Si può amare o meno, ci mancherebbe. Diciamo però che, indipendentemente dalla coerenza o meno della narrazione sul passato dell'Old Boy, qui c'è una epicità, un'armonia, una perfezione stilistica che va oltre la struttura del narrato in se. Meglio centomila volte questa, con le sue inesattezze e le sue storture, che le spiegazio masturbatorie di tanti numeri 100/200/241/242 e via cantando. La lettura può e dev'essere, viva Iddio, anche emozione, sentimento, sorriso, lacrima, paura... Il Lungo Addio è tutto questo ( forse escludendo la paura....) e i disegni di Ambrosini tratteggiano non solo le sfumature di un sentimento, ma di un'epoca, quella della giovinezza, che annega nelle paure, nelle timidezze, nelle crudeltà che segnano una vita.
Il treno che sfreccia nel futuro, l'addio alla stazione, Dylan solo con il modellino da terminare, possono sembrare mere operazioni di facciata, una facciata melensa e paracula, ma in realtà sono emozioni scaturite da una penna delicata e leggera, come la luce dell'alba. Superiore al tanto declamato Johnny Freak, tanto che è assolutamente impossibile progettarne un seguito, è un'altra pietra miliare del tortuoso cammino dell'indagatore nostro. Vale lo sguardo perso sulla scogliera di Dylan, più di cento pagine di altre storie arzigogolate e tortuose, vale più il viaggio nella caverna dell'anima, come i ventricoli di un cuore innamorato, piuttosto che eleganti ritornanti senza quell'anima... Le lacrime ti scendono piano, che tu lo legga attentamente o ti limiti a guardare tavole eleganti, sfumature sottili di un ricordo di un passato, come ritratti di Renoir. Al fine ti senti Marina o Dylan, e pensi che una storia più o meno così l'hai vissuta, l'abbiamo vissuta tutti e in qualche angolo del nostro cervello c'è una Moonlight alla quale vorremmo ritornare. Ma quanto tempo ci separa dalla prossima estate ?
Capolavoro.
_________________ " Il locale è triste e sta sempre qua ! "
" Dylan Dog è arrivato allo scontrino fiscale "
Oriana Fallaci ti amo.
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