<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by boe</i>
<br /><blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Un capolavoro, il miglior Dylan della Barbato e uno dei vertici assoluti dell'arte di Mari, qui angoscioso come non mai. L'atmosfera della prima parte della storia è qualcosa di irripetibile, degna delle migliori sceneggiature del miglior Sclavi. Da leggere, rileggere e venerare.
Oltretutto, c'è una copertina superba.
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mah, mah... avrei molti dubbi sul "capolavoro". a me la barbato piace (ma ormai, piaceva) quando era meno "autrice", e più al servizio del personaggio. insomma, più che altro nelle prime storie.
quest'albo mi ha annoiato parecchio, in verità. anche perchè, come al solito, nelle sue storie non riesco a trovare quella benedetta autoironia che _deve_ esserci in dyd.
concordo invece sul giudizio su mari. semplicemente un grande.
p.s.: devo essere sincero, ma non la leggo da un po' di tempo (dalla sua uscita, appunto!). appena possibile la rileggerò. mi avete fatto ritornare la voglia!
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voglio ritrattare in parte quello che avevo scritto (vd. sopra).
l'ho riletta questa mattina, e devo ammettere che, a differenza della prima volta nella quale la lessi, stavolta mi ha molto appassionato.
alla prima lettura non mi convinse tanto il cambiamento di dylan, la sua caduta (o presunta tale) nella follia. alla seconda, invece, l'ho trovata ben realizzata. e ho amato la figura di joe montero. grande personaggio (o, appunto, grande "figura", visto che in relatà non esiste).
insomma, su molte cose che trovai non riuscite ho cambiato idea.
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