Cravenroad7

Ho votato accettabile, la storia non è malaccio ma le sbavature sono troppe e decisamente gravi:


Soggetto: 5
Sceneggiatura: 5
Disegni: 8
Copertina: 6

Cmq il bug più grosso è il martellone che la ragazza nasconde bel bella sotto il cappotto senza che Dylan la sgami. E anche la bella martellata in crapa che si prende, senza manco svenire. Bah !

Storia che fa acqua da tutte le parti... L'ho trovata alquanto noiosa e banale e soprattutto senza un senso logico!

Il finale è l'unica parte un pochino interessante per l'atmosfera in cui si svolge ma lo stesso mi ha lasciato l'amaro in bocca

voto 4

Io l'ho trovato personalmente un buon albo..è ovvio che non ci si aspetta più storie come quelle di una volta ma considerando i cambiamenti che ha subito DD trovo che questa sia una buona uscita. (votato buono)

In questa storia ho avuto l'impressione di un Dylan più attivo, cosa che nelle ultime storie di Gualdoni non era (Dylan faceva la comparsa eccellente).

Ho votato accettabile per i disegni di Mari. Pur essendo un passo meno brillanti di altre volte, è sinceramente difficile, per me, non lasciarsi catturare dalle sue tavole che riescono a rendere dignitosa una storia che non lo è.
Passando alla sceneggiatura e focalizzandomi sull'inizio, sono stato assalito dalla delusione e da un senso di impotenza (per non poter cambiare la situazione attuale della serie ndr) che albo dopo albo si fa più forte. Non è l'indignazione provata per il Ghoul di Di Gregorio, ma la quasi rassegnazione di vedere considerato così il nostro Dylan; perchè, come dice giustamente Rimatt, non è tanto quello che DD dice, ma è come lo dice. Il nostro indagatore è sempre stato rappresentato come un ragazzo simpatico e ironico.. ora più che mai è soprattutto questa mancanza di ironia che lo sta uccidendo, che lo ha reso un personaggio monocorde, moralista al limite del bacchettone, noioso, quasi antipatico. Chiaverotti ha scritto parecchie storie con sceneggiature zoppicanti o improbabili, eppure il suo Dylan era sempre un personaggio "vivo", brillante. Quello che sconforta ora (e da qui nasce il senso di impotenza) è che la colpa non è imputabile solo a quest'albo: stiamo assistendo ormai da tempo a un vero e proprio trend che non sembra avere, purtroppo, possibilità di inversione.
E qui sta forse il "colpo di genio" del finale, una grande metafora:

sconvolta dalle prime 17 pagine nelle quali dylan sembra uno di quei vecchietti pomposi e acidi che sugli autobus apostrofano i giovinastri, mi accingo al disastroso proseguimento della lettura.
quando, all'improvviso, mi appare dylan in versione settecentesca e rimango affascinata dalle atmosfere (senza subire i sobbalzi ormonali di dogares però) e mi rilasso un pochino.
proseguo la lettura digerendo sempre più il tratto ottagonale di mari e apprezzandone l'impegno. 3 storielle di condimento, che sono un po' come i formaggini morbidi e consolatori, messi nel minestrone. il minestrone lo devi mangiare, per fortuna ci sono quei formaggini a migliorare il tutto.
aldilà del mio solito paragone gastronomico, gualdoni ci mette poco a caratterizzare dylan: pallosa retorica, pistola lasciata a casa, "ti salverò anche se sei una stronza perchè sono troppo, troppo buono".

copertina: 7
disegni: 7
sceneggiatura e soggetto: 6

SPOILER CHE NON CAPISCE

Ma scusate...come diavolo si fa alla fine a scoprire che il direttore del museo è una vittima ed è stato anche lui aggredito dalla tipa, se a pagina 68 quando Dylan cerca di andarsene gli dice "Come vi ho detto un istante fa...il meglio deve ancora venire" ...ma che porcata è ????

FINE SPOILER CHE NON CAPISCE

Per il resto...bah....l'azzeccata atmosfera creata da Mari è sprecata....le tre storie sono fini a se stesse, personalmente ho gradito solo la terza ma senza impazzire di gioia...

I dialoghi, e qui mi viene da piangere...sono imbarazzanti...sermone retorico patetico di Dylan iniziale su cui voi avete già detto tutto, inoltre non c'è una sola battuta in cui il nostro eroe esca fuori dallo schema del signor tiziocaioesempronioqualunque....dov'è la brillantezza? Dov'è l'ironia??!!?!?!!?

GUALDONI DIALOGHISTA IMBARAZZANTE...

Una volta avevamo Sclavi....ma anche Chiaverotti, che quanto a brillantezza dei dialoghi non era secondo a nessuno...e Medda...

Rileggiti Grand Guignol...o Gran Gualdon a sto punto....manuale su come si dovrebbero creare dei dialoghi su Dylan Dog..

albo insignificante..



detto questo, fortunatamente non si raggiunge la schifezza dei pre-300..

ps. GROUCHO???

Anche io mi ero fatto la stessa domanda ma ho pensato che il direttore era d'accordo con Mary per bloccare Dylan dentro il museo in modo da convincerlo a pubblicizzare la mostra (quindi quella frase) per poi finire vittima anche lui.

una storia iniziata male e finita in modo carino, ma non troppo. non arriva alla sufficienza, colpa anche di Mari che odio.

Ma cos'è questa roba???
Pessimo.
Ogni commento sarebbe superfluo.
Mari ai minimi storici.

La pecca più grande dell'albo è l'assenza di un filo logico nella storia... Vengono rimescolate troppe volte le carte per arrivare alla conclusione che non ha un senso di fondo.

Poi ci sono tutti quei piccoli particolari che sono stati già elencati che amplificano questo nonsenso stesso.

SPOILER
Premetto che anche secondo me l'idea è carina ma lo sviluppo è pessimo (e credetemi gli sto facendo un complimento). Rendiamoci conto che siamo di fronte ad una "storia" in cui, per me, non succede assolutamente nulla fino a pagina 77. Da lì in poi resta comunque un disastro.
Dylan si immedesima nei racconti del vecchio direttore del museo. Ok. Ma perché? Sarebbe cosa buona e giusta da parte dell'autore dare un qualche sviluppo a questa cosa se non c'è necessità di dare una spiegazione : la ragazza è un potente ESP, la ragazza è un'aliena, il direttore del museo ha lo shining,ecc. ecc. invece niente. Almeno, io non l'ho capito. A pag 13 il vecchio dice : " Forse Dylan ti sto annoiando con tutte queste chiacchere?" STAI ANNOIANDO ME!!
Le storielle sui criminali sono un concentrato di ricicli e di luoghi comuni triti e ritriti che veramente mi fanno venire la nausea e sulle quali non mi spreco poi più di tanto a rilasciare commenti. Nella storia dell'infermiera c'è questo fantastico dialogo che io catalogherei personalmente come uno dei più brutti di sempre:
"Hai istinto e cuore come nessun altro qui dentro"
"Se non la smetti di provocarmi Alison quello che avrò presto sarà una lettera di licenziamento"
Come se avesse smontato il tavolo per saltargli addosso.
Ma veniamo al finale. A queste ultime fatidiche pagine dove dovrebbe succedere tutto. E invece no. Altre 17 pagine di parole e racconto in cui questa donna si dimostra essere la sorella di uno dei fantastici 4 e resta aggrappata ad un cornicione fradicio per ben 3 pagine (del resto dopo il palazzo coi vampiri e il salto del nostro eroe dall'ascensore di Bruce Willis in "Trappola di cristallo" mi aspetto di tutto). La signorina ci spiega che è in realtà la figlia di un serial killer ma che poi in realtà è stata lei a commettere gli omicidii attribuiti al padre e siccome dylan ha fatto cadere il paparino da un altro cornicione (pensa un po' non l'avrei mai detto), deve vendicarsi. Sulle ultime vignette, sempre raccontate da dylan, si scopre che la pazza non è in realtà la figlia di ecc. ecc. ma non si sa perché ha deciso di scatenare la sua furia sul povero Old boy. Non ci sarà un seguito perché la poverina è morta (sempre che non si faccia un crossover con Superman dove in realtà scopriremo che la ragazza è stata clonata più e più volte dal Dr Manhattan aiutato da tutta la combriccola dei Vendicatori e, perché no, mettiamoci pure John Doe in mezzo.)
Ecco io penso che rispedirò alla redazione questo albo.

Tutto giusto. Elettra. Se mi permetti una osservazione, vale poco il riferimento al numero di tavole in cui la ragazza sta appiccicata alla mano protesa di Dylan manco fossero saldate assieme. Nei fumetti le tavole valgono tutto o nulla. Da una o dall'altra possono passare pochi secondi come mesi, e del resto la cronologia di un fumetto è da sempre argomento di discussioni infinite. Detto questo, quoto tutto il resto.