Secondo me, invece, quanto dice
NonnoPippo è emblematico... anche se probabilmente costituisce un caso isolato fra noi formumisti.
Vale a dire: se non hai letto il fatidico
n°27 non ti puoi godere questo di
27, inteso come
Speciale... nonostante il (buon) riassuntino a metà della corsa.
Freschezza può coincidere con spiazzamento, per quanto la redazione giochi a carte scoperte ed instradi ad un certo tipo di "lettura", tra le righe e prima delle righe, già nella colonna introdottiva del (fu)
Club dell'orrore.
E' un bel malloppo di 160pp che alla fine ha il difetto di
non reggersi completemente sulle proprio gambe perché è lo
spinf-off di un
what-if. Troppa dipendenza crea appendicismo.
Un lettore scafato, a partire dalle doppie croci sulle uniformi di pagina 3, ha già mangiato la foglia con tutto l'albero sull'origine (e la finalità) del male di Cherill-iana fattura.
Ma per gli altri, quando la storia si gonfierà di riferimenti intrecciati, ovvero dalla scomparsa della Morte in poi, le cose probabilmente perdono un certo appeal se non si è letto l'episodio(-pilota?) precedente
.
[...]
Qualche altro scompenso:
Antonius ha scritto:
Dylan spaesato, confuso, non sa perchè il mondo è andato allo sfacelo, non lo ricorda, magari per via delle torture subite e per le droghe assunte.
In questa storia l'asse storico-temporale attorno al protagonista è completamente sincopato. Va avanti per scossoni, senza continuità... a seconda di quello che serve.
Se si fosse insisistito su un
melange di dimensioni tangenti/parallele mi stava anche bene, come se si fosse inquadrata la storia su un
versante più onirico.
Ma non è il nostro caso.
Qui Dylan - vabbene tutti gli psico-farmaci del mondo e l'effetto amnesia/straniamento - cade dalla nuvole come un ricordino di piccione senza sapere nulla di quello che è successo nel suo paese negli ultimi mesi, neanche gli antefatti da campagna elettorale
.
Insomma fa il belladdormentato nel fosso... di orrori&angherie in cui è sprofondata Londra e dintorni.
Non è mai stato sull'unghia della notizia, ma tutto questo pre-isolamento nullasapente
prima della cattura c'azzecca poco.
L'unico spiraglio di ricostruzionismo s'intravede nell'incubo dell'interrogatorio, ma anche lui gli dà poco peso e non tenta di partire da lì per un reinquadramento dei (propri) fatti.
Ricorda bene tutto quello che è successo a Cherill tra il n°27 ed il 69°... ma per il resto gli risulta un illustre sconosciuto.
Per fortuna che c'è Elly a dargli ripetizioni... e visto che si trova, anche una ripassata...
Anche gli altri intervalli temporali rischiano di scivolare nel pretestuoso: Jericho è invecchiato una cifra nel corso degli anni, mentre Dylan... lo sappiamo tutti, rimarrà sempre uguale, zigomo per zigomo... con tutta l'invidia dei chirurghi estetici. Per fortuna che
Bilotta ha avuto il coraggio di mostrarcelo nel tempo... e non solo al di sopra di esso
.
E poi non è molto credibile il tempo passato tra l'esplosione del palazzo a Chinatown ed il coprifuoco assoluto nei rifugi atomici.
Quanto diavolo sono rimasti sotto le macerie l'Old Boy e Jericho per permettere un fuggifuggi di massa di quelle proporzioni, cosa che neanche sul GRA le domeniche di Luglio?
Bah...
Antonius ha scritto:
Dylan è quindi solo, in un mondo impazzito, in cui un redivivo Cherrill, novello Hitler, viaggia al motto di "O si vive come dico io, o si muore tutti, nessuna eccezione".
Questa è una deduzione massiccia, anzi una
tra-duzione, nel senso che va infedelmente al di là della collocazione originaria (=
trans+duco),
Cherill accenna solo ad un sacrificio nazionale in caso estremo, ma non ad un'auto-immolazione di massa.
Per quanto profondamente bacato, come ho già detto, mi sembra ai limiti
dell'assurdità taffazziana scatenare l'inferno nucleare sulla capitale del proprio nazi-Commonwealth
.
Si poteva impostare in decine di altre modi l'evento clou della storia, ed invece lo si è messo in disparte e quasi a casaccio, nel contesto da cui deriva. Per non parlare dello sforzo-zero richiesto a Brindisi per ritrarre l'esplosione
.
Queste ed altre cosette, sempre nella mia percezione... inteso, separano un gran bella storia da un capolavoro d'annata.
ALOHA VENDEMMIA 2013