Cravenroad7

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# 262 - L'incendiario
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MessaggioInviato: lun giu 30, 2008 9:39 am 
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Quoto quello che dice Dario in più punti del suo resoconto.
Tutto sommato non ho capito se la sua sia una bocciatura totale o una sufficienza risicata. Nel mio caso è la seconda.


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MessaggioInviato: lun giu 30, 2008 10:53 am 
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La tua analisi, Dario, è tecnicamente impeccabile ma sembra non tener conto dell'atmosfera che permea le pagine di quest'albo, di quel <i>quid</i> che rende veramente piacevole la narrazione (o meglio, ne tieni conto, ma senza darvi la giusta importanza, IMO). Si tratta, per quanto che mi riguarda, della carta vincente giocata da De Nardo: la lettura mi ha talmente appassionato e interessato che, a un certo punto, non me ne poteva fregar di meno di conoscere l'identità dell'incendiario (ero assai più curioso di sapere come la situazione sarebbe tornata alla normalità, intendendo con "normalità" la routine dylaniana), il che non toglie che scoprirla sia stato sufficientemente sorprendente. De Nardo ha sempre scritto sceneggiature molto fluide, a dimostrazione delle proprie innegabili capacità tecniche, ma spesso si è rivelato incapace di gestire il personaggio Dylan; stavolta, aggirato il problema, ha messo la propria fluidità narrativa al servizio di una storia che, paradossalmente, riesce a essere dylaniana anche in assenza di Dylan Dog. Si tratta del solito De Nardo? Certo, ma non dimentichiamo che stiamo parlando di un bravo autore, il quale, in quest'occasione, è stato forse più astuto che in passato e ha saputo giocare al meglio le proprie carte (eliminando dalla narrazione l'elemento che più gli risulta difficile da gestire: l'Indagatore dell'incubo in persona).

Un suggerimento per la Bonelli: ormai una miniserie non si nega a nessuno... Perché non farne scrivere una a De Nardo? Sono convinto che ne verrebbe fuori qualcosa di veramente buono. [;)]


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MessaggioInviato: lun giu 30, 2008 11:51 am 
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rimatt, praticamente diciamo le stesse cose, ma come spesso accade con te (almeno per quanto mi riguarda) le osserviamo da due punti di vista opposti.

Sul <i>quid</i> siamo d'accordo.

Sulla "carta vincente" siamo d'accordo (in questo senso dicevo che gli autori hanno capito che basta veramente poco per soddisfare/raggirare il lettore di Dylan Dog).

Sul modo di intendere le sceneggiature di De Nardo pure siamo d'accordo, come sul fatto che si tratta del solito-bravo-De Nardo-poco in sintonia con l'atmosfera "Dylan Dog"-ma questa volta più astuto del solito.

Quello su cui non siamo d'accordo è il modo di intendere la lettura della storia: a me la storia ha dato l'idea di filare talmente tanto lineare e priva di tensioni che, sottolineo ancora, per me, è difficile poterne dire bene o male. Man mano che scorrevano le pagine e si arrivava alla fine pensavo: "d'accordo, sappiamo che deve essere sventato un incendio. Ci sarà "qualcosa" che mi porterà a costruire la vicenda tassello per tassello fino alla climax del finale. Perché l'incendio viene appiccato? Sarà stato Nil, non sarà stato lui, qualcuno vorrà fargli ricadere addosso la colpa sapendo che tutti avrebbero dato egualmente la colpa a lui?" Eppure le pagine passavano, scorrevano più dissetanti di un bicchiere d'acqua gelido nell'afa di giugno e io mi chiedevo che storia stessero raccontando. Lo scioglimento della vicenda arriva con una semplicità estrema: Nil scopre l'accordo di Peggy e Jeembo ed immediatamente sappiamo che Nil è il piromane. Davvero nessuna tensione, nessun sobbalzo, nessun elemento che potesse farmi apprezzare la scoperta della "soluzione" finale.

Poi tu dici che a te questo non interessa, e allora non posso sindacare sui tuoi gusti. Dal mio punto di vista invece, non mi ha preso il -solito- racconto del liceale che lotta per integrarsi e comunque gli si fanno le scarpe. Non che non mi sia piaciuto, ma non ha creato coinvolgimento. Poi l'elemento soprannaturale è interessante, ma soppesando tutta la vicenda, dall'inizio alla fine, poco incisivo e, sempre a parer mio, insufficiente a rendere davvero "dylaniana" la storia, se ci sofferma solo su quello.

E dopo la "soluzione" sull'identità del piromane entra in gioco Dylan (il salvataggio di Kyle non è proprio forzato, ma, anche qui, non è neanche proprio il massimo), incendio evitato come richiesto da Chance e conclusione della vicenda (Dylan passa all'ultimo istante attraverso la porta e torna nel suo mondo: soluzione comoda. Non inefficace però.).

Insomma...


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MessaggioInviato: lun giu 30, 2008 12:28 pm 
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Be', non ho da aggiungere molto, se non un'ulteriore considerazione: la vicenda del liceale che lotta per integrarsi, nota e arcinota ma pur sempre di forte "presa" (e in fin dei conti, noi lettori di fumetti seriali non chiediamo forse di farci raccontare sempre la stessa storia?), è immersa in un'atmosfera sospesa e onirica che qua e là mi ha fatto pensare a Sclavi. Immagino che sia uno dei motivi per cui ho gradito <i>L'incendiario</i>. è un'impressione solo mia?

E adesso, sono curioso di sapere qual è l'opinione di Triss (che è già intervenuto, ma senza esporsi) su questa storia... [;)]


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MessaggioInviato: lun giu 30, 2008 12:38 pm 
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Iscritto il: dom ott 08, 2006 12:46 pm
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by rimatt</i>
<br />[...] (e in fin dei conti, noi lettori di fumetti seriali non chiediamo forse di farci raccontare sempre la stessa storia?)<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">Non proprio, il fumetto seriale sfrutta il concetto di variazione sul tema. C'è una situazione di partenza più o meno canonizzata che di volta in volta viene "colmata" da ciò che rende una storia "quella" storia e non un'altra.

In questo caso la stessa storia era veramente la "stessa" storia (mi riferisco alla microstruttura della vicenda liceale di Nil, non all'intero albo), per quanto interessante.


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MessaggioInviato: lun giu 30, 2008 1:26 pm 
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Iscritto il: lun dic 04, 2006 11:38 pm
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Bene bene bene.
Non c'é nulla che possa aggiungere a quanto già detto.
Neanche che <i>nil</i> è forma contratta di <i>nihil</i>...

Ciao,
Lady Fedy


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MessaggioInviato: lun giu 30, 2008 1:50 pm 
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Dario84</i>
Non proprio, il fumetto seriale sfrutta il concetto di variazione sul tema. C'è una situazione di partenza più o meno canonizzata che di volta in volta viene "colmata" da ciò che rende una storia "quella" storia e non un'altra.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Chiaro. [;)]
In un primo momento, in coda alla mia frase fra parentesi avevo scritto proprio le parole "seppure con qualche piccola variazione sul tema", che poi ho tolto perché toglievano incisività al discorso senza modificarne sostanzialmente il senso.

Un aneddoto: anni fa, arrivò in redazione Gianluigi Bonelli, dicendo: "Ho scritto una nuova storia storia di Tex". Gli venne chiesto quale fosse la trama e lui rispose: "Tex arriva e le suona a tutti. Ah, ne sto scrivendo un'altra ambientata in Canada". Nuovamente, gli chiesero: "E qual è la trama di questa?". E lui: "Tex va in Canada e le suona a tutti!". [:D]


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MessaggioInviato: lun giu 30, 2008 3:34 pm 
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Iscritto il: gio giu 29, 2006 12:39 pm
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INCLASSIFICABILE!
Nel senso che proprio non so come definirla questa storia. Si poteva intitolarla "storia di chiunque", e il protagonista invece che Nil Nobody poteva chiamarsi, più giustamente, Ani Body. Chiunque poteva essere infatti il protagonista di questa storia, persino il mio vicino di casa o quello di Dylan.
Poi va bene, la vicenda scorre, è leggibile, c'è il mestiere (e si vede), ma anche se Dylan non compariva era lo stesso.
Aridatece Dylan!!!


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MessaggioInviato: lun giu 30, 2008 3:39 pm 
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Iscritto il: gio mag 29, 2008 9:23 pm
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Non ho capito side...ti è piaciuta o no??? hai votato??? cosa hai votato???

Comunque sull'identità di chance non ho dubbi: E'[spoiler] NIL[/spoiler]


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MessaggioInviato: lun giu 30, 2008 4:02 pm 
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Iscritto il: gio giu 29, 2006 12:39 pm
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Come storia di fantasmi non mi è dispiaciuta... cone storia di Dylan Dog no.
Non ho votato perché non ho ancora deciso quale delle due storie votare.


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MessaggioInviato: lun giu 30, 2008 10:41 pm 
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Iscritto il: sab lug 03, 2004 10:42 pm
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Side75</i>
<br />Come storia di fantasmi non mi è dispiaciuta... <hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Storia di fantasmi?

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
E adesso, sono curioso di sapere qual è l'opinione di Triss (che è già intervenuto, ma senza esporsi) su questa storia...
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Lo saprai Rimatt. Non temere.[;)]

Continuo un attimino con Dario![;)]

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Dario84</i>
Dal mio punto di vista:
alla fine della storia, dopo il salvataggio dall'impiccagione, Dylan prende il possesso del corpo di Nil, sventando l'incendio.
Avendo sventato l'incendio salva il mondo di Branford, inclusa Anna Flyte, che quindi non è mai diventata Chance.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
E quindi il finale della storia NON dovrebbe esistere come è stato concepito e Dylan NON dovrebbe sentire Lei alle sue spalle proprio perché avendo sventato l'incendio Chance dovrebbe essere assente dai suoi ricordi.

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
E poi non sta scritto da nessuna parte che Dylan sappia chi è Chance!
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Infatti.


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MessaggioInviato: lun giu 30, 2008 11:28 pm 
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Iscritto il: lun dic 26, 2005 11:47 pm
Messaggi: 8059
Località: Torino
Un "attimino" firmato Triss?


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MessaggioInviato: lun giu 30, 2008 11:42 pm 
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Iscritto il: dom ott 08, 2006 12:46 pm
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Triss</i>
<br />Continuo un attimino con Dario![;)]

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Dario84</i>
Dal mio punto di vista:
alla fine della storia, dopo il salvataggio dall'impiccagione, Dylan prende il possesso del corpo di Nil, sventando l'incendio.
Avendo sventato l'incendio salva il mondo di Branford, inclusa Anna Flyte, che quindi non è mai diventata Chance.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
E quindi il finale della storia NON dovrebbe esistere come è stato concepito e Dylan NON dovrebbe sentire Lei alle sue spalle proprio perché avendo sventato l'incendio Chance dovrebbe essere assente dai suoi ricordi.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">Perché scusa? Essendo stato sventato l'incendio, Chance non sarà più in futuro (ovvero dopo il salvataggio di Branford), ma non capisco perché debba essere azzerato pure il ricordo del passato.
In ogni caso il problema del paradosso temporale si porrebbe anche se Chance non fosse la professoressa ma una qualsiasi delle vittime dell'incendio, avendo agito nel mondo Branford "seconda".

Poiché l'incendio non ci sarà mai stato si pongono due casi:

a) Tutti dovrebbero perdere la memoria delle apparizioni di Chance, che di fatto non avrebbe mai potuto esistere e quindi agire per fare in modo che non avesse luogo l'incendio. Come la giri e la rivolti si tratta sempre di un Uroboro.

Oppure

b) Quello che viene salvato non è l'universo da cui proviene Chance, riportato indietro nel tempo, ma un altro universo con le stesse premesse. Quindi Chance esisterebbe in ogni caso, essendo morta comunque in Branford "prima", ma cerca di fare in modo che non si ripeta lo stesso in una Branford "seconda" "altra".

In ogni caso Chance non è Nil, il quale in Branford "prima" muore impiccato e non ustionato dalle fiamme.


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MessaggioInviato: mar lug 01, 2008 12:47 am 
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Località: vasto (ch)
posso dare una versione ancora più "fantasiosa" ?
date per scontato che chance sia un personaggio che fosse presente a branford.
lo possiamo anche immaginare come uno "spirito" magari di un ex incediaria ce "vaga" per dimensioni cercando di espiare :)

e poi chance non può essere nil per il semplice fatto che le fiamme non si sono "concentrate" su un unico punto :P e poi non penso che sia così semplice cambiare sesso con un incendio,.. altrimenti tutti ad operarsi con l'accendino


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MessaggioInviato: mar lug 01, 2008 9:43 am 
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Iscritto il: gio mag 08, 2008 7:37 pm
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SPOILER COME SE PIOVESSE


Dunque, la storia inizia bene, anzi benissimo. La sceneggiatura è fluida e scorrevole e per un po' De Nardo riesce a ricreare quell'atmosfera surreale che un tempo era stato il tratto distintivo di Dylan Dog. C'è la giusta atmosfera rarefatta, ci sono i giusti dialoghi, azzeccati anche nelle loro lievi incongruenze, ci sono dei suggestivi passaggi da un piano narrativo all'altro. Per una trentina di pagine mi sorprendo a pensare che forse stavolta De Nardo ci sta per regalare il suo piccolo capolavoro dylaniano (anche se con il senno di poi l'imbarazzante ovvietà di nomi come "Chance"[xx(] e "Nil Nobody" [:(] avrebbero dovuto mettermi sull'avviso)...

... invece nella parte centrale la storia si inceppa. La sceneggiatura diventa piatta, monotona, televisiva. E soprattutto inizia una sfilata di personaggi avvilente: c'è lo studente sfigatissimo che tutti i compagni di scuola odiano e prendono a pesci in faccia (e mi chiedo perché mai dovrei stare in ansia per la sorte di una tale manica di bastardi - per me meritavano di arrostire tutti come in "Carrie"), c'è la professoressa sadica con la carognaggine scritta in faccia, c'è l'o-ri-gi-na-lis-si-ma figura del preside con il baffetto che sogna punizioni corporali, c'è la dolce professorina dagli istinti materni che naturalmente insegna storia dell'arte (mica matematica o scienze, robe da nazisti), c'è il compagno di stanza che è un sadico bastardo (ma è tutta colpa dei genitori [dannati matusa!], infatti gli basta mandarli a quel paese per trasformasi di punto in bianco nel Buon Samaritano), c'è quella che sembra tanto una brava ragazza e invece è una zoccoletta, anzi no: è davvero una brava ragazza ma è sulla cattiva strada per colpa della Maledetta Droga, c'è il compagno di scuola che fa il simpaticone ma è una carogna che per di più spaccia la Maledetta Droga (mica per niente ha il piercing). Insomma, per far giustizia ad una tale sfilza di luoghi comuni e banalità ci vorrebbe il provvido intervento di SuperGiovane di Elio e le Storie Tese, ma ahimè a parte le scenette di Groucho l'ironia su Dylan Dog è bandita da quel dì ed è tutto incredibilmente serio e (nelle intenzioni) drammatico.
A questo punto mi aspetto almeno che nella parte finale la storia riprenda quota coerentemente con il prologo surreale e che la vicenda "prenda fuoco" in tutti i sensi...

... invece non succede un cazzo! Scusate la parolaccia ma è esattamente quel che ho pensato chiudendo l'albo: "non è successo un cazzo!". O meglio è successo esattamente la cosa più ovvia e scontata che poteva succedere (e quindi NON DOVEVA succedere) in un albo di Dylan Dog che si intitola "L'incendiario": Dylan Dog salva della gente da un incendio. Ne più ne meno, non fa neanche tanta fatica, non c'è neanche una vera complicazione, il più piccolo colpo di scena, non so Nil Nobody che tenta di riprendere possesso del "suo" corpo, Chance che si rivela un entità malefica, un qualsiasi tocco di soprannaturale (sarebbe un fumetto horror dopotutto). Niente di niente. A questo punto spero a nessuno venga mai in mente di scrivere per Dylan storie tipo "Il tubo di gomma assassino" dove per salvare della gente da una fuga di gas un' apparizione misteriosa farà incarnare Dylan in un operaio dell'azienda del gas.
Non è neanche la questione che una soluzione tanto piatta e lineare non c'entra un tubo con Dylan e con l'horror, secondo me semplicemente non c'entra un tubo con una storia degna di essere raccontata.

E' come se ne "L'esorcista" i due preti andavano lì, recitavano due Ave Maria e un Padre Nostro, il diavolo toglieva il disturbo senza neanche protestare e tutti vivevano felici e contenti.

E' come se in "Psyco" nella cantina la tizia avesse trovato DAVVERO la mamma di Norman Bates e veniva salvata da Norman pentito.

E' come se nel già citato "Carrie lo sguardo di Satana" alla fine moriva solo Carrie e tutti gli altri vivevano felici e contenti.

No, no, nonostante l'ottimo incipt ho votato "disatroso", perché per me De Nardo con questa storia torna ai livelli delle sue cose peggiori, a robaccia senza capo ne coda come "Sperduti nel nulla", "Abissi di follia", "Cavie umane". Molto meglio storie come "Il gran bastardo" o "Poltergeist!", che non c'entrano niente con Dylan ma almeno ci provano a sorprendere un po' il lettore e a imbastire uno straccio di progressione drammatica.


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