SPOILER COME SE PIOVESSE
Dunque, la storia inizia bene, anzi benissimo. La sceneggiatura è fluida e scorrevole e per un po' De Nardo riesce a ricreare quell'atmosfera surreale che un tempo era stato il tratto distintivo di Dylan Dog. C'è la giusta atmosfera rarefatta, ci sono i giusti dialoghi, azzeccati anche nelle loro lievi incongruenze, ci sono dei suggestivi passaggi da un piano narrativo all'altro. Per una trentina di pagine mi sorprendo a pensare che forse stavolta De Nardo ci sta per regalare il suo piccolo capolavoro dylaniano (anche se con il senno di poi l'imbarazzante ovvietà di nomi come "Chance"[xx(] e "Nil Nobody" [:(] avrebbero dovuto mettermi sull'avviso)...
... invece nella parte centrale la storia si inceppa. La sceneggiatura diventa piatta, monotona, televisiva. E soprattutto inizia una sfilata di personaggi avvilente: c'è lo studente sfigatissimo che tutti i compagni di scuola odiano e prendono a pesci in faccia (e mi chiedo perché mai dovrei stare in ansia per la sorte di una tale manica di bastardi - per me meritavano di arrostire tutti come in "Carrie"), c'è la professoressa sadica con la carognaggine scritta in faccia, c'è l'o-ri-gi-na-lis-si-ma figura del preside con il baffetto che sogna punizioni corporali, c'è la dolce professorina dagli istinti materni che naturalmente insegna storia dell'arte (mica matematica o scienze, robe da nazisti), c'è il compagno di stanza che è un sadico bastardo (ma è tutta colpa dei genitori [dannati matusa!], infatti gli basta mandarli a quel paese per trasformasi di punto in bianco nel Buon Samaritano), c'è quella che sembra tanto una brava ragazza e invece è una zoccoletta, anzi no: è davvero una brava ragazza ma è sulla cattiva strada per colpa della Maledetta Droga, c'è il compagno di scuola che fa il simpaticone ma è una carogna che per di più spaccia la Maledetta Droga (mica per niente ha il piercing). Insomma, per far giustizia ad una tale sfilza di luoghi comuni e banalità ci vorrebbe il provvido intervento di SuperGiovane di Elio e le Storie Tese, ma ahimè a parte le scenette di Groucho l'ironia su Dylan Dog è bandita da quel dì ed è tutto incredibilmente serio e (nelle intenzioni) drammatico.
A questo punto mi aspetto almeno che nella parte finale la storia riprenda quota coerentemente con il prologo surreale e che la vicenda "prenda fuoco" in tutti i sensi...
... invece non succede un cazzo! Scusate la parolaccia ma è esattamente quel che ho pensato chiudendo l'albo: "non è successo un cazzo!". O meglio è successo esattamente la cosa più ovvia e scontata che poteva succedere (e quindi NON DOVEVA succedere) in un albo di Dylan Dog che si intitola "L'incendiario": Dylan Dog salva della gente da un incendio. Ne più ne meno, non fa neanche tanta fatica, non c'è neanche una vera complicazione, il più piccolo colpo di scena, non so Nil Nobody che tenta di riprendere possesso del "suo" corpo, Chance che si rivela un entità malefica, un qualsiasi tocco di soprannaturale (sarebbe un fumetto horror dopotutto). Niente di niente. A questo punto spero a nessuno venga mai in mente di scrivere per Dylan storie tipo "Il tubo di gomma assassino" dove per salvare della gente da una fuga di gas un' apparizione misteriosa farà incarnare Dylan in un operaio dell'azienda del gas.
Non è neanche la questione che una soluzione tanto piatta e lineare non c'entra un tubo con Dylan e con l'horror, secondo me semplicemente non c'entra un tubo con una storia degna di essere raccontata.
E' come se ne "L'esorcista" i due preti andavano lì, recitavano due Ave Maria e un Padre Nostro, il diavolo toglieva il disturbo senza neanche protestare e tutti vivevano felici e contenti.
E' come se in "Psyco" nella cantina la tizia avesse trovato DAVVERO la mamma di Norman Bates e veniva salvata da Norman pentito.
E' come se nel già citato "Carrie lo sguardo di Satana" alla fine moriva solo Carrie e tutti gli altri vivevano felici e contenti.
No, no, nonostante l'ottimo incipt ho votato "disatroso", perché per me De Nardo con questa storia torna ai livelli delle sue cose peggiori, a robaccia senza capo ne coda come "Sperduti nel nulla", "Abissi di follia", "Cavie umane". Molto meglio storie come "Il gran bastardo" o "Poltergeist!", che non c'entrano niente con Dylan ma almeno ci provano a sorprendere un po' il lettore e a imbastire uno straccio di progressione drammatica.
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