Riletta recentemente, come vari altri albi del post 666 e pre-trilogia del ritorno al classico. Molte di quelle storie sono completamente sparite dalla mia memoria, e senza ansia o hype del momento alcune migliorano.
Questa obiettivamente é una storia ben costruita. Vedo anche la "grandeur" e il respiro. Il problema é che non é scattato il coinvolgimento, lasciandomi freddamente a constatare questi dati. Il problema, forse, é che ne abbiamo viste anche troppe di storie con Dylan messo davanti il suo essere, le sue contraddizioni, i mali della società, il suo modo di reagire, un amore perso per strada.
Qui tutto é accentuato più in mood "one shot" o graphic novel, più che da DYD classico, immagino per rendersi vendibile nel contesto Vasco. Un lettore a caso prende la storia e ha tutto un mondo chiuso in cui puo' immergersi e mettere in libreria una volta finito. Non c'é né 419 ne 421. E dunque, un Dylan che si vorrebbe vivesse LA storia d'amore.
La verità é che più o meno tutte e tre queste storie facevano bene il loro lavoro. Quella della Contu era leggera, godevole, scendeva giù bene, quasi trasponendo il mood di "Albachiara", appunto. Ma andavano messe su tre pubblicazioni extra create apposta, con anche gli editoriali di corredo. Non é possibile che in quasi 40 di vita editoriale non abbiamo mai avuto 5 pagine in più di dietro le quinte, ma tre mallopponi speciali zeppi di testo dedicati a Vasco e non al titolare della testata. Capisco pero' che l'occasione era ghiotta, e già che capitalizzi lo fai senza vergogna: testata regolare, pagine in più, cover dedicate, strillone in copertina.
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