Parto da un leggero OT
Nima83 ha scritto:
passando ad un'analogia cinematografica, parlando di quello che era il vecchio cinema comico, trash e perché no, anche "pecoreccio" italiano: c'erano Franco e Ciccio, Vitali, i film di Er Monnezza, e soprattutto Lino Banfi. Tutta roba rivalutata a posteriori, e non solo da molti di noi "fruitori popolani", ma anche da parte della critica e da certi registi (non è un segreto che Tarantino ami profondamente il cinema di Banfi). Roba divertente, che sapeva strappare ben più di una risata e soprattutto intrattenere.
Quel genere di comicità italiana, post-Totò/Peppino/Fabrizi ha avuto il suo apice cinematografico tra la seconda metà degli anni 70s e gli anni 80s... guarda caso mentre fermentava l'idea di Dylan nella testa di qualcuno. Anche senza trascendere nel pecoreccio, sono a tutt'oggi veri e propri cult del B-Movie che il nostro cinema non è più riuscito a riprodurre, e persino Tarantino lo sa... con parecchi rimpianti.
Proprio jeri davano sul ch34
Cornetti alla Crema che è il top in quel senso, con una serie di equivoci spassosi e ben caratterizzati, anche se non ci fosse stata quella top-a della Fenech accanto al mitico Lino da Canosa
.
Saper divertire ed intrattenere, ma con chi è in grado di farlo. Ed oltre a Banfi si può svariare in quel senso dal trash di Buzzanca, P.Franco, Montagnani, Abatantuono, T.Milian, fino alla comicità più pungente o malinconica di Villaggio, Pozzetto, Verdone o Troisi. Una
golden age che non ha avuto più seguito.
Solo (in parte) Aldo, Giovanni & Giacomo ci hanno provato nei decenni successivi al cinema, ma non rendono come in tv. Salemme non fa ridere, Albanese è un guitto depresso, Pieraccioni va compatito, e Zalone fa sempre lo stesso personaggio pur imitandone altri. Le loro attuali pellicole tra trent'anni non verranno cercate da nessuno mentre "Cornetti alla Crema" non lo schioda neanche la Buoncostumeperbenista dall'ennesima replica.
[...]
Stavros ha scritto:
Per come la vedo, la scrittura di Chiaverotti è molto legata al periodo in cui cominciò a lavorare -il che vale quasi sempre per quasi tutti, ma se non altro spiega come mai non abbia avuto eredi, sulla testata. Quelle che mi sembrano le sue influenze principali dal punto di vista narrativo e visivo -il giallo/thriller italiano anni '70, gli slasher movies americani di quel decennio.
[...] se Sclavi era Hitchcock, Chiaverotti è stato Fulci: un Autore di Serie B, quindi anche violentemente discontinuo, ma con un set personalissimo di ossessioni e tematiche, e quel qualcosa di indefinibile ma impossibile da non notare che di solito si chiama Stile.
L'assenza di Recchioni... deriva dalla mia difficoltà nel collocarlo in uno dei due filoni descritti qui sopra. A prescindere da ogni valutazione di merito, forse l'autore che più di tutti si è avvicinato a modo suo allo spirito pulp del Dylan Dog di Chiaverotti è stato proprio lui -per entrambi Dylan Dog è "semplicemente", o comunque prima di tutto, un fumetto, qualcosa con cui divertirsi e far divertire.
Infatti, Chiaverotti sta a Fulci/Bava, come Sclavi sta ad E.A. Poe/Lovecraft. Il suo talento si colloca, come impianto formativo,
sul cinema di "genere" di quel periodo, passando dall'horror artigianale dei succitati, ai beceri thriller sempre più slasher sulla scia di Argento&co, fino al poliziottesco nero dai '70s in poi. Poi lui c'ha aggiunto le sue personali visioni/ossessioni, in cui l'ambiente di Dylan calzava a pennello, alcune rimodulate dal genio di Sclavi, ma con una sua personalissima impronta di tipici stratagemmi, controfinalone a parte - v. mini-spaccati di vita di disgraziati in serie, con beffarde didascalie a margine, ne
I delitti della Mantide, Il Monastero, Frankenstein!, Partita con la Morte, etc.
Uno stile che non vedo affatto, neanche nei (vani) tentativi di imitazione. Uno stile che non appartiene a Recchioni che a mio vedere, prima del DD666, è stato una specie di Barbato più
pulp (in senso da nerd mmeriganofilo però, succube della sua sottocultura cine-fumettistica), perché ama scrivere storie
SOLO SU Dylan, farlo soffrire (v. Mater, Corvo, etc)... per poi uscirsene con tamarrate colossali da botteghino per strizzare l'occhiolino ai suoi jovani compari di nerdate e citazioni
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CIAO MATER ALOHA
GUARDA COME MI DIVERTO