La tentazione di non scrivere nulla come forma di ritorsione contro questa storia era altissima...ma alla fine ho ceduto al formicolare dei polpastrelli ancora irrequieti al pensare d'averla sfogliata. Quindi mi ripiombo sulla tastiera sudaticcia e passo ai commenti urticati. Mentre leggevo questa inenarrabile fesseria non vedevo l'ora di finirla e sbarazzarmene, ma le pagine si moltiplicavano da sè. Brutto segno
.
Tanto per iniziare cominciamo dalla fine, cioè dal voto. Una storiella carina, all'acqua di rose (putride), senza pretese, che si lascia piacevolmente sbiriciare, con qualche passaggio a segno - vedi il problema dei morti attaccati alla vita e i vivi attaccati alla paresi della stessa
Voto 6.Già...peccato che quello sarebbe - con molta generosità - il voto che si meriterebbe se fosse una storia a fumetti qualsiasi...NON UNA STORIA DI E PER DYLAN DOG ! Quindi ritorniamo sul registro e appioppiamoli
un bel 4 senza appello, perchè questa non può essere una storia rifilata dalla SBE come parte della serie (in caduta libera) dyalndoghiana. E' un insulto bello e buono ai vecchi e futuri lettori. Una forma di dimostrazione muscolare secondo cui loro possono pubblicare quello che gli pare...e a chi non sta bene, peggio per lui/lei. Tanto le vendite cambiano di poco e la linea editoriale prevede corbellerie a raffica per ingraziarsi i più stolti e meno avvezzi alla riflessione
.
Credo (e spero)che Marzano sia solo marginalmente responsabile di questi pastrocchi, perchè alla fine è la redazione che propone argomenti, instrada soggetti e ha l'ultima parola sull'efficacia della sceneggiatura - andate sul topic di Cavaletto e leggetevi cosa dice delle fasi di preparazione "pilotate" proprio oggi. Marzano manovalizza il tutto...molto probabilmente perchè è condizionato e non può osare altro, e c'è da dire che anche la sua cronica carenza di idee non lo ajuta granchè
. E non parlo di paletti e diktat anti-splatter, ma di semplice profilo dignitoso da dare alle storie. Anche se avesse avuto lui il coraggio di proporre di persona un soggetto/sceneggiatura simile, una redazione "sana" avrebbe dovuto scaraventarlo dalla finestra con un'incudine attaccata al collo...non dovesse arrivare al piano terra, nel caso. Comunque non mi dilungo - ma no, che novità ! - perchè tracimo su roba che riserbo per il topic "Molliamo al 300"
Passiamo per la neuro-recensione alla vivisezione bisturica dell'albo anche per svelenire un po' i toni dopo gli ultimi post infra-polemici - speriamo che il povero (?) Misternomg non si metta a piangere dopo averci sterminati tutti come il suo
Crying Freeman.
Se ne avete la forza vi consiglio di riprendere l'albo per seguirmi nei miei (stavolta giustificati) deliri.
SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER Si comincia con una bella sfilza di dialoghi da bottega stile fiction lobotomizzata di Rai1, con tanto di luoghi comunissimi a raffica come: la maleducazione dei giovinastri, la colpa è dei genitori (SUL2), com'è cattivo il centro commerciale, come passa il tempo, non si vendono più i mutandoni di lana di una volta, e meno male che c'è Don Matteo
.
Se avete resistito a questo scempio di qualunquismo edulcorato è soltanto perchè nel vostro masochismo inconscio non sapete cosa vi aspetta oltre. Unica attenuante para-realistica a Marzano? Beh, forse è probabile che lui abbia conosciuto effettivamente gente così stucchevolmente dolciosa per negozietti. Per conto mio mi tengo ben lontano dalla vecchietta della salumeria dietro casa che t'insulta in otto lingue se non gli dai gli spicci giusti, e la sera intrattiene una bisca clandestina dietro il bancone caciotte
.
Il ritmo soporifero dei dialoghi non ingrana neanche col KERS di una mezza grouchata e uno pseudo- fantasmoide che si aggira per i banconi in cerca di sapida carne in scatola - fossi in lui avrei puntato sui carciofini, costano un occhio della testa a Londra...e il mercato parallelo rende. Piccolo cameo chiaverottoide (n° 93) a p. 17.iv, ma con punteggiatura invertita.
La staticità ammorbante non si riprende neanche dopo un mattone - dopo tutto i mandanti sono di un'impresa di costruzioni - gettato contro una vetrina, ma i nostri sospetti su una truffa contro l'assicurazione vengono subito spenti dal buonismo dilagante delle vittime.
Poi Dylan si fa arruolare da buon ragazzo di bottega...e comincia a prenderci tanto gusto che chiede a Gualdoni di re-indirizzare la serie su questo suo nuovo lavoro per il futuro
. Quelle volpi degli spettri, non appena vedono un tipo in camice/grembiule da lavoro, si manifestano tranquillamente a lui come fosse un veterano della vecchia guardia...ma forse l'Alzhaimer nell'aldilà favorisce la socializzazione spontanea coi banconisti sconosciuti.
Una breve visita al cimitero giusto per presentarci (un po' Chiaverotti-style) le tragiche storie dei nonancoraex-clienti, e nel frattempo un gruppo di teppistacci che fracassa ogni cosa sui banconi non essendo d'accordo sulla percentuale degli sconti riservata a chi non possiede la tessera-fedeltà. Subito dopo scopriremo - ma va ?! - che i cattivacci di turno non hanno di meglio che usare come metodo persuasivo una banda di balordi dal tasso di affidabilità pari a zero. Molto verosimile, non c'è che dire...
Scarface o
La promessa dell'assassino a confronto sembrano
Renegade, vero diletto Marzano? Una simile serie di beotate gang-eroidi l'avevo già vista negli
Artigli del Drago, ma speravo non dovessimo incorrerci più. Pasqualon non fa scuola evidentemente, e Marzano deve ripassare dai corsi serali, anzi notturni .
Ma soprattutto questo ci permette di gustare con spasso la vignetta più (involantariamente?) tragicomica della storia quando un normalissimo - a Ciudad Juarez, forse - incappucciato con mazza dice per strada al deperito aspirante-zombi:
Cha hai da guardare...morto di fame !. Ma le occhiaje abissali l'avevano spaventato, c'è da dire a sua discolpa
.
Nel caso fossimo rintronati dalla troppa azione e filoni narrativi, Marzano torna a ricordarci pedestremente che sono quelli della Walworth i veri bastardi, sia a convegno che col loro scazzoso emissario mandato a contrattare con una succulenta valigetta piena di bond argentini.
Qui Dylan apprende dell'orgoglio sconfinato - io direi più lassismo cocciuto - di Mr Brennan, e comincia ad insistere ripetutamente su questo tratto...nel caso non l'avessimo afferrato. Lo stesso dicasi per il martellante logo "affezionata clientela" che appesta decine di dialoghi...nel caso avessimo dimenticato il titolo dell'albo o pensassimo di trovarci di fronte ad una storia di Scooby Doo dal titolo simile.
Da questa parte in poi scatta la molla da assistente sociale mancato per Dylan che intrattiene un dialogo assai costruttivo sull'emancipazione filiale...e ci guadagna anche un bacionzo sulla panca - ...vecchio marpione. Quello che dovrebbe essere il cuore dell'albo, le pagine-nodo centrali, è riservato alla tenebrosissma cattura del ladro di barattoli e relativo perdono perbenista. Come premio per la confessione gli verrà concesso un funesto spesone gratis, ma gli farà così male re-ingozzarsi dopo mesi di avvezzità al digiuno che quella sarà per lui l'ultima fatale cena cimiteriale - altro che attacco d'infarto, tsk.
Un'altra spruzzata di disagio giovanile anti-fossilizzazione paternalesca, un Bloch rassegnato ed incolore - che se non altro non fa da passacarte - e la storia vira decisamente verso il finale originalissmo della "bella" rapita dai malvagi di turno. Mancano ancora 30pp all'agognata conclusione e senz'altro è questa la cosa più inquietante dell'albo. Ho ancora i brividi a pensarci
.
Il ritmo dovrebbe incalzare in questa parte, ma tutto si riduce a qualche constatazione tra le righe di pura ovvietà bromurica, e il massimo dell'azione è un cellulare che vibra tutto solo sul marciapiede.
Poi, quelle buone animacce dei defunti paranoico-abitudinari decidono di dare una mano (morta) alla famigliuola Brennan sperando non gli facciano pagare i sacchetti di plastica in futuro, intervenendo a spron battuto - o traghettando Dylan - contro la banda di debosciati senza scrupoli. Già...proprio una combriccola acuta, che decide di ammazzare la fanciulla per coprire tutto: un ottimo metodo per non sputtanare la Walworth in caso di rimostranze legali...non c'è che dire. Anche Sante Licheri li avrebbe incastrati
.
A questo punto Marzano decide di sfoderare gli artigli all'horror, o si ricorda improvvisamente per quale testata lavora, e sguinzaglia dei tremebondi spettri zannuti con tanto di rabbia "poltergeist" - certo che disegnati da Cossu perdono 3/4 del loro potenziale effetto-macabro, anche solo per l'anti-dinamismo delle tavole - pronti a spaventare i creduloni di turno...e sembra funzionare. Dico "sembra" perchè non ci è dato vedere il tipastro strabuzzare d'infarto davanti allo shock spettrale - sarebbe stata una concessione troppo larga all' horror puro - mentre quello che inciampa sugli spuntroni - vignetta mini-micro per non indignare il MOIGE - probabilmente non aveva delle scarpe adatte per le scampagnate sui rifiuti solidi urbani.
Comunque diamo il merito ai fantasmi di questo eroismo posticcio, e a Dylan solo di un cazzotto rifilato senza troppo entusiasmo nè indignazione.
Manca fortunatamente lo spiegone... anche perchè non c'è nulla da spiegare nell'aridità scandalosa di questa storiella, tranne la vecchia sfuriata di Emily contro gli spettri colpevoli di bazzicare per il negozio in cerca di un tavolo per uno sdentato torneo di briscola scientifica. Non potendo tornare ancora sul luogo del misfatto passeranno ad appestare lo spersonalizzante centro commerciale, luogo molto meno ostile al taccheggio/cazzeggio, mentre tutte le tirate sull'emancipazione di Emily verranno surrogate dalla sua vocazione a farsi cassiera nello stesso quartiere...e per la vecchia concorrenza. Un cordiale rendez-vous finale, e la turpe favoletta è conclusa...per il sollievo di tutti.
Pfiuu...una bombola d'ossigeno ghiacciato o mi riprendo per i commenti sui disegni...in un prossimo post.