (da cui fu tratto anche un sottovalutatissimo film che mi piace ricordare anche se con la storia non c'entra), in cui i commedianti itineranti sanno in anticipo che quella che i protagonisti stanno vivendo è una storia scritta e diretta da altri (il regista?). Splendido il dialogo dell'ultima pagina.
Non tutto mi ha convinto al 100% (l'espediente della droga mi aveva un po' afflosciato, meno male che poi a conti fatti si rivela irrilevante), ma questo Raminghi dell'autunno mi ha entusiasmato, mi ha spronato alla rilettura e a far funzionare le celluline grigie. Una conferma per Celoni, dopo il già ottimo (ihmo) "Il vecchio che legge".

C'e' voluta assolutamente una seconda lettura per capire che questo e' un albo straordinario. Porta a riflettere su varie tematiche ed immerge in un orrore reale,di quelli che non diverte, perché albergando in ognuno di noi fa veramente paura... In questa storia si coglie l'ambivalenza del mostro che si manifesta soprattutto nel pubblico del circo, I freaks sono realmente orrendi e misteriosi e lo strazio piu' grande prende vita nella perdita di un affetto in un modo incomprensibile ed assurdo. E allora ci sta nel proporre un Dylan atipico, privo di ironia, incattivito e disperato.
I disegni sono bellissimi,cupi,pervasi in ogni dove dalla danza di quelle foglie autunnali che generano una malinconia infinita.

Nonostante non sia il mio genere preferito voto 9

Altair,postando quasi contemporaneamente, ho notato,che senza condizionarci a vicenda,abbiamo definito il Dylan di questo albo quasi nello stesso modo

Domandina:

Vero.

Comunque ho dimenticato di aggiungere che questa storia l'avrei vista bene sull'ormai defunto Gigante, sia per la trama diciamo così "sperimentale", sia per i disegni di Celoni che in formato grande sarebbero stati ancor più terrificanti.

Non credo...



ALOHA REVIEW, FORTHCOMING

Su una cosa son d'accordo con Recchioni: Dylan Dog deve turbare, inquietare e non rassicurare... la direzione presa da quest'albo è quella giusta...

Per me assolutamente si. Indipendente dal suo lato quotidiano e rassicurante.