<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by nGel</i>
<br />POSSIBILI SPOILER
Certo i personaggi non sono a tutto tondo, ma essendo personaggi di un gioco in mano a dei bambini, io credo che la cosa sia voluta: Dylan Dog doveva essere "il solito Dylan Dog", marpione sensibile ed eroico, l'assassino doveva essere "il solito assassino", un folle omicida senza scrupoli, eccetera.
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La trovata dei bambini-autori regge sotto il piano puramente teorico e meta-fumettistico, ma non su quello pratico dell'effettiva realizzazione della storia. Per prima cosa, ritengo sia un po' pressapochistico giustificare evidenti lacune di soggetto dicendo "ma l'ho scritto come se l'avessero scritto dei bambini...", sempre ammettendo che questa fosse la vera intenzione dell'Autore; inoltre, a leggere alcune dichiarazioni della Barbato qui sul forum, mi pare piuttosto vero il contrario: DYD deve alternarsi tra storie mediamente profonde ed altre piatte e consuete, proprio per motivi di "target", perché i lettori di "questo" DYD, spesso sbarbatelli, sono molti di più di quelli (noi?) "storici" e ormai prossimi all'età di una sempre più chimerica pensione. In sostanza, apprezzo il tentativo, ma non l'evidente "giustificazionismo" cerchiobottista.
Inoltre, la teoria degli infanti fantasiosi fa a pugni proprio con l'unico frangente innovativo della storia, lo stra-citato "siparietto dei pupi": come può un bambino, presumibilmente anglosassone (visto quanto sono biondi lui e gli amici, ma non ci è dato saperlo con certezza) essere così dentro ad una materia tipicamente sicula, nonché altamente dissacratoria e disillusa (elementi che mi pare fossero ben più presenti negli altri bambini, i fan di Half-Life)? Ad essere molto ottimisti, potremmo anche vederci un certo "risveglio autoriale" di Di Gregorio, che purtroppo rimane confinato in un numero di pagine direttamente proporzionale alla considerazione che i lettori più scafati sembrano avere da parte dello staff dylandoghiano (perché ricordiamolo, ogni storia è approvata e sottoscritta da ogni livello gerarchico, dal letterista a Sergione). Si potrebbe addirittura intravederci una sottile punzecchiatura rivolta proprio a quei soloni che non hanno di meglio da fare che criticare il "new deal" di Dylan, al cui novero credo di fare parte: rappresentati come marionette ancorate al passato nei gesti e nei discorsi, e capaci solamente di dare sfogo alla propria vis critica...
Aggiungo un'ultima considerazione sulla sparata contro i videogiochi: che sia un piccolo tentativo di un esordiente per arruffianarsi un po' il "grande vecchio" Bonelli? Lo so, sono troppo cattivo...