Cravenroad7

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MessaggioInviato: mer mag 14, 2008 10:12 pm 
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Iscritto il: sab lug 03, 2004 10:42 pm
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by bertuccia2004</i>
e ricordo che anche per demian un sacco di gente sul forum sentiva la mancanza di questo approfondimento.
dico solo che secondo me sarebbe una palla disumana leggere nel primo numero tutta la vita, morte e miracoli...
ma anche dopo, chissenefrega [:I]
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Chi si lamentava dell'inesistenza della continuity in Demian, come il sottoscritto, non desiderava che il personaggio fosse spiegato tutto nel primo episodio. Tanto per intenderci.[;)]
"Ma anche dopo", aggiungi. Vuol dire che per te miniserie è sinonimo di serie a tempo indeterminato.[;)]

<hr noshade size="1">Temo di essere frainteso. Forse ho raggiunto il mio obiettivo.
Il Mio Blog: http://trascorsi.splinder.com/


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MessaggioInviato: gio mag 15, 2008 11:21 am 
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Iscritto il: gio lug 28, 2005 10:13 am
Messaggi: 2764
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Triss</i>
<br />[quote]

<hr noshade size="1">Temo di essere frainteso. Forse ho raggiunto il mio obiettivo.
Il Mio Blog: http://trascorsi.splinder.com/
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">


mah, anche nei film la storia del personaggio si svela piano piano, non è che nella prima mezz'ora ti fanno vedere l'infanzia, la scuola elementare, le medie, la prima fidanzatina e tutte le sbucciature nelle ginocchia.
mi sembra che ci si lamenti per tutto, in sostanza (non tu in particolare)..
se la storia non regge ci si lamenta (io per prima, con grandi ululati sdegnosi, vedi dylan dog) se manca la continuity altre lamentele.
la caratterizzazione del personaggio in una miniserie (secondo me [;)]) può essere limitata.
Ian è un tipo tosto e ben strutturato. ha idee chiare, principi solidi, ed ha coraggio e astuzia.
cos'ha fatto da bambino o nell'adolescenza, può anche non interessarmi. andrebbe a discapito della storia secondo me.
così, con pochi accenn, ci si può concentrare sull'azione del presente, piuttosto che perdersi nei meandri del passato.
si può anche fare, per l'amor del cielo, ma pretenderlo al PRIMO numero è un po' eccessivo [:)]

"fletto i muscoli e sono nel vuoto"


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MessaggioInviato: gio mag 15, 2008 4:49 pm 
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Iscritto il: lun nov 20, 2006 10:46 pm
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Io invece non la vedo così.
La caratterizzazione è la chiave del successo di un personaggio.
Non che la cosa debba per forza suscitare processi di empatia/identificazione, ma comunque il protagonista deve uscire dal foglio.
Mi aveva molto colpito Camilleri, durante un'intervista, quando raccontava che i suoi personaggi prima di scriverli li osservava muoversi in casa sua per giorni, ne provava ad immaginare movenze, nevrosi, ritualità.
Ora, non voglio dire che i personaggi devono avere tutti la loro imprecazione o dei cliché comportamentali esasperati, però del carattere sì.
Quello che penso io è che in questo primo numero Jan Dix potrebbe essere "interpretato" da una qualsiasi comparsa.

A.


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MessaggioInviato: gio mag 15, 2008 5:26 pm 
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
Messaggi: 12588
Località: Verona
Avendo da poco riletto il primo numero di <i>Mister No</i>, ho ben presente cosa tu voglia dire: in quel caso, anche se la storia non è niente di che, il personaggio esce letteralmente dalla pagina: un carisma che Jan Dix se lo sogna. Ma anche il primo <i>Dylan Dog</i>, sotto questo punto di vista (e non solo), è impeccabile.

Ciao

Teo


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MessaggioInviato: gio mag 15, 2008 5:43 pm 
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Iscritto il: lun nov 20, 2006 10:46 pm
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by rimatt</i>
<br /> carisma
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Esattamente.

A.

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MessaggioInviato: gio mag 15, 2008 6:08 pm 
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Iscritto il: dom ott 08, 2006 12:46 pm
Messaggi: 4831
Chi dice che Dix non abbia carisma?

E' un carisma diverso, più compassato, dopotutto il personaggio è un critico d'arte, non un avventuriero dell'Amazzonia o un indagatore dell'incubo!

E' ferreo ma anche sregolato (ubriacatura di inizio storia e "casa del sopravvissuto"), in amore cane bastonato ma anche carnefice (forse, come lascerebbe intuire l'ultima scena della festa, attardandosi con la splendida donna sul sofà), fatalista ma anche determinato (cosa non si inventa per avere il Vermeer/Kadar), serioso ma anche cialtrone (la scena sul cornicione con Freud).

Secondo me la chiave di lettura del personaggio sta tutta nel suo incubo e nel colloquio con se stesso allo specchio. Jan Dix è una persona che ha paura di sè e di ciò che cela (o potrebbe celare) nel proprio inconscio. Credo sia anche questo il motivo per cui odia tanto gli uccelli, che nel film di Hitchcok erano più che dei semplici pennuti: erano la materializzazione della follia umana che si ritorceva contro gli uomini stessi, un'esplosione cieca di negatività (emblematica a questo proposito la scena in cui Tippy Hedren viene accusata di essere una strega e di aver portato lei in paese quella sorta di maleficio). Jan Dix ha paura degli uccelli perché questi sono/rappresentano i suoi pensieri più reconditi: normalmente sono latenti, ma quando si scatenano sono incontrollabili.

Qui credo stia il carisma del personaggio.

Ovvio che tutto questo è solo una mia personalissima supposizione che può non avere nulla a che fare con gli intenti di Ambrosini. Inoltre è ancora presto per fare supposizioni a partire da una sola storia, bisognerebbe attendere comunque lo sviluppo delle vicende del personaggio.

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Dagli occhi vermigli grondano oramai
lacrime sanguigne, per tetri calamai.

"Sei sul limite."
"Io sono il limite."
"Quello che vuoi veramente, solo io lo posso dare."
"Non puoi darlo e non lo puoi comprare, perché tu...non lo possiedi."</font id="black">


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MessaggioInviato: gio mag 15, 2008 6:11 pm 
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Iscritto il: lun dic 26, 2005 11:47 pm
Messaggi: 8059
Località: Torino
Mah... a mio modo di vedere e intendere - parliamo di aspetti prettamente tecnici - un fumetto non saprei dire quanto "la rappresentazione del carisma" del personaggio principale possa incidere nel fattore "qualità" della testata. Inciderà sicuramente, non vi do torto di certo, ma personalmente non ne faccio la caratteristica principale di tutto lo straordinario lavoro svolto dell'autore in questo specifico caso. Per intenderci: c'è molto altro in questa sceneggiatura che prediligo - e che va a scapito - di una personalità poco simboleggiata da parte del protagonista.
Anche se Dix che si aggira per le città europee con 'sto auricolare per me è già leggenda[:D]
Tutto questo per dire che a conti fatti questo numero è indubbiamente superiore sia al numero 1 di Dylan che a quello di Mister No. E tanto mi basta.
ps: letto successivamente il messaggio di Dario, come al solito sempre molto acuto nelle sue analisi; concordo praticamente su tutto: anche per me il rimando al grande regista è decisamente voluto...
anche se così, Dario, lasci intendere però che qualcuno non abbia pienamente colto tutte le sfumature e sfaccettatture varie circa la rappresentazione del personaggio[:D]

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Se è tardi per passare a trovarmi, insisti, se non ci sono in un posto, cerca in un altro, perché io son fermo da qualche parte ad aspettare te


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MessaggioInviato: gio mag 15, 2008 6:19 pm 
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Iscritto il: dom ott 08, 2006 12:46 pm
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Come direbbe Lynch: "I miei post sono solo una successione priva di senso di parole, ognuno ci vede quello che vuole. Non voglio che il lettore si senta costretto a trovare un senso in tutto, piuttosto mi interessa che colga la bellezza dei singoli costrutti."

:D

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MessaggioInviato: gio mag 15, 2008 6:32 pm 
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Iscritto il: lun nov 20, 2006 10:46 pm
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Certamente, Dario, le mie riflessioni partono solo dalla lettura del primo numero. Logico che nei prossimi mesi lo sviluppo delle vicende contribuirà o meno a delineare il personaggio.

Quanto da te scritto però è frutto di supposizioni e deduzioni personali intuite dal raccontato.
Il che non significa che tu abbia torto.
Ritengo però che la caratterizzazione di un personaggio debba essere (soprattutto in una prima fase) maggiormente legata a binari maggiormente obbiettivi che interpretativi.

Il carisma non vorrei venisse confuso con la psicanalisi e l'introspezione. è qualcosa di epidermico ed immediato, qualcosa che non deve per forza attingere all' inconscio interpretato.

A.




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MessaggioInviato: gio mag 15, 2008 6:34 pm 
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Dario84</i>
<br />Non voglio che il lettore si senta costretto a trovare un senso in tutto, piuttosto mi interessa che colga la bellezza dei singoli costrutti.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

è un po' il mio modo di intendere l'arte.
Non tanto il "cosa" quanto il "come" viene raccontato.

A.

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MessaggioInviato: gio mag 15, 2008 6:37 pm 
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Iscritto il: dom ott 08, 2006 12:46 pm
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Non so Mister No, ma non vedo questo gran carisma di Dylan Dog ne "L'alba dei morti viventi" (anzi, probabilmente la scena della custodia esplosiva era pure un fattore penalizzante sotto questo punto di vista).

Come non bisogna confondere il carisma con l'introspezione o la psicanalisi, non bisogna confonderlo neanche con fattori "esterni" al personaggio, come una scorrazzata in bicicletta nella periferia inglese o una dissolvenza in nero a fine storia.

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MessaggioInviato: gio mag 15, 2008 6:42 pm 
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Iscritto il: lun nov 20, 2006 10:46 pm
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Dario84</i>
<br />che nel film di Hitchcok erano più che dei semplici pennuti: erano la materializzazione della follia umana che si ritorceva contro gli uomini stessi, un'esplosione cieca di negatività <hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Non solo.[:)]
Sono anche incarnazione di timori edipici, punizione etica, manifesto di tensioni misogine....
Però qui si va brutalmente off-topic.

A.

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Iscritto il: dom ott 08, 2006 12:46 pm
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D'accordo con la punizione etica...ma i timori edipici? E soprattutto le tensioni misogine? In che senso, perché?

Fin quando non ci richiamano, parliamone un po'.

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MessaggioInviato: gio mag 15, 2008 6:52 pm 
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Iscritto il: lun nov 20, 2006 10:46 pm
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Dario84</i>
<br />Non so Mister No, ma non vedo questo gran carisma di Dylan Dog ne "L'alba dei morti viventi" (anzi, probabilmente la scena della custodia esplosiva era pure un fattore penalizzante sotto questo punto di vista).

Come non bisogna confondere il carisma con l'introspezione o la psicanalisi, non bisogna confonderlo neanche con fattori "esterni" al personaggio, come una scorrazzata in bicicletta nella periferia inglese o una dissolvenza in nero a fine storia.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Sono d'accordo.
Infatti il carisma di Dylan (che è stato citato da Rimatt e poi ripreso nel tuo intervento) fin dal primo numero nasce da situazioni e dialoghi sfacciatamente caratterizzanti che vanno oltre il clarinetto, la bicicletta e la gamba sul bracciolo.
Dylan è, ad ogni buon conto, un caso a sé, per le peculiarità stilistiche del suo creatore. Quindi, personalmente, non lo userei come termine di paragone.

A.

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MessaggioInviato: gio mag 15, 2008 7:04 pm 
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Dario84</i>
<br />D'accordo con la punizione etica...ma i timori edipici? E soprattutto le tensioni misogine? In che senso, perché?
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Siccome ho la memoria di gomma, uso i nomi degli attori (che fa sempre figo!! [:D])perchè quelli dei protagonisti non me li ricordo mai...
Gli Uccelli possono essere interpretati come manifestazione concreta dei timori edipici di Jessica Tandy per l'allontanamento del figlio Rod Taylor.
Gli Uccelli permettono a Rod Taylor di diventare indispensabile riferimento ("dipendenza per la sopravvivenza") per tutte le figure femminili del film (madre, donna, sorella).

A.

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