Come promesso in "Oggi ho comprato..." eccomi qua a parlare dell' autore che più ha segnato la mia adolescenza.
Molto più delle matite rubate al pornosoft che rispondono al nome di Katsura.
Ma anche molto più della tenera e ironica commedia degli equivoci che era Maison Ikkoku.
Giusto.
Sto dimenticando Orange Road. Ma quì, nonostante alcuni episodi particolarmente intensi, a rileggere oggi il lavoro di Matsumoto sento quel distacco generazionale che mi separa dal raccontato.
Con Adachi non si corre questo rischio.
Si può (anzi si deve: più lo si fa più lo si apprezza) rileggere all' infinito ogni sua pagina senza mai correre il rischio di sentirsi inadeguati alle emozioni narrate.
La poetica di Adachi è, a mio parere, riassunta in ROUGH (il suo capolavoro) ed in due parole: minimalismo ed equilibrio.
Da queste scelte stilistiche parte ogni successiva riflessione sull' autore.
Le trame raccontano il quotidiano degli adolescenti giapponesi nei luoghi che più li accompagnano nel loro affacciarsi all' età adulta: la scuola e i club sportivi (che mischiano con le loro rivalità le carte emotive dei protagonisti).
Il tempo nei numerosi volumetti che costruiscono la serie scorre lentamente, tra impercettibili sfumature che arricchiscono i rapporti tra i personaggi, dove ogni silenzioso dettaglio contribuisce all' evoluzione psicologica dei protagonisti.
Per questo la sceneggiatura è sempre perfettamente bilanciata nella gestione dei tempi narrativi (intere vignette e tavole senza l' invadenza delle parole: per far "sentire" al lettore sulla pelle lo scivolare delle stagioni, piùomeno metaforiche).
I personaggi sono vivi. Ma vivi per davvero. Dialoghi, gestualità , sentimenti nevrosi, debolezze, paure. Adachi usa poche linee per le caratterizzazioni, ma, credetemi, bastano e avanzano.
E anche qui il dettaglio del primissimo piano diventa la miglior chiave di lettura.
Gli antagonisti godono sempre di una profonda stima da parte del protagonista che si ritrova, dunque, nel suo agire, spesso inibito dal sincero rispetto che nutre verso il rivale.
E anche questo, a ben guardare, è coerente con quell' idea di equilibrio che l' autore pone al di sopra di ogni situazione: niente bianco/nero. Grigio.
Che poi proprio grigio non è.
Perché un senso di "colorata" leggerezza pervade l' opera anche nei momenti più dolorosi (quelli che portano alla commozione, di fronte alla sempre composta reazione di protagonisti e comprimari) come pure nelle situazioni più comiche e metafumettistiche con cui l' autore impreziosisce le trame.
Perché leggere Adachi?
Perché racconta l' intero spettro dei sentimenti universali con delicatezza e poesia profonde e sincere.
Cosa leggere di Adachi?
(in personale ordine di preferenza)
Rough.
Short Program.
Touch.
Jimbe.
Miyuki.
Slow Step.
(Ho, ma non ho mai letto: Misora, H2, Katsu)
Cosa non aspettarsi da Adachi?
Azione, sfacciato erotismo, diversificazione nelle caratterizzazioni grafiche dei personaggi.
Quale difetto in Adachi?
In alcuni casi (Touch, H2?) indugia troppo sugli schemi sportivi, talvolta rendendoli anche fondamentali, in base a specifiche reazioni dei personaggi al regolamento, per l' evoluzione dei rapporti tra i protagonisti.
Se si legge ROUGH come prima cosa, nient' altro può tenere il passo.
E' più o meno tutto: ora passo la palla a Rimatt, che dell' autore ha letto più di me...
____
www.myspace.com/sindromemoebius