BARBATIADE
Sottosopra: non l'ho letta
63. La lunga notte: un genere di storia che non è nelle mie corde
62. Esercizio numero 6: storia scialba e senza senso
61. La variabile: storia insopportabile, incomprensibile
60. Morbo M: brutta, sgangherata, senza senso, irriconoscibile
59. Il crollo: storia rischiosa, tanto fumo e poco arrosto
58. Il santuario: troppo fiabesca, troppe pagine
57. Sally: non mi piace vasco rossi...
56. Cose perdute: innocua, ma noiosa
55. I figli dell'illusione: innocua, ma noiosa
54. L'esodo: troppo fiabesca
53. Il bianco e il nero: troppo fiabesca
52. La morta non dimentica: troppo trash
51. Eterne stagioni: fumosa, non l'ho capita
50. Il numero duecento: troppo melodrammatica
49. Il settimo girone: troppa retorica
48. Chi muore si rivede: divertente, rovinata dal finale
47. Gargoyle: simpatica e nulla più
46. Nessuno è innocente: simpatica e nulla più
45. Baba Yaga: simpatica e nulla più
44. Remington House: simpatica e nulla più
43. La peste: fumosa, però classica
42. Medusa: discreta, finale un pò trash
41. Il giardino delle illusioni: discreta
40. Phobia: discreta, penalizzata dai disegni
39. Il pifferaio magico: discreta, un pò troppo fiabesca
38. Il primordio: discreta, a prescindere da john ghost
37. Giochi innocenti: discreta
36. Il mondo perfetto: discreta
35. Gli abbandonati: buona, sottovalutata
34. In nome del padre: buona, ma un pò troppo melodrammatica
33. Chiamata dall'inferno: buona, commedia barbato style
32. Il sangue della terra: buona, divertente
31. La follia di Pete Brennan: buona, divertente
30. Videokiller: buona, divertente
29. Il capobranco: buona, sottovalutata
28. Il tocco del diavolo: un pò antipatica, ma buona
27. Il cadetto: buona
26. Il cimitero dei freaks: sgangherata, ma divertente, buona
25. Ancora un lungo addio: un buon remake
24. Il dogma: buona, barbato style
23. La caduta degli dei: buona, barbato style
22. ...e cenere tornerai: buona, barbato style, stimolante
21. Il gioco dell'amore e dell'odio: buona, barbato style
20. La predatrice: gioiellino, barbato style
19. Qualcuno nell'ombra: ottima
18. Mai più, ispettore Bloch: ottima, divertente, incompresa
17. Requiem per un mostro: ottima, sclavi style
16. Necropolis: ottima
15. Il sonno della ragione: ottima, stimolante, toccante
14. La scelta: ottima, stimolante
13. Oltre quella porta: ottima, stimolante
12. Anime prigioniere: ottima, quasi eccellente
11. L'uomo dei tuoi sogni: ottima, quasi eccellente
10. IL "SENZA NOME"
classico soggetto barbatiano in cui un dylan in crisi deve riscoprire sè stesso, come in "...e cenere tornerai" ma con una sceneggiatura molto più ironica
sono quattro/cinque mini-episodi raccontati con vera MAESTRIA, approfittando del largo spazio concesso dal gigante a storia unica
il migliore, a mio avviso, è quello delle sartine, un piccolo capolavoro alla arsenico e vecchi merletti, ma mi piace molto anche il primo nel grand guignol
che mi ha ricordato la famosa commedia di lillo e greg "il mistero dell'assassino misterioso" che esordì sulle scene 4 anni prima
è una riscoperta quasi metafumettistica dell'old boy che abbiamo sempre amato, con tanti omaggi al passato (anche il signore del silenzio, il cane infernale)
il collante tra i vari raccontini è talvolta ottimo (il groucho gastonizzato), talvolta meno riuscito (la fumosa questione del "senza nome" del titolo)
alessandrini forse poco costante, in alcuni momenti ricorda l'ultimo piccatto (il finale fantasy di "il pifferaio magico"), ma è pur sempre alessandrini
se la storia è una goduria e uno spasso lo si deve anche allo stile sornione del papà di martin mystere...
controfinale che si ricollega a "oltre quella porta" e anticipa lo xabaras del ventennale...
9. SCIARADA
con un titolo così era lecito aspettarsi una storia molto verbosa, invece lo spiegone inizia solo a pag.90, a differenza che in altre storie dell'autrice
storia ricca di tensione, con un momento topico memorabile (l'alzabandiera) e un personaggio magnetico come angelique, una lecter femminile...
la versione barbatiana/piccattiana della terza faccia meddiana, che viene richiamata in una battuta di bloch, poi ripresa da dylan...
8. L'ULTIMO ARCANO
la magica coppia BARBATO-MARI ci riporta al vero, brulicante, mondo di dylan dog... l'inizio è di quelli memorabili, agghiacciante, emozionante
ma da ricordare anche il tumore "contagioso", la fuga di gas e la parte finale con il paroliere che si ribella al cantante pop latino...
un gioco ipertrofico e infantile fotografato dal cinico sarcasmo della cartomante marie-victorie de saulner-coty detta "mavì"
personaggio irritante come quelli di "il tocco del diavolo" e inquisitorio nei confronti di dylan... che però alla lunga diventa simpatica... a modo suo...
dylan si rifiuta di fare sesso (del resto lei è un pò troppo morticia...), ossessionato dall'indagine sino al finale enigmatico, aperto e interattivo
7. IL SEME DELLA FOLLIA
la prima storia d'amore dylaniana firmata barbato non poteva che sfociare in un trauma... si parte subito forte, in medias res
con angoscianti tavole in flashback dai bordi neri, un dylan incasinatissimo disposto a tutto... memorabile la resa dei conti, alta tensione
in cui anche l'assurda illusione ottica, la solita picchiatella assassina e il relativo spiegone-fiume funzionano a meraviglia
bello il rapporto padre-figlio tra dylan e bloch e da ricordare anche il personaggio di bloody murray, ispirato a marilyn manson...
quanta acqua è passata sotto i ponti da "golconda la grande baraonda" e menate simili
prova perfetta anche per piccatto, con una chicca: quadrupla di pag.73, in altro a destra...
6. TUEENTOUN
per me è una delle migliori storie della barbato e una delle migliori storie degli ultimi 10/15 anni, mi ricorda la barbato degli esordi, per i disegni di brindisi...
...e per la sua ricchezza di idee che si traduce in una verbosità inarrestabile, in uno spiegone fiume che mi ha tenuto incollato alla pagina
un surreale e morboso crocevia tra "memorie dal sottosuolo", "la casa degli uomini perduti" e le classiche trasferte in provincia di dylan e groucho...
tante metafore che fanno riflettere: la comunità xenofoba e allo stesso tempo xenofila, la staffetta tra la vita e la morte, il ricorrente numero 33
tanti i pugni allo stomaco: la scena "madre" dell'omicidio a pagina 131, con killer e vittima in una posizione particolare, quasi scultorea...
il tronco umano, l'aborto clandestino, le uccisioni a sangue freddo degli anziani per ristabilire l'ordine, il modo malato in cui si parla di sesso
il personaggio tristissimo della donna uccisa che si fa inseminare da chiunque, una triste formica regina di un folle formicaio in via di estinzione...
...e l'assassino che, alla fine, è la persona più lucida di tutti... spazio anche per groucho e per l'ironia (dylan sceriffo)
5. IL PREZZO DELLA MORTE
e pensare che qualcuno l'ha scambiato per un esangue "gialletto" che declassa dylan dog a succursale di julia.....
questo GIOIELLO dimostra invece che il personaggio poteva?) benissimo camminare sulle proprie gambe anche senza il suo creatore
è una macchina PERFETTA, un'anomala storia sui serial killer con i suoi indizi a vuoto, le sue assenze, gli apparenti buchi narrativi...
la sua atmosfera "glaciale", non solo per la trasferta in groenlandia... le sue mini-storie di ordinaria malinconia dylaniana
freghieri non al meglio, ma il suo stile si adatta al tipo di storia... copertina molto bella nel periodo forse migliore di stano...
4. NEBBIA
paola barbato colpisce ancora... argomenti scabrosi come in "il sonno della ragione" (la malattia, il coma) e nella chiaverottiana "l'antro della belva" (la violenza sui minori) trattati, naturalmente, con la consueta classe cristallina e nel nobile intento di stimolare una riflessione... perfetto il coinvolgimento di dylan, sofferente e giustizialista, perfetta l'atmosfera, grazie anche agli straordinari disegni di brindisi, con molte "licenze" alla gabbia bonelliana... rimangono scolpiti nell'immaginario questo assassino manipolatore, in tutti i sensi, e soprattutto il parco come classico luogo dell'orrore, senza eccessi fantasy, lo spiegone si poggia sul "non detto" e sul "non visto" ...certo, si può discutere sull'affermazione "l'omertà talvolta è più ripugnante del delitto", quando il delitto è la pedofilia... ed è forse poco credibile l'espediente dei testimoni distratti e menefreghisti... ma è una semplificazione tipicamente dylandogghiana...
3. LO SPECCHIO DELL'ANIMA
dopo pochi numeri dall'esordio, arriva subito il primo capolavoro di PAOLA BARBATO disegnato inevitabilmente dal grande MARI
è il primo capitolo delle sue personali memorie dall'invisibile, rompighiaccio di una nuova golden age dylaniana, durata purtroppo troppo poco
una paranoica QUARANTENA che progressivamente conduce dylan dog a vestire i panni iconici del serial killer joe montero
in bilico tra romanticismo (fa capolino anche il capitano achab) e slasher classico (i vari strumenti usati negli omicidi)
dylan dog va in tilt dal punto di vista esistenziale ma in realtà riscopre sè stesso, torna ai fasti di un tempo (occhio all'utilizzo perfetto di BLOCH)
tutto questo all'insegna dello spiegazionismo, è vero... ma senza la retorica di sclavi e dei suoi succedanei...
la copertina un capolavoro nel capolavoro...
2. LA SECONDA OCCASIONE
curioso come la barbato sia andata a recuperare un chiaverotti dimenticato e sottovalutato come "l'uomo che vendeva il tempo"
e ne abbia tirato fuori un capolavoro, con un CASERTANO straordinario, un assaggio lo avevamo avuto con "il persecutore"...
dopo "oltre quella porta" e "il giardino delle illusioni", prosegue il gioco al massacro, processo a dylan dog che culmina nella scena-madre
l'eterno pallino barbatiano sul rapporto tra dylan e le donne, un prologo che colpisce duro....
ambientazione minimale ma particolare (la casina in muratura, la fogna)
1. MEMORIE DAL SOTTOSUOLO
dopo "lo specchio dell'anima" la barbato vola ancora più in alto, e lo si capisce subito da tante cose
il titolo, tra dostoevskij e memorie dall'invisibile... il folgorante prologo sul clan dei pennycoat... hezel...
è la zona del crepuscolo barbatiana, terreno fertile per il dylan dog originale, tra necrofilia e femminicidio...
henna non è la solita picchiatella assassina che riesce a infilare una poco credibile serie di delitti, è qualcosa di più...
uno dei personaggi femminili migliori della serie e non poteva che essere scritto da una donna
dylan si lascia andare ad una liberatoria parolaccia ("figlio di puttana") ma anche stavolta niente sesso
ma soprattutto niente retorica di sclavi e succedanei, che ha rotto le scatole... e chi se ne frega dello spiegazionismo...
lo stile di casertano si fa più grottesco, ma a me piace un sacco lo stesso
copertina stupenda a suggellare il tutto
THE END