Acquistato e letto questa mattina in biblioteca.
Comincio col dire che ho apprezzato il fatto che sia la copertina che il redazionale fossero bianchi.
Proprio come aveva anticipato Recchioni, si tratta della scelta più adatta ( e qui, però, mi sento in dovere di rivolgergli un rimprovero : per quale ragione, ai suoi tempi, non facesti altrettanto lasciando che venisse pubblicato il progetto originario della copertina di
Lacrime di pietra ? ).
Rimandato, per ora, il misterioso Nessuno ; desidererei valutare altre sue prove prima di giudicarlo.
Leggendo l' ultima pagina dell' albo ho potuto constatare che dal prossimo mese Gigi Cavenago subentrerà ad Angelo Stano nel ruolo di copertinista.
Con tutto l' amore che provo per il prode Angelo, finalmente !
Intendiamoci, voglio bene a Stano e lo considero, assieme a Corrado Roi, il miglior artista che abbia mai lavorato sulla testata ma era evidente che da diversi anni a questa parte lavorasse col freno a mano tirato ( e guarda caso le sue copertine migliori erano quelle dedicate alle uscite importanti ).
Mi auguro che da ora in poi avrà più tempo da dedicare a lavori per lui e per noi più soddisfacenti.
Sulla storia, beh, che dire : bentornato, Tiziano !
L' albo parla dell' alcolismo, male che condiziona le scelte umane orientandole verso un percorso di depravazione fisica e, ancor di più, morale.
Qui Sclavi non affronta il problema con retorica e lo colpisce anzi al cuore con forza, senza metafore o visioni oniriche.
Il ritmo è rapido ed incalzante ( avrò letto l' albo in un quarto d' ora ), i dialoghi pochi e scarni.
E, in effetti, gran parte della vicenda sembra animata dal silenzio, ospite tragicamente loquace di dubbi, timori e ricordi mai dimenticati.
Confusione, solitudine e silenzio affondano in un rigagnolo di gin che s' inabissa mollemente in un canale di scolo buio e senza fondo.
Il finale dolce amaro è un monito che Sclavi ci vuol comunicare con la forza d' un uomo che quest' esperienza tanto dolorosa l' ha vissuta in prima persona : anche se hai toccato il fondo non ti abbattere e lasciare che il tempo ti consumi, alza il capo e torna nella luce.
La presenza di Groucho potrebbe sembrare, a prima vista, marginale ma io la interpreterei piuttosto come quella di colui che, dolendosi del tracollo del suo caro amico, cerca di risolvere la situazione con intelligenza e tatto senza così rischiare di peggiorare la situazione oltre al dovuto.
Mi ha fatto inoltre piacere che Sclavi abbia citato alcune sue vecchie storie ( lascio a voi scoprire quali ).
Interessanti inoltre le considerazioni espresse da Sclavi sullo spiritismo, considerazioni le quali, improntandosi allo scetticismo estremo ( dal quale pure madame Trelkovsky sembra non essere immune ), ci fanno capire quanto variegata e, per certi versi, contraddittoria sia la storia del personaggio ( vera ragione per la quale non sono favorevole all' imposizione di una continuity ferrea all' interno della testata ).
Ed infine, confesso di essermi dovuto ricredere sui disegni di Casertano.
Se nell' anteprima non mi avevano convinto affatto, leggendo la storia non ho potuto far altro che apprezzarli in quanto trovo che siano pienamente adatti a rendere familiare il lettore alle atmosfere buie, squallide e solitarie della storia.
Per concludere, la storia non sarà un capolavoro ma vi posso garantire che c' è tanto Sclavi al suo interno ; si vede che l' ha scritta col cuore.
Il voto che le assegno sarà pertanto un sette pieno ( buono ).