Riporto qui i miei commenti su due ottimi manga conclusisi da poco: Eden e Piece.
Eden, di Hiroki Endou (Planet Manga, 9 volumi doppi)
Grande manga? Sì, indubbiamente. Capolavoro? Mah, a caldo direi di no. Come (quasi) tutte le serie giapponesi, anche quest'opera si trascina dietro un difetto: pur non mancando di organicità, è evidente che in certi momenti l'autore procedeva a braccio. Aggiungeva carne al fuoco senza troppo criterio, insomma: presumo che, se l'architettura complessiva era già stata definita, al suo interno Endou avesse lasciato lo spazio per diversi inserti più o meno lunghi (dato che in Giappone, un manga prosegue fino a che vende), e a lettura completata risulta evidente che alcuni di questi non rientrano del tutto nel piano generale. Ovvero, sono piacevoli ma ininfluenti sulla macrotrama. E poi c'è una certa freddezza di fondo che toglie un po' di "calore" all'opera e le impedisce di diventare davvero esplosiva (anche se ci si arriva quasi, in certi momenti).
Non escludo che una futura rilettura, integrale e più rapida, dell'opera, possa farmi rivedere la suddetta opinione, ma per ora la sensazione che mi porto dietro è questa. Ciò detto, Eden rimane un manga veramente eccellente, tranquillamente annoverabile tra le le vette della produzione manga giunta in Italia negli ultimi anni. Narrazione sempre scorrevole e avvincente, personaggi ben sviluppati e non banali (per quanto la maggior parte di loro appartenga allo stesso "tipo", una scelta giustificata dal contesto narrativo ma che comunque impoverisce la varietà dei caratteri), lunghe scene d'azione ben orchestrate e di piacevole lettura e, fortunatamente, una trama che si sviluppa con coerenza e che è portata a termine in maniera pienamente soddisfacente.
L'opera si caratterizza anche per una narrazione a tinte forti, crudele e ultraviolenta, e pregevolmente adulta. Va detto che il decimo colpo allo stomaco non ha più l'efficacia del primo, comunque il fatto che la storia non prenda mai una piega consolatoria rimane apprezzabile. Ottimi i disegni, per quanto la mano di Endou sia in continua evoluzione: dal tratto meticoloso ma a tratti un po' impreciso dei primi volumi si passa a quello più deciso e sicuro - ma anche più sintetico e meno dettagliato - degli ultimi. Comunque, il livello dei disegni è sempre alto.
Eden è un fumetto consigliatissimo, ma ci tengo a precisare che chi si aspetta la Bibbia del terzo millennio (a leggere certe recensioni che si trovano in rete, si ha proprio l'impressione che ci sia chi lo considera tale) potrebbe - condizionale - rimanerne leggermente deluso.
Piece, di Hinako Ashihara (10 volumi, Planet Manga)
La serializzazione dell'opera prosegue da circa tre anni e mezzo, quindi non è stato rapido arrivare all'ultimo volume: però valeva senz'altro la pena di armarsi di pazienza e di attendere, perché Piece si è rivelato un capolavoro autentico e si è issato altissimo tra le mie preferenze, arrivando quasi a insidiare il sublime Honey & Clover (per chi scrive, il miglior manga in assoluto tra i moltissimi proposti dagli editori italiani negli ultimi anni). Se il tratto dell'autrice e le copertine lascerebbero pensare a uno shojo come tanti altri, Piece si discosta dal genere fin dalle primissime pagine: inizia con una morte, prosegue con un'insolita ricerca e prende quindi una piega piuttosto cupa, diventando in una manciata di volumi una specie di Monster al femminile.
Il cast di personaggi, nutrito ma non eccessivo, viene vivisezionato dall'autrice con chirurgica precisione e con pochissima compassione, dando vita ad almeno un paio di caratterizzazioni memorabili. La lunghezza complessiva dell'opera, corposa ma non eccessiva, fa sì che l'Ashihara non perda mai di vista il nocciolo della vicenda: anche quando la trama si complica e pare attorcigliarsi su se stessa, basta affidarsi alla narrazione e proseguire nella lettura per rendersi conto di come tutti i nodi vengano al pettine, e di come le risposte necessarie siano prima o poi fornite (risultando pienamente soddisfacenti).
Oltre che un avvincente racconto investigativo, Piece è anche - e soprattutto - una storia di formazione: tutti i personaggi coinvolti si trovano a confrontarsi con se stessi e, nel farlo, crescono, anche se non tutti si rivelano capaci di maturare e di diventare qualcosa di diverso da quel che sono. Molto interessante, a tal proposito, la scelta dell'autrice di chiudere la macrotrama dopo poco più di otto numeri: giunti al termine della ricerca, la storia si avvia allo scioglimento e i personaggi sono lasciati a se stessi, liberi di raccogliere i cocci seminati durante la vicenda di cui sono stati protagonisti. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, nei due volumi conclusivi la tensione emotiva non si allenta neanche un po', e la parte finale del manga si rivela forse la migliore; di certo, la più matura. Con consumata abilità, l'Ashihara trascina il lettore verso una conclusione pienamente soddisfacente ma niente affatto consolatoria, che culmina in un inaspettato controfinale di tremenda ambiguità che riesce a trasmettere una netta sensazione di inquietudine. Un mezzo miracolo.
Insomma, un capolavoro. Da conservare e rileggere, per assaporarlo anche nei più piccoli dettagli. In quanto ai disegni, li ho trovati delicati ed espressivi, per quanto un po' stereotipati nel dare forma ai vari personaggi. Rimane il sospetto che il tratto dell'Ashihara sia fin troppo "leggero", specie in certi momenti in cui l'evolvere della trama suggerirebbe un disegno più corposo e "materico". Specifico che a me sono piaciuti parecchio, ma cercando di ragionare con oggettività mi rendo conto che non costituiscono certo il punto forte dell'opera.
Volendo assegnare un voto in decimi a questo gioiello, si parte come minimo dal 9.
_________________ È la mia opinione, e la condivido.
Ciao, Teo
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