...e le mezze stagioni, non ci sono più le mezze stagioni!
Che tristezza leggere così tanti appassionati lettori del progressista DD uscirsene con "i giovani d'oggi" e "si stava meglio quando si stava peggio"
Perché dare addosso a Internet, poi? Qui nessuno pare considerare che internet è anche e soprattutto un impressionante veicolo di informazioni e
cultura. Un adolescente dei nostri giorni ha accesso a virtualmente ogni prodotto artistico dell'ultimo mezzo secolo, e la produzione contemporanea non può che risentirne in positivo! Più idee e spunti cui attingere, più possibilità di ispirazione. Se a molti tanto di ciò che si produce suona già letto/visto/sentito è proprio perché la Rete stessa ci permette di leggere/vedere/sentire tutto. Quando Sclavi ha scritto
Alfa e Omega, molti dei lettori di DYD non avevano idea dell'esistenza di
Blade Runner. Oggi chiunque può accedere in tempo reale alla visione di quel film o financo alla lettura di stralci del bellissimo libro da cui è (assai vagamente, in verità) tratto.
Negli anni '60, i Pink Floyd della prima ora non erano certo a conoscenza delle innovative sperimentazioni sonore dell'underground d'oltreoceano, ma (con buona pace di Scaruffi) hanno scoperto quelle sonorità attraverso il filtro del
Sgt. Pepper dei Beatles, che avevano i mezzi per procurarsi e reinterpretare prodotti di tale provenienza. Da quegli spunti sappiamo che ne è derivato, ma è stato un colpo di fortuna: se i Fab Four avessero scelto di non correre il rischio di una svolta e ripetere she loves you yeah (yeah yeah) alla nausea per tutta la loro carriera, le conseguenze sarebbero state altre.
Negli anni '80, chi non avesse voluto omologarsi ai "paninari" o ai residuati settantiani da centro sociale avrebbe avuto ben scarsa compagnia, a meno di non abitare in un grosso centro. Oggi, invece, chiunque non ami
Twilight o Moccia (che qualcuno citava beffardamente più sopra) può trovare in rete millemila coetanei con cui condividere le sue passioni.
Come si può dire che internet danneggi in un qualsiasi modo la creatività degli autori o che renda omogenei i gusti del pubblico?
Pertanto, non è il mutato contesto culturale a recare danno Dylan Dog e al fumetto in generale, ma fattori altri, primo fra tutti che oggi di fumetto non si vive, salvo rare eccezioni.
Scusate la tirata, ma quando qualcuno cresciuto con mamma RAI mi viene a dire che i riferimenti culturali della mia generazione sono i romanzetti da ragazzine mi scaldo