<b>Rimatt:</b>
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Ovviamente, l'oggettività esiste.
Tu, dylan7679, prendi come dato significativo la noia che la lettura mi ha suscitato: ma questa è solo una conseguenza del fatto che la trama sia esile (e questo, a parer mio, è un dato oggettivo), e che, inevitabilmente, detta trama risulti inutilmente stiracchiata e mal calibrata sulla lunghezza dell'albo (altro dato oggettivo). Poi, come ripeto ogni due per due, una storia oggettivamente bella può non piacere, e una storia oggettivamente brutta può piacere; ci si deve però rendere conto che la qualità effettiva di una sceneggiatura e il grado di apprezzamento che suscita in noi sono cose distinte.
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<b>Dylan7679:</b>
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Ancora febbricitante e pertanto non al meglio delle mie capacità discorsive e di valutazione <b>sottolineo come le considerazioni sovraesplicate manchino</b>, come in precedenza e a differenza di quanto gli autori credano <b>di alcuna oggettivita' critica. La trama e' esile,leggo. E perche'? Secondo quali parametri ?</b>
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E continua:
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Io vedo una storia che si sviluppa attorno ad <b>un soggetto tanto semplice quanto originale in maniera estremamente coerente </b> ed in linea con i propositi che si manifestano fattualmente come precostituiti e non formalizzati a margine,a fine albo, a giustificare ( come qualcuno ha scritto).
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<b>MisterRaven:</b>
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Eh, il punto è che lui dice che va bene così, perché <b>l'esilità della trama</b> e la mancanza di brillantezza sono dovute al fatto che l'intera storia è come se fosse narrata da un bambino che gioca al gioco dell'oca.
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<b>Dylan7679:</b>
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Almeno tu hai capito quello che cerco di spiegare
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Ne sei sicuro? Perché casomai fosse, c?è un problema rispetto a quanto hai detto prima e a quanto dici dopo.
Continuando con la prima disamina di <b>Dylan7679</b>:
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I dialoghi e le vicende narrate si intrecciano pertanto in maniera disarticolata e standardizzata come doveva essere e come era stato progettato che fosse.Del resto una storia nata dalla fantasia di un dodicenne e basata sull'approssimazione di chi intorno ad un tavolo si sforza di dare coerenza a 4 o 5 pedine che saltellano da una casella all'altra di un gioco da tavolo non poteva non essere appunto approssimata,ingarbugliata,arzigogolata ai limiti della decenza narrativa . Lo scopo era proprio questo e l'obbiettivo centrato.
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Limiti della decenza narrativa? Dunque lo scopo era scrivere male.
Allora <b>MisterRaven</b>, da come ha scritto, ha capito benissimo.
Sul messaggio finale dell?albo:
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La risultate finale poi, il fulcro intorno al quale tutto l'albo ruota dalla prima all'ultima pagina, non e' certo l'aberrazione del videogame quanto il ricordare al giovane lettore degli anni 2000 di quanto la fantasia sia importante per la nostra crescita emotiva ed intellettuale, concetto oggettivamente molto importante che assume ancor piu' rilievo rileggendo l'albo seguendo quest'ottica che ad una prima e poco cosciente lettura non puo' apparire in tutta la sua evidenza.
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Affatto. Mostra invece in maniera piuttosto semplicisitca ( che è ciò che a me non piace in quanto lettore ) come la fantasia perda di fronte al videogame, per i ragazzi di oggi. Magari, esposto in modo diverso il messaggio avrebbe avuto tutt?altro spessore, seppur retorico.
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Quello che e' inaccettabile e' <b>l'estremismo di chi non coglie l'essenza evidente di un'opera accusandola di incoerenza proprio laddove l'autore raggiunge il massimo delle proprie precostituite finalita'</b> palesando la colpa di una lettura superficiale e disattenta.
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Essenza evidente? Estremismo? Autore che raggiunge il massimo delle finalità precostituite?
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Un prodotto puo' piacere come non piacere, rientrare nei nostri gusti o non farlo,per carita', ma quando si esprime un giudizio cio' che rientra esclusivamente nel campo delle nostre indimostrate presunzioni/deduzioni andrebbe, per correttezza , mitigato dall'oggettivita' di cio' di cui si fruisce.
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Secondo te l? <i>essenza evidente</i> rientra nell?oggettività? Indimostrate presunzioni/deduzioni?
è proprio ciò che stai facendo tu.
Che cosa hai dimostrato? Dov?è l?essenza evidente? Dove sono le finalità precostituite raggiunte al massimo? Perché se sono <b>?raggiunte al massimo?</b> dovresti almeno dirmi terra terra dove e come.
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Per fare un esempio tralasciando tutte le precedenti valutazioni, se in una riconosciuta e globale scala di valori volta a giudicare piu' o meno attendibilmente un opera d'arte <b>il paramentro dell'originalita' ha un suo peso specifico, e sappiamo tutti quanto lo abbia, ci piaccia o meno,</b>allora solo per questo " La stanza numero 63" per ragioni oserei dire scientifico/matematiche non puo' essere giudicata da alcuno come storia scarsa o peggio disastrosa. Chi si avventurasse in giudizi di questo contenuto non dovrebbe sorprendersi in caso venisse tacciato di scarsa credibililta' critico-intellettuale.
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Al contrario. L?originalità ha uno scarso peso specifico. Quali idee nuove introduce questa storia che nessuno abbia ancora pensato o scritto nel passato? Che cosa coglie di ?originale? il gioco dell?oca? Il binomio fantasia-videogiochi? ( Anzi, quest?ultima cosa è davvero desueta, se proprio ci tieni al parametro dell?originalità.) Questa sarebbe una ragione scientico-matematica? Semmai, ne è la negazione.
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L'unica cosa che ancora devo ribadire e' che non e' vero che in tal modo si giustifica la malascrittura o le inesistenti presunte trame o quello che volete ma che ogni situazione , dialogo , trama, evento ,pensiero puo' trovare una validita' e uno spessore diverso a seconda del contesto e cio' e' l'abc dell'arte.
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Prima hai parlato di storia "ai limiti della decenza <b>narrativa</b>".
Quando la narrazione è compromessa, che cosa resta in romanzo? o in un racconto? o in un film ( forse la fotografia gli effetti speciali ecc.)? o, appunto, in un fumetto ( pur con bei disegni)?
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Ergo non basta scrivere dialoghi iprobabili e sceneggiare concatenazioni di eventi surreali conferendogli valore semplicemente attraverso la bocca di un bambino. Lo si fa se oltre a questo si aggiunge un messaggio che si vuole offrire al lettore che attraverso determinate apparenti storture riesce a manifestarsi ancor meglio proprio attraverso esse,com'e' questo il caso.
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Dunque, se si aggiunge un messaggio ad una storia al ?limite della decenza narrativa? si salva tutto. Anche la penna.
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Cmq abbandonando le dissertazioni tecniche che credo abbiano anche abbastanza stufato chi mi stia leggendo da giorni aggiungo due osservazioni invece molto terra terra.
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Più che tecniche, le tue, sono dissertazioni di natura filosofico-essenzialista.
Comunque ?
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La prima: solitamente quando non si trovano punti d'accordo ci si basa,
giustamente, sul giudizio della maggioranza, che non rappresenta la risoluzione scientifica di ogni controversia ( e non mi si accusi anche di questo per carita' visto che non lo credo) ma che spesso aiuta e si avvicina alla realta' delle cose mi chiedo :
come mai quasi tutti pensano che la storia sia interessante e avvincente tranne pochissimi ? Voglio dire a questi pochissimi, magari avete anche ragione, ma per rispetto democratico vi siete posti almeno il dubbio che possiate aver mal compreso qualcosa ?
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E qui ci si erge ancora alla ricerca di quel parametro esterno, invece di guardare la storia. Chi l?ha detto che la maggioranza aiuta perché si avvicina alla ?realtà delle cose?? A partire dalle opere d?arte fino alle scoperte scientifiche, ( e in ultimo ai fumetti, ancora bistrattati), quando mai la maggioranza è stato questo parametro così attendibile? Nell?anno 2000 il mondo festeggiò l?entrata del Terzo Millennio (Zichichi incluso)mentre sarebbe entrato - questo sì - matematicamente nel 2001. E ancora: nell?anno 2000 si credeva nel Millennium Bug. Lo credeva la maggioranza. Eppure i computer erano GIA? stati aggiornati. E nel ?600? Quando Galileo scoprì ( e dimostrò) Giove, le macchie solari e il movimento terrestre, la maggioranza gli credeva? Quando si introdusse l?analisi in matematica, quante persone la ritenevano attendibile?
In ultimo: non esiste nessun rispetto democratico *dovuto* nei confronti del contenuto di un?opinione. Confondi il diritto di esprimere una opinione con la sua presunta validità. Il rispetto del contenuto prescinde dalla libertà d?espressione. Una cazzata va rispettata nel contenuto?
Concludo: la maggioranza NON è criterio oggettivo, né di verità, né di democrazia. Ognuno deve pensare con la propria testa e farsi le ossa sul campo: in questo caso sul fumetto, o sulla ?Stanza N.63?.
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La seconda: puo' essere che una storia dove 4 o 5 personaggi vagano a vuoto tra stanze apparentemente senza alcun filo logico comunicante tra loro vi abbia annoiato,come ha detto qualcuno, a tal punto da non voler quasi arrivare alla fine delle lettura ? Posso lontanamente capire chi,letto tutto l'albo, non l'abbia trovato convincente ma chi dice addiruttura che prima della fine si e' annoiato... la perplessita' mi assale
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Non ti è mai capitato di annoiarti durante la lettura e finirla pure annoiato? Oppure di leggere un tal tripudio di sciocchezze da abbandonare l?albo?
Per tutti:
http://www.ayaaaak.net/sito/articolo.asp?t=2&id=323
una vecchia intervista a Di Gregorio. Chissà che non possa anche illuminarci sul mondo del fumetto o sulla sua personalità di sceneggiatore.