Votato eccellente.
SPOILER
Io ho interpretato l'intera vicenda come una meritata ribellione allo status di Dylan.
La storia comincia con l'illusione e finisce con l'illusione, nel mezzo c'è Dylan e la sua volontà di distaccarsi da ciò che lo sta rendendo nel tempo banale come un qualunque eroe dei fumetti.
A distanza di più di vent'anni Dylan è sempre claustrofobico, soffre di vertigini, ama gli animali più degli esseri umani, mette in pericolo la propria vita per gli altri, in primis la bella di turno di cui si deve per forza (perchè così vuole il suo personaggio) innamorare.
Forse, a distanza di tanti anni, vorrebbe evolversi, ma ciò che lo circonda muta per mantenere lo status quo del suo mondo.
Il labirinto si allunga, si modifica, gli sbatte davanti ciò che lo ha reso un eroe (sì perchè l'antieroe sclaviano è divenuto nel tempo un nuovo concetto di eroe) ma che con la continua ripetizione lo ha portato ad essere quasi tedioso (credo sia per questo che qualcuno si è annoiato leggendo l'albo).
Durante l'albo l'inconscio di Dylan sbatte in faccia al personaggio il suo mondo fatto di cliche, finchè dylan si rende conto che alla fine non deve neanche fare particolari sforzi per riuscire ad uscire dal labirinto, tanto lui è l'eroe...
Cagliostro secondo me è stato usato magistralmente perchè doveva, nelle intenzioni della redazione, creare un cambiamento epocale, ma, in realtà, seppure dotato di poteri praticamente infiniti, finisce per mantenere Dylan immutato in un mondo che cambia attorno a lui.
Ed è con un po' di amarezza che si chiude la storia.
L'incubo è finito in modo semplice, come è cominciato, e Dylan torna nella sua "normalità" all'interno del "labirinto".
Forse mi sono fatto troppe "pippe mentali", ma questo è il messaggio che ho interpretato leggendo questo numero ed è per questo che lo ritengo molto più interessante di altri albi che erano stati annunciati come epocali, ma che poi hanno deluso le aspettative.
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