Salve a tutti !
Scrivo poco per via dei miei impegni universitari, ma non potevo esimermi dal fornire un giudizio in merito all'imminente cambiamento destinato a verificarsi sulla testata.
dogares ha scritto:
OT
Non sono contraria ad un cambiamento, anzi una parte di me lo implora. Solo temo di rimanere delusa e non vedere questa mia considerazione come una critica o una disistima del tuo operato e della tua capacità. Ribadisco che è mia intenzione comprare i numeri nuovi, sperando...ma ritengo che questo fumetto sia arrivato al capolinea, almeno per quel ciclo di idee, personaggi, messaggi, atmosfere, per il suo mondo....e temo che il corso nuovo non riuscirà a ridare linfa al personaggio.
Vero il modo dei comics spesse volte è risorto dalle sue ceneri ( il Devil di Miller, il Batman di Miller, i FQ di Byrne, gli Xmen di Claremont...) quindi...non so...fammici pensare su.
Settembre è lontano, e i miei sentimenti variano di molto. Mi scuso, lo dico prima, con Marzano per la mia critica feroce.
E' un autore che non disistimo, per quel che vale, e sa che non centro le mie osservazione sulla persona...credo sia tutto figlio di una delusione molto profonda che mi attanaglia, leggendo questo fumetto che ho amato come una parte della mia vita.
Fine OT.
La situazione è un tantino differente rispetto a quelle da te citate, Dogares.
Le resurrezioni di cui parli avvennero poiché le testate da te menzionate stavano attraversando un periodo di profonda crisi economica determinato dallo scarso appeal che quei personaggi esercitavano sul pubblico.
The Uncanny X-men era stata chiusa press'a poco nei primi anni settanta, tant'è vero che la Marvel cominciò a ristampare le storie precedentemente pubblicate nei Sixties.
Su Daredevil si era persa ogni speranza; ed infatti l'allora editor in chief Jim Shooter diede carta bianca ad un giovane, e pressoché sconosciuto, Frank Miller.
Sulla situazione di Batman non vorrei dilungarmi, ma mi sento in dovere di spezzare una lancia in favore delle storie, più che buone, precedenti all'arrivo di Miller che ebbe il merito di cambiare radicalmente la concezione sul personaggi; concezione della quale l'odierno uomo pipistrello è figlio.
Quel che voglio dire è che le testate a cui fai riferimento subirono un profondo cambiamento poiché esso era stato reso
necessario dalle circostanze.
La valorizzazione di elementi quali la multietnicità e la soap opera furono fondamentali per rielaborare, in maniera più convincente ed appassionante, un argomento ricco di spunti narrativi quale quello dei mutanti.
E bada che le storie mutanti dei Sixties, seppur non premiate dal successo, erano state realizzate da alcuni dei migliori artisti dell'epoca quali: Stan Lee, Jack Kirby, Roy Thomas, Neal Adams ...
Frank Miller fu costretto a stravolgere completamente quello che era un personaggio relativamente sereno [ seppur afflitto dalla piaga della cecità ] conferendogli i crismi cinematografici del genere hard boiled.
Daredevil prima ...
... e poi.
Nel nostro caso, Dylan Dog segnò una rivoluzione culturale all'interno del fumetto italiano per quanto riguardava: contenuti, (non)struttura narrativa e parco disegnatori, ponendosi come ponte fra le opere popolari e quelle d'autore.
Il trascorrere degli anni ed il progressivo abbandono di Sclavi [ e, aggiungerei, Chiaverotti ] dalla serie, favorito anche dalla censura operata dai media durante i Nineties, hanno banalizzato il personaggio mantenendo ben vivi i suoi aspetti superficiali.
Chiarisco che non ho intenzione di attaccare questi od altri autori dato che la mia vuole essere una critica puramente costruttiva.
Quello di cui ha disperatamente bisogno Dylan Dog non è, pertanto, uno stravolgimento, bensì di un ritorno alle origini, se non altro per quel desiderio di osare che aveva permesso alla testata di riscuotere grande successo.
Ben venga, dunque, il cambiamento a lungo annunciato, sperando che riesca a restituire a Dylan lo smalto perso nel corso degli anni.
P.S. Mi scuso per questa domanda, Rrobe, ma vorrei sapere se vi siano i presupposti per far tornare Claudio Villa anche soltanto per una storia.