Le mie 100 storie preferite di Dylan Dog: posizione
n°55 Diabolo il grande, mensile n°11, agosto 1987
Testi di Tiziano Sclavi
Disegni di Luca Dell'Uomo
Un agile guizzo delle dita, un manichino, un fiotto di sangue finto... ed ecco che il trucco è fatto! Nello spettacolo di Diabolo, la morte è messa in scena come un'illusione perfetta ma, nella sua vita reale, il trucco non si vede perché non c'è! Un serial killer si muove dietro le quinte della magia e per Dylan Dog è pronto un caso difficile: deve affrontare tutti i giochi di prestigio di una mente sconvolta.L'illusionista non poteva mancare tra i primi classici. Una tenebra mista a sangue fasullo o non sgorga dalle quinte, infetta il confine tra palcoscenico e platea e addio connessione tra prologo melodrammatico e delirante doppelganger. Chissà che
Diabolo il grande non sia uno di quei soggetti concepiti da Sclavi prima delle fatidiche riunioni con Bonelli e Canzio, prima di Groucho, prima del big bang quando Dylan Dog era ancora una particella chandleriana in una Londra fumosa. Pur in un brodo primordiale sono riconoscibilissimi alcuni tratti, innanzitutto la girlfriend: rifugio in Craven Road, sonata al clarinetto, alzataccia mattiniera, slasher su per la tromba delle scale, apparente rassicurazione e definitiva decapitazione. E gi๠con i rimorsi e la risoluta indagine. Estraendo i fotogrammi non si può fare a meno di citare i trucchi di Diabolo e il numero centrale, i suoi dialoghi con Erich, le scorribande di Erich figura di sicuro impatto e il finale grandioso; Dylan col colpo secco, la faccia di Diabolo spappolata, il pupazzo spettatore, il caustico Bloch e la casablanchiana uscita di scena, il sorpresone chiaverottiano dell'ultima tavola. Seconda ed ultima prova di Dell'Uomo anche meglio che in
Gli uccisori n°5; intensi primi piani di Diabolo ripresi dai classici dell'horror (
Shining,
L'esorcista, ecc.) e insolito Bloch con cappello! Ma è pacifico, piove governo non ancora ladro.