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Ragazzi, questo thread non dovevate aprirlo!<img src=icon_smile.gif border=0 align=middle>
Ho sempre odiato le filastrocche di Sclavi, soprattutto a partire dal n.10. E c'è una ragione.
Le rime sono sbagliate, il tempo inesatto e buttate giù alla buona soltanto per creare una rima storta verso dopo verso.
A parte questo "La ballata degli impiccati" del primo dylandogone tradotta da Sclavi, invece, era un'opera d'arte. Inclusa la canzone nel Lungo addio, anche se questa la ricordo vagamente.
Per quanto riguarda Mana Cerace Chiaverotti ricalcava le orme di Sclavi...
Ma, ripeto, a me dava fastidio la bruttezza artistica delle filastrocche sulla morte, per la loro banalità.
Magari qualche fan potrebbe irritarsi, ma io per diverso tempo ho dedicato studi sulla poesia e sulla letteratura e ho concluso che se Sclavi è un genio nel fumetto, lo è meno nelle filastrocche.
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Visto che hai dedicato tempo e studio alla poesia dovresti sapere che la poesia è la libera - nonché la più alta e nobile - espressione dell'animo umano, una foto delle emozioni di chi le scrive per poter lasciare una traccia indelebile di un momento...
E se le emozioni devono rispettare una metrica, allora che emozioni sono?
"Che vita di stenti e di privazioni, soprattutto di privazioni..."
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