h.15:56
La lettura di ?Marty? mi lascia piuttosto perplesso.
Ma ciò non è necessariamente negativo.
Chiarisco subito che, secondo me, non siamo di fronte a un capolavoro.
<b>SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER</b>
Detto questo, entro nel merito dell? analisi;
il <b>soggetto</b>, come nelle altre due storie del ritorno sclaviano, è decisamente povero, non ha nulla di veramente nuovo: un anziano solo e malato, preso a calci dalla vita; un assassino inesistente partorito dalla sua immaginazione; tanti, TROPPI luoghi comuni, dai soliti impiegati cafoni, ai soliti medici frettolosi, ai soliti prepotenti della strada, alla solita favoletta dei genitori-canaglia.
E alle solite predicozze buoniste messe in bocca a Dylan.
Finale estremamente prevedibile, si intuisce il destino del protagonista già dai suoi primi dolori alla schiena.
Insomma, il soggetto è banale, ma comunque più elaborato rispetto a quello de ?L? Assassino è tra Noi?.
<b>FINE SPOILER FINE SPOILER FINE SPOILER FINE SPOILER</b>
E la <b>sceneggiatura</b>?
La sceneggiatura riscatta l? albo. Dialoghi sempre puntuali e curati, mai lasciati al caso. Taglio cinematografico. Lettura scorrevole e piacevole.
La narrazione è interamente credibile; ogni personaggio è ?vivo?, ha le sue caratteristiche psicologiche ben riconoscibili; pochissimi i tempi morti, forse nessuno.
<b>Complessivamente</b> giudico ?Marty? un albo buono, ma non ottimo.
Sclavi ha ?sentito? la vicenda, questo è fuori discussione.
E non posso che apprezzare ciò, vista la ?freddezza? (comunque voluta!) de ?L? Assassino è tra Noi?.
Ma dovendosi inserire l? albo nel filone dei Dyd ?commuoventi?, direi che il gap che lo separa, per esempio, da ?Il lungo addio?, da ?Johnny Freak? o da ?Il Sorriso dell? Oscura Signora? (ma anche da ?Oltre quella Porta? della Barbato) è decisamente notevole.
E? chiaro, d? altra parte, che il gradimento di questo tipo di storie può variare da persona a persona, può essere influenzato da quanto ciascuno di noi si senta vicino alle tematiche trattate.
A me (ma qui siamo nel campo dell? assolutamente soggettivo) non ha emozionato per niente, nonostante la mia sensibilità verso le suddette tematiche.
Il problema è ancora una volta nella mancanza di innovazione: lo specchio della società contemporanea che Tiziano ci offre è fin troppo abusato; non c? è anticonformismo, si ragiona per stereotipi.
Detto questo constato comunque con gioia che Sclavi è riuscito in tre albi a percorrere tre filoni decisamente diversi tra loro e tutti decisamente ?dylaniati?: quello del non-sense esistenzialistico (?Ucronia?), quello del thriller psicologico (?L? Assassino è tra Noi?), quello dell? impegno sociale (?Marty?).
I risultati, è vero, sono stati altalenanti, ma personalmente mi ritengo soddisfatto: giudico, infatti, ?Ucronia? un quasi-capolavoro ed ho letto con piacere anche le altre due storie, nonché il suo splendido ?Il tornado di valle Scuropasso?.
Se siamo di fronte ad una ?gita? (come lui stesso aveva detto) o ad un vero ritorno, solo il tempo potrà dircelo (o magari anche il 250?)_
V.M.è l? impopolare
V.M.è il demagogico
V.M.-since1986-
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