Aleksandr ha scritto:
seminole1773 ha scritto:
Una curiosità Aleksandr, al netto dei riempitivi, non pensi che Julia si troverebbe bene sulle "lunghe distanze "?
No. Anzi ridurrei ancora di più le pagine, darei le stesse di Dylan Dog. Molte storie a livello di trama, senza riempitivi, starebbero comodamente in 60-70 pagine. Certo se ci fosse una storia intricata, senza pause, magari con Myrna (l'esordio di Julia fu memorabile, con lei, una tripla), una doppia potrebbe andar bene, altrimenti no. Personalmente non ne ricordo (senza Myrna) che avrei voluto vedere sviluppate su due albi, forse quella in cui si sospettava Webb di corruzione, ma era di parecchi anni fa, in un periodo, lungo, in cui compravo solo 2-3 albi all'anno.
Ricordo di aver letto almeno una doppia su Julia, nei primi anni, quella sulla setta, la trovai un po' noiosa.
Non provo, l'ho detto spesso, simpatia per il personaggio Julia, né interesse per le sue vicende personali, che ridurrei al minimo indispensabile (anche gli incubi, uno per annata sarebbe abbastanza). Non fosse per le grandi capacità di Berardi, la sua abilità nel narrare, di descrivere i personaggi coinvolti nelle indagini, gli ambienti, i dialoghi, di cogliere l'attualità, senza quasi mai cadere nella retorica, ecc. penso non leggerei più questa testata da anni.
Capisco, ma non sono per nulla d'accordo.
Credo che, ovviamente si dirà , Julia sia più apparentata con KenParker che con Dylan, nonostante l'epoca in cui sono ambientate le avventure.
L' approfondimento dei caratteri dei comprimari, delle vittime o dei colpevoli, i tempi dilatati delle indagini, sono elementi che di per sé necessitano di un maggior numero di pagine rispetto ad una pura e semplice indagine poliziesca come avviene ad esempio nel pur ottimo Nick Raider (che ho sempre apprezzato molto) o in Dylan (in salsa horror) : sono fumetti geneticamente diversi, seppur con punti in comune.
Poi è chiaro che, come in Ken Parker, possono uscire capolavori di 98 pagine e brodi allungati di 130 (e concordo che un incubo all'anno possa bastare ), però resto dell'idea che se Berardi, libero da probabili logiche editoriali obbligate, avesse potuto scrivere storie più lunghe di un solo albo, oggi avremmo letto qualche grande storia in più.