Cravenroad7

un capolavoro.
sotto solamente a memorie dall' invisibile

Ai tempi in cui uscì, tra i miei compagnidi scuola si fece quasi a gara a chi aveva versato più lacrime... e pensare che le premesse erano tutte contro. Un ragazzo della mia compagnia disse:
- Non c'è horror, non c'è splatter, Groucho non dice battute... una storia da dimenticare1- (a dire il vero lui usò la cambronniana parola da censurare)

La lessi e ne restai profondamente colpito, e come ho già detto anni fa: È la storia che cambierà per sempre l'universo dylaniano. In positivo perchè spesso si cercarono in seguito storie "da fazzoletto", ma l'antieroicità di Dylan venne fortemente marcata (in particolare da Chiaverotti) nelle due annate successive.

Anche me Johnny Freak non ha commosso molto, ma "Il lungo addio" mi ha fatto scendere una lacrima una volta finito. :')

a me non è mai piaciuto,solo i disegni li apprezzo.pollice verso per l'insopportabile ragazza.
le lacrime me l'hanno fatte versare altre situazioni,altri film,altre storie...

Se de "Il lungo addio" devo guardare l'insopportabilità di Marina faccio a meno di leggere la storia.
Se non si apprezza il fatto che per una volta, anziché raccontare l'incubo, si racconti l'orrore di essere adolescenti è un conto, e ci sta... nessuno è qui per insegnare ad apprezzare cose che non si apprezzeranno mai, ma valutiamo la storia per quello che è.

Mi sembra che più che altro descriva l'orrore dell'essere adulti e dell'inevitabile rimpianto per la perduta adolescenza. Il messaggio è che l'orrore è invecchiare.

come fai a sapere dell'insopportabilità di marina senza leggere la storia ? che sei un mago ?
cmq io valuto la storia per gli elementi che voglio...anche se hai ragione una delle grandi ragioni a non farmelo piacere è stata proprio la smielata da libro harmony mentre per me DYlan Dog era altre cose

Si ? Eppure ritengo che se gli Harmony fossero di tal fattura, la letteratura mondiale ne trarrebbe di certo giovamento.
Per me uno dei capolavori a fumetto di tutti i tempi.

miii non esageriamo

ha l'atmosfera azzeccata

.mmmm la miglior storia del ballatoio ??

una storia da dimenticare anceh per me. Come ho scritto altrove, cercare di dare un passato al protagonista toglie molto all'immaginazione del lettore, ed espone al rischio di incoerenza, puntualmente verificatasi tante volte e con i dati forniti in precedenza e con quelli forniti poi, a cui non si può rimediare con nun ce rumpete. Le cose vanno fatte per bene, no che scrivi una cosa e poi la neghi e non vuoi nemmeno sentire storie. Se no è una berlina. Io faccio finta che questo albo non esista, così come gli autori, è una storia, che inizia e finisce lì, forse un dylan di un'altra dimensione chissà.
Ricordo anche che alcuni dei compagni di liceo di Dylan erano presenti, ma in forma molto meno invasiva, nell'albo il signore del silenzio, molto antecedente, e questo ovviamente s*****ana tutto, addirittura spostando l'adolescenza di dylan...

....anzi mi sento proprio malissimo...

senti, "amy", non capisco i motivi delle tue provocazioni, ma ti chiederei di smetterla, o almeno contestare in maniera meno sardonica e più intelligente, se non sei d'accordo con quanto scrivo. Grazie.

Dalla " COLLANA OSCAR MONDADORI " dedicata a Dylan Dog;
Il libro dal titolo " TUTTE LE DONNE DI DYLAN DOG " uscito nel 1996 contiene 5 storie: Cagliostro (Kim), Morgana (Morgana), Il lungo addio (Marina), Oltre la morte (Bree), Johnny Freak (Dora).
( Kim, Morgana, Marina, Bree e Dora. Scusate se è poco!)
Non sono sicurissimo al 100% ma mi risulta che sia l'unico libro di questa collana che propone una breve presentazione all'inizio di ogni storia.
Il lungo addio viene presentato cosi:

(testuale) "Quando il destino gli fa incontrare di nuovo, quasi vent'anni dopo, la dolce Marina Kimball, Dylan Dog non può evitare di abbandonarsi a uno struggente viaggio indietro nel tempo, oltre gli abissi della memoria. Accanto a Marina che è stata il suo primo indimenticabile amore, riscoprirà il piacere di esprimere un desiderio guardando le stelle cadenti, canterà canzoni che non ha mai avuto il coraggio di cantare, crederà ancora una volta che le illusioni possano davvero durare per sempre. Il lungo addio (...) è soprattutto una ballata sul dolore di ricordare, sull'orrore di crescere e invecchiare, dimenticando - anzi, tradendo irreversibilmente - tutti i sogni della perduta giovinezza."

Rileggetevi le ultime due righe. Non si tratta solo di una bellissima storia d'amore, qui c'è l'essenza di Dylan Dog! Chi non riesce ad apprezzare questo albo, chi non riesce a capirlo o chi ha avuto il coraggio di paragonarlo ad una storia da collana stile Harmony, forse farebbe meglio a .... e qui mi interrompo altrimenti Imp mi sbatte dietro la lavagna

Si può amare o meno, ci mancherebbe.
Diciamo però che, indipendentemente dalla coerenza o meno della narrazione sul passato dell'Old Boy, qui c'è una epicità, un'armonia, una perfezione stilistica che va oltre la struttura del narrato in se.
Meglio centomila volte questa, con le sue inesattezze e le sue storture, che le spiegazio masturbatorie di tanti numeri 100/200/241/242 e via cantando.
La lettura può e dev'essere, viva Iddio, anche emozione, sentimento, sorriso, lacrima, paura...
Il Lungo Addio è tutto questo ( forse escludendo la paura....) e i disegni di Ambrosini tratteggiano non solo le sfumature di un sentimento, ma di un'epoca, quella della giovinezza, che annega nelle paure, nelle timidezze, nelle crudeltà che segnano una vita.

Il treno che sfreccia nel futuro, l'addio alla stazione, Dylan solo con il modellino da terminare, possono sembrare mere operazioni di facciata, una facciata melensa e paracula, ma in realtà sono emozioni scaturite da una penna delicata e leggera, come la luce dell'alba.
Superiore al tanto declamato Johnny Freak, tanto che è assolutamente impossibile progettarne un seguito, è un'altra pietra miliare del tortuoso cammino dell'indagatore nostro.
Vale lo sguardo perso sulla scogliera di Dylan, più di cento pagine di altre storie arzigogolate e tortuose, vale più il viaggio nella caverna dell'anima, come i ventricoli di un cuore innamorato, piuttosto che eleganti ritornanti senza quell'anima...
Le lacrime ti scendono piano, che tu lo legga attentamente o ti limiti a guardare tavole eleganti, sfumature sottili di un ricordo di un passato, come ritratti di Renoir.
Al fine ti senti Marina o Dylan, e pensi che una storia più o meno così l'hai vissuta, l'abbiamo vissuta tutti e in qualche angolo del nostro cervello c'è una Moonlight alla quale vorremmo ritornare.
Ma quanto tempo ci separa dalla prossima estate ?

Capolavoro.