Spero in poche parole di esprimere perchè mi è piaciuto questo speciale.
(POSIBILI SPOILER)
Non è la prima volta che Dylan si sveglia in un luogo dove, in onor di risanare la sua psiche, viene drogato e torturato, e malgrado io tifi sempre per il nostro, provo una sorta di insano piacere a vederlo soffrire, perchè la sua sofferenza, in questo caso disegnata in modo magistrale da Brindisi, passa a me come corrente elettrica.
La prima parte del racconto scorre lineare: Dylan deve obbedire all'ordine, alla rettitudine, alla disciplina, e per fare questo viene corretto. Ma in fondo perchè deve essere corretto? Perchè è un sognatore, perchè è un moralista, perchè vede i veri mostri, perchè, in poche parole, è umano!
I suoi carnefici sono molteplici:
- il dottore, presumibilmente psichiatra, che lo spolpa della sua essenza, che gli vuole cambiare l'anima, che ne legge i pensieri sotto forma di lettere, che fa negare al nostro, più di una volta il suo stesso credo... perchè non negandolo si applica la tortura, o si annebbia tutto con le medicine.
- il paziente, colui che sembra poter essere balsamo sulle sue ferite, che lo culla nell'idea che ci sia la possibilità di scappare, che lo illude e lo disillude in una frazione di secondo, perchè anch'esso ormai vittima consapevole del sistema di cui ormai fa parte integrante, in cui esprime il suo essere disumanizzandosi, tradendo, magari per poter avere la liberta di sentirsi parte di qualcosa, per quanto inumana, per quanto sbagliata.
- la ribelle, colei che riesce a liberare il nostro, ma non per il bene di quest'ultimo, che sfrutta a sua volta, ma per un suo ideale più grande, rappresentato da un altro uomo, un altro leader, che rischia di impazzire e che deve essere aiutato a rialzarsi per portare avanti la causa.
E c'è il nostro Dylan dentro quell'ospedale psichiatrico, quel carcere correttivo, che sembra dover cedere da un momento all'altro, che teme per la sorte degli amici, e che vede come "Vampiri" tutti quelli che hanno in qualche modo l'animo macchiato e che vogliono un pezzo della sua anima. Un dylan che cede, un dylan che non cede, tanto che l'unico modo per controllarlo definitivamente è quello di distruggergli il cervello.
Ed è dopo questa parte, dove si attua la liberazione, in una citazione da brividi di quel capolavoro di Gillian chiamato "Brazil" che si passa alla seconda parte dell'avventura.
Dylan spaesato, confuo, non sa perchè il mondo è andato allo sfacelo, non lo ricorda, magari per via delle torture subite e per le droghe assunte. Viene presentato al cospetto del leader della resistenza, Gericho, un uomo allo sbando perseguitato dai fantasmi, e dylan deve essere colui che deve liberarlo, per riportare il leader al comando. In fondo gli si chiede di fare il suo lavoro e il nostro non perde tempo, andando indietro a cercare i suoi appoggi più saldi, ma che sembrano tutti essere scomparsi: Groucho (nei campi di concentramento), Madame Trelkovsky (morta forse da tempo), McCloud (sparito dal giro), e Wells (scappato via chissa dove).
Dylan sa che anche Bloch non deve aver subito una bella sorte, visto che nel sogno/ricordo della conversazione avuta con i due poliziotti, il padre putativo del nostro è stato allontanato dal corpo di vigilanza, ma non ci è dato sapere come, se non in un modo non troppo umano, facendo temere allo stesso lettore per la sua sorte.
Dylan è quindi solo, in un mondo impazzito, in cui un redivivo Cherrill, novello Hitler, viaggia al motto di "O si vive come dico io, o si muore tutti, nessuna eccezione". In una fuga roccambolesca dalla polizia, dopo essere stati prima traditi, poi salvati a costo della vita, da Ellys la ribelle, Dylan e Gericho si ritrovano soli, nella casa del nostro, dove finalmente possono ricostruire i fatti e venire al capo della soluzione che li condurra nel finale, la possibilità di cambiare la storia, di non far avverare quel futuro fatto di orrore e morte.
Uccidere Cherrill è l'unica soluzione possibile, in un passato in cui ancora non ha commesso nessun crimine verso l'umanità. Ma è questa la possibile soluzione? E' uccidere Hitler quando stava ascendendo al potere che avrebbe salvato dall'olocausto? Un dubbio che attanaglia pure il nostro, e che si porta come domanda finale interrogando per una volta noi lettori.
Un plauso alla redazione tutta per aver fatto uscire questo piccolo gioiellino, non esente da imperfezioni, ma che ha la forza in se di far riflettere e di farci interrogare sulla nostra natura pazza, mutevole, distruttiva, per quanto umana.
P.S. La sequenza silenziosa di Groucho e la bambina nel campo di concentramento rimarra negli annali storici della collana!
_________________ L'inizio della fine sarà quando cominceremo a prenderci dannatamente sul serio!
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