Una buona storia, anche se non la migliore scritta dall'ottimo Enna per la serie.
Il tribalismo dei tatuaggi poteva suggerire un racconto più ieratico, invece è un giallo paranormale assolutamente lineare e dallo svolgimento piuttosto classico. Tutto buono, ma senza particolari acuti. Una storia molto parlata, chiaramente ancora figlia del passato recente della serie, ma comunque per ora bene così per il rilancio.
Il capitolo disegni mi fa apparire l'angioletto e il diavoletto sulle spalle...
L'angioletto mi dice di apprezzare la ricerca sul tratto di Dell'Agnol, coraggiosa e "al limite", di godere di un albo sicuramente particolare e affascinante da un punto di vista grafico, che di sicuro non può lasciare indifferenti, di ammirare il fatto che i suoi disegni sono talmente "spontanei" da dimenticare persino di cancellare una sagoma di Dylan schizzata nella prima vignetta a pagina 40 (
).
Però il diavoletto mi suggerisce che in fondo l'efficacia di alcune pur coraggiose soluzioni visive è più teorica che reale, che la caratterizzazione dei personaggi non è quasi mai memorabile e che certe posture sono davvero troppo rigide (persino i cadaveri non sembrano mai realmente cadaveri tanto sembrano "in tiro").
Insomma: bravo, ma boh.
Ottima la copertina di Stano, dal vivo efficacissima.
Votato buono.