Cravenroad7

La lunghezza eccessiva dello Speciale annuale è cosa atavica, che a parte "Mefistofle" e "La Casa degli Uomini Perduti" ha sempre palesato stanchezza, eccezion fatta per i primi due che infatti erano ad episodi.
Una storia di 160 pagine può a volte apparire un assemblato, ma certo non è cosa di questo speciale.
Non lo è perché non esistono parti eccessivamente lunghe, nemmeno la sequenza iniziale che rimanda a "Necropolis" ma con una minore introspezione ed una maggiore cupezza e claustrofobia, non nella parte centrale che introduce personaggi nuovi e dinamici, non certo nel finale che forse, viste le tematiche, avrebbe meritato uno svolgimento maggiore, addirittura.
La lentezza non è sempre sinonimo di lungaggine, a volte. " Il Pianeta dei Morti " di Bilotta, che è superiore a questo per me, lo immagino molto lento, tanto per dire.
La sola nota stonata è che la soluzione viene dettata da Gericho a Dylan e non il contrario.

Possibili SPOILER

L'ultimo speciale targato Gualdoni e Brindisi è una bella storia!
Descrivendo qualche difetto, si potrebbero menzionare le varie citazioni: non in tutti i casi, ma a volte sono ripetizioni di interi dialoghi presi da numeri passati; personalmente la cosa non mi infastidisce più di tanto, ma comprendo chi non li vede di buon occhio.
La stora è un seguito (se così si può dire) di Ti ho visto morire, quindi rimandi e citazioni sono doverosi.
La bellezza sta nella potenza del soggetto e nel come ci viene mostrato lo svolgimento dei fatti: si respira un'aria sufficientemente epica e angosciante con un Dylan catapultato in una realtà da incubo, dove non riconosce nulla di ciò che gli apparteneva; mi ha colpito il tentativo di trasformarlo, di fargli rigettare tutta la sua vita passata compresi gli incubi e i mostri su cui ha indagato.
I dialoghi sono abbastanza asciutti e senza ridondanze; alcuni passaggi sono significativi, senza scadere nella banalità che potrebbe palesarsi trattando argomenti di questo tipo.
Anche i disegni, in alcune pagine, rendono bene il senso della storia, con immagini potenti che colpiscono e invitano alla riflessione su un possibile mondo in cui le cose dovessero andare esattemente come nell'albo in questione.
Forse si potrebbe dire che nella parte finale cala un pò il ritmo; quando ho cominciato ad intravedere che la soluzione stava nei mondi paralleli ho iniziato ad infastidirmi; per fortuna il tutto si svolge senza eccessive spiegazioni e senza essere troppo inverosimile.
Infine, bella la sequenza conclusiva; così come la scena in cui Dylan si chiede effettivamente che cosa avrebbe fatto in una situazione del genere, rispettando il personaggio pieno di dubbi e insicuro che conosciamo.
Andando ai voti, direi ottimo.

Per quanto riguarda il discorso revisione testi, noi non sappiamo in che misura la Barbato abbia rivisto quanto era stato scritto da Gualdoni; credo che la Barbato abbia un modo di sceneggiare diverso, più cervellotico, mentre La bomba è un'avventura decisamente più sobria e senza particolari sbalzi, con un andamento più lineare.
Tutto questo per dire che, secondo me, non credo ci sia stata chissà quale grande revisione. L'impostazione, lo svolgimento e i dialoghi mi sembrano in linea con altre storie di Gualdoni.
Forse sarà stato eliminato qualche baloon di troppo.

In conclusione, soddisfatto dell'acquisto

Ho letto la Gualdonata, la storia è godbile.
Su livelli alti se dovessimo fare un paragone con le precedenti (Blacky ) , ma la forza di questa storia è data dal voler attingere ai miglior soggetti sclaviani.

L'ex curatore ci mette anche del suo, costruisce una storia angosciante su universi paralleli, presente e futuro.

So benissimo che non si può pretendere la luna, ma dal nuovo ciclo (fase 2) mi aspetto di più.
Ma le premesse sono più che buone

Sono d'accordo su quasi tutte e 4 le tue affermazioni, e lo puoi controllare se riesci a dare finalmente una lettura alla mia psuedo-recensione - kettekosta, te le rimborso io le diottrie per il minutaggio speso a rincorrere il parolame sullo schermo .
Specialmente in sintonia per quanto riguardo la prima e l'ultima: questa storia in formato 94pp ci perderebbe parecchio, soprattutto per l'appeal epico a cui mira.
E proprio per questo, la parte finale - quella dell'ecatombe nucleare e della sua esplosione, visionaria che sia - meritava più spazio, risvolti e magaposter compresi, dopo tutte le premesse inquietanti che l'hanno annunciata .
Sulla parte centrale però non mi trovo: rallenta parecchio, finisce a passeggio ciceronico, ed inciampa nel didascalico resoconto per un Dylan che non immagina nulla, mentre noi abbiamo già intuito tutto, ahivoglia.
L'alibi c'è, a dire il vero: era difficile fare diversamente per innescare tutto il discorso dello stato di polizia ed il conflitto con Cherill. Ma si poteva impostare molto meglio, e con più scioltezza, scrollandosi prima l'impatto dell'Old Boy con la nuova realtà.

Ora che ci faccio caso...
Speciale 27.
Dipende dal numero 27.
L'anno prossimo traslochiamo a Stepford per qualche rimpatriata di strappone bioniche?


ALOHA GIORNO DI PAGA

Speciale letto.
Votato ottimo (per me è un 9, se vogliamo essere numerici...).
E' inutile che stia qui a scrivere le stesse identiche cose di chi ha commentato positivamente l'albo.
Mi limiterò a dare le ragioni che, nel mio personale metro di giudizio, rendono un fumetto godibile, ovvero:
1) Storia appassionante (in grado di suscitare interesse e stimolare la curiosità di sapere "come andra a finire");
2) Dialoghi credibili;
3) Disegni curati.
Ecco, quando ci sono queste tre cose, a mio parere l'albo merità già un voto molto alto.
"La Bomba!" questi tre elementi li centra in pieno.
Che la copertina sia bella o meno, invece, mi interessa meno.
Anche il titolo (che comunque a me piace) non influisce nelle mie valutazioni.
Del pari dicasi con riferimento alla percentuale di paternità/maternità dei dialoghi. E' sicuramente un discorso interessante da affrontare nell'ambito di un forum di discussione, e infatti ho letto le varie opinioni con un certo interesse.
Non sposta nulla, tuttavia, dal punto di vista della valutazione della storia in sè.
Una cosa che, mi pare, nessuno, finora, ha citato, e che forse ho notato solo io (ma magari è una mia pugnetta e nulla di più),è invece questa:

SPOILER (Forse)

Anche secondo voi il personaggio di Edison è una citazione dal Dave del serial Lost (per chi l'ha visto, ovvio)?
Il fatto che dica a Dylan di non prendere le pillole. Che organizzi la fuga dalla clinica, ecc..., me l'ha fatto ricordare non poco.
Secondo me ci assomiglia pure.

FINE SPOILER

Non sono, da ultimo, d'accordo, sulla questione "rimandi al passato", evidenziata in particolare da Rimatt, e non solo.
Io credo che la scelta di rielaborare vecchie storie sia unicamente un fatto di cifra stilistica.
C'è chi ha quella (Gualdoni), chi invece punta a cercare elementi nuovi (Barbato).
Il problema è a mio parere un altro, o, meglio, lo è stato finora.
Gualdoni, quando faceva il Curatore, era evidentemente autarchico, e di fatto si autocorreggeva (in pratica non correggendosi).
Questo lo penalizzava eccessivamente, facendolo scivolare nella cosa peggiore che vi sia a livello artistico. Ovvero l'autoindulgenza.
E' stato sufficiente, invece, che Gualdoni si confrontasse in maniera quantomeno paritetica con i colleghi, accettandone (forzosamente?) le relative osservazioni, perché ne uscisse una storia più che buona.
Accade nella musica (si pensi, ad esempio, al rapporto tra artista e produttore artistico).
E' giusto che lo stesso avvenga anche nel fumetto.
Speriamo, quindi, che anche Recchioni, allorquando sarà alle prese con una propria storia, abbia la voglia/esigenza di confrontarsi con i colleghi.
Ne trarranno ancor più giovamento tutti quanti.

Una grande piacevole sorpresa lo speciale di Gualdoni.
Funziona alla grande quasi tutto e in alcuni tratti sembra di tornare alle letture di molti anni fa che tanto ci appassionavano.
Molto Sclavi aleggia nella sceneggiatura, e i rimandi alle grande storie del passato sono, oltre ad un grande tributo a quello che fu Dylan negli anni d'oro, anche un ottimo mezzo per costruirci attorno uno sviluppo che comunque è in grado di reggersi anche sulle proprie gambe.
Emozionante a tratti.
Complimenti a tutti.
E se Gualdoni deve salutarci (in qualche modo) almeno lo fa in maniera più che buona!

comprato e letto!
storia che mi è piaciuta:
claustrofobica e angosciosa all'inizio
dinamica dopo.
ho votato buono, infatti per me è un 8 pieno!
non ho gridato al capolavoro, però è stato un piacevole ritorno su DYD.


ah dimenticavo: disegni Stratosferici!!
non mi ricordo chi lo diceva in queste pagine,
ma anche il mio Dylan Dog è quello disegnato da Brindisi.

La salvatrice ha fatto il miracolo. Tutti prostrati ai suoi sensualissimi piedi ad autoflaggellarsi per dimostrare la sua grandezza e che non siamo degni. O santa paola che ci liberi dal male...

Giusto, ma io non mi chiamo Paola.

Spero in poche parole di esprimere perchè mi è piaciuto questo speciale.

(POSIBILI SPOILER)

Non è la prima volta che Dylan si sveglia in un luogo dove, in onor di risanare la sua psiche, viene drogato e torturato, e malgrado io tifi sempre per il nostro, provo una sorta di insano piacere a vederlo soffrire, perchè la sua sofferenza, in questo caso disegnata in modo magistrale da Brindisi, passa a me come corrente elettrica.

La prima parte del racconto scorre lineare: Dylan deve obbedire all'ordine, alla rettitudine, alla disciplina, e per fare questo viene corretto. Ma in fondo perchè deve essere corretto? Perchè è un sognatore, perchè è un moralista, perchè vede i veri mostri, perchè, in poche parole, è umano!

I suoi carnefici sono molteplici:

- il dottore, presumibilmente psichiatra, che lo spolpa della sua essenza, che gli vuole cambiare l'anima, che ne legge i pensieri sotto forma di lettere, che fa negare al nostro, più di una volta il suo stesso credo... perchè non negandolo si applica la tortura, o si annebbia tutto con le medicine.

- il paziente, colui che sembra poter essere balsamo sulle sue ferite, che lo culla nell'idea che ci sia la possibilità di scappare, che lo illude e lo disillude in una frazione di secondo, perchè anch'esso ormai vittima consapevole del sistema di cui ormai fa parte integrante, in cui esprime il suo essere disumanizzandosi, tradendo, magari per poter avere la liberta di sentirsi parte di qualcosa, per quanto inumana, per quanto sbagliata.

- la ribelle, colei che riesce a liberare il nostro, ma non per il bene di quest'ultimo, che sfrutta a sua volta, ma per un suo ideale più grande, rappresentato da un altro uomo, un altro leader, che rischia di impazzire e che deve essere aiutato a rialzarsi per portare avanti la causa.

E c'è il nostro Dylan dentro quell'ospedale psichiatrico, quel carcere correttivo, che sembra dover cedere da un momento all'altro, che teme per la sorte degli amici, e che vede come "Vampiri" tutti quelli che hanno in qualche modo l'animo macchiato e che vogliono un pezzo della sua anima. Un dylan che cede, un dylan che non cede, tanto che l'unico modo per controllarlo definitivamente è quello di distruggergli il cervello.

Ed è dopo questa parte, dove si attua la liberazione, in una citazione da brividi di quel capolavoro di Gillian chiamato "Brazil" che si passa alla seconda parte dell'avventura.

Dylan spaesato, confuo, non sa perchè il mondo è andato allo sfacelo, non lo ricorda, magari per via delle torture subite e per le droghe assunte. Viene presentato al cospetto del leader della resistenza, Gericho, un uomo allo sbando perseguitato dai fantasmi, e dylan deve essere colui che deve liberarlo, per riportare il leader al comando. In fondo gli si chiede di fare il suo lavoro e il nostro non perde tempo, andando indietro a cercare i suoi appoggi più saldi, ma che sembrano tutti essere scomparsi: Groucho (nei campi di concentramento), Madame Trelkovsky (morta forse da tempo), McCloud (sparito dal giro), e Wells (scappato via chissa dove).

Dylan sa che anche Bloch non deve aver subito una bella sorte, visto che nel sogno/ricordo della conversazione avuta con i due poliziotti, il padre putativo del nostro è stato allontanato dal corpo di vigilanza, ma non ci è dato sapere come, se non in un modo non troppo umano, facendo temere allo stesso lettore per la sua sorte.

Dylan è quindi solo, in un mondo impazzito, in cui un redivivo Cherrill, novello Hitler, viaggia al motto di "O si vive come dico io, o si muore tutti, nessuna eccezione". In una fuga roccambolesca dalla polizia, dopo essere stati prima traditi, poi salvati a costo della vita, da Ellys la ribelle, Dylan e Gericho si ritrovano soli, nella casa del nostro, dove finalmente possono ricostruire i fatti e venire al capo della soluzione che li condurra nel finale, la possibilità di cambiare la storia, di non far avverare quel futuro fatto di orrore e morte.

Uccidere Cherrill è l'unica soluzione possibile, in un passato in cui ancora non ha commesso nessun crimine verso l'umanità. Ma è questa la possibile soluzione? E' uccidere Hitler quando stava ascendendo al potere che avrebbe salvato dall'olocausto? Un dubbio che attanaglia pure il nostro, e che si porta come domanda finale interrogando per una volta noi lettori.

Un plauso alla redazione tutta per aver fatto uscire questo piccolo gioiellino, non esente da imperfezioni, ma che ha la forza in se di far riflettere e di farci interrogare sulla nostra natura pazza, mutevole, distruttiva, per quanto umana.

P.S. La sequenza silenziosa di Groucho e la bambina nel campo di concentramento rimarra negli annali storici della collana!

bellissimo l'inizio, quando dylan è in ospedale

Voti:

Storia: 8/5
Disegni: 10

infatti, bellissimo l'inizio, ma poi...?
ho letto anch'io questo speciale, incuriosito dal titolo e dalla copertina, ma anche dal fatto che volevo anticipare di qualche giorno (rispetto all'uscita di una nuova vita) il mio riavvicinamento a dylan dog

dico che non ho letto le vecchie storie a cui questo speciale si rifà, il che mi rende per certi aspetti uno spettatore imparziale che può giudicare quello che si trova davanti senza essere troppo condizionato da ricordi di vicende passate
per le prime 50 pagine tutto fila liscio e mi piace assai, forse perchè si segue il punto di vista di dylan, e io adoro le storie che vengono raccontate seguendo il punto di vista del soggetto (alla nolitta, per intenderci ), però poi

devo dire che pure


peccato, non mi piace mai dover parlare male di una storia, e forse avrei potuto evitare di postare questo mio commento, ma la tentazione di comunicare le mie impressioni è stata troppo forte e non ho resistito, però preferisco non dare nessun voto, confesso che per un attimo ho pensato di non prendere più l'albo di ambrosini, temendo che possa essere qualcosa di simile a questo, invece farò come se niente fosse accaduto e lo piglierò lo stesso, fiducioso che sarà molto meglio

eh vabbé ma se non hai letto le 2 storie vecchie... non c'entra essere imparziale, questa è una specie di continuazione

Disamina che verte su un errore di fondo, secondo la Strega: non è che sia tanto importante aver letto "Ti ho Visto Morire" e sopratutto "Caccia alle Streghe" per comprendere in pieno questo numero. E' più importante focalizzarlo in una metodologia sclaviana degli universi, della natura umana come incubo di se stessa, della forza di una piccola persona che cambia i destini del mondo ( avete notato, nel tratto stupendo di Brindisi, il viso del ragazzo dopo che ha sparato a Cherill ? Vi si legge la follia e anche la soddisfazione di chi, ricevuto l'alter ego del proprio possibile futuro, vendica una esistenza di lotta e di lutti. Scena assolutamente superba ) della impossibilità umana di correggere senza violenza i propri errori, della futilità vacua dell'eroismo ( la ragazza tradisce e si vendica, di eroico non c'è nulla...), dell'orrore creato sui sommi principi, sulla scena muta dell'olocausto, della ciminiera che vomita nel cielo fumo di cremazione, bestemmia alla ragione umana e alla giustizia divina.
Sempre più bello e stupendo, ad ogni rilettura.

ehm, ma io non ho mai detto che bisogna aver letto quelle vecchie storie per poter comprendere questo speciale!
anzi, ti dirò di più, situazioni come questa mi sono capitate spessissimo e quindi ormai c'ho fatto l'abitudine, ti faccio solo un esempio fra tanti: nella trasferta sudamericana di zagor attualmente in corso compare un vecchio amico dello spirito con la scure, tale professor dexter green che ora è diventato nemico e infatti zagor gli sta appunto dando la caccia in tutto il sudamerica, ebbene io non ho letto nessuna delle vecchie storie in cui compariva questo personaggio, ma questo non mi impedisce affatto di apprezzare la trasferta con tutto quello che c'è dentro
la vedo semplicemente come un lungo viaggio avventuroso, e questo mi basta

ma evidentemente il mio rapporto di lettore con zagor è differente da quello che ho con dylan dog, quindi mi viene da percepire i 2 fumetti in modo diverso, anche se in effetti la sostanza rimane quella, cioè quella che hai benissimo argomentato tu