<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Ema</i>
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Carlo Ambrosini è il più grande scrittore di fumetti italiano, superiore anche a Sclavi<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Ho riflettuto a lungo su questa tua frase.
E non tanto per l'estremismo della definizione in sé. (Voglio dire, Ortolani è considerato il miglior autore Marvel vivente e io sono totalmente d'accordo[:D]). Ma perchè al di là dei gusti, delle interpretazioni più o meno condivisibili, ho come l'impressione che tu ne sia seriamente (proprio nel senso letterale del termine) convinto. Provo perciò a spiegarti perchè obbiettivamente (e qui probabilmente ti sembrerò presutuoso) la definizione è amplificata da un (condivisibile) entusiasmo per questo numero 1 (che, ribadisco, a me è piaciuto ma non alla follia.).
Provo a farti notare dei difetti di sceneggiatura che <i>il più grande scrittore di fumetti italiano </i> non può permettersi.
Tralascio il discorso sull'originalità (è un episodio storico rimaneggiato) e mi concentro su qualche snodo tecnico con cui Ambrosini ha scelto di risolvere determinate situazioni:
- Da pagina 108 a 115 (8 pagine!!!!!) è uno spiegone unico. Certo, Ambrosini sa usare le parole e quindi riesce a non farlo pesare... ma ammettiamo che è una pratica comoda e abusata.
- Il "giardino incolto oltre il muro" è una forzatura davvero troppo evidente con cui allungare la fuga di Rezso.
- In ogni scazzotata del fumetto prima o poi uno dei due contendenti dice all'altro: "Bastrdo!" [:D]
- La faccenda della pistola. Vero che sicuramente Ambrosini la giustificherà in qualche modo, ma un accenno all' anomalia della cosa va comunque dato fin da questo primo numero... sempre per il solito discorso di matenere viva la sospensione dell'incredulità.
- C'è una sostanziale differenza tra persona e personaggio. Jan Dix è persona. Il conte è personaggio anche il giudice e Freud lo sono. E la cosa è immediatamente percebile. E ha a che fare con i precedenti discorsi fatti sulla caratterizzazione.
Ovviamente queste poche e personali annotazioni, non sviliscono il valore ultimo del lavoro. Ma bastano a tenermi distante dall'idea di trovarmi difronte al miglior scrittore che il fumetto italiano abbia mai offerto.
Poi, come sempre, si può non essere d'accordo.
A.
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