Cravenroad7

infatti... comunque sono d'accordo con Lord Blending, quando un albo piace più o meno a tutti, una volta detto muore li... e poi diventa zombi

Il problema secondo me è da attribuire anche al soggetto davvero poco originale.
Ormai il tema degli zombie usati come dog-sitter, portaombrelli o legna per il fuoco è inflazionatissimo e in generale gli zombie hanno un po' stancato.
Tutti dicono che la storia è scritta bene, io dico che non è scritta male.
Forse dovrebbero lasciare l'esclusiva zombie a Bilotta, che, parere mio, sul tema ha fatto molto meglio.

Anch'io preferisco di gran lunga la saga di Bilotta (come tutti direi, vista la vittoria del galeone d'oro a mani basse), ma anche la sua saga non è certo delle più originali...

Quest'albo è l'ennesima conferma che Accatino, soprattutto a livello di tecnica narrativa e di costruzione dei dialoghi, sta proprio su un altro pianeta rispetto ai suoi colleghi (rispetto al Rrobe ad esempio)!!

AAAH! Io i fumetti di Recchioni li trovo assolutamente ineccepibili, parlando da profano e da non grande fan del genere action né di quello western. Ma sono stato forse l'unico a osannare spazio profondo più di ogni altro albo uscito dopo.

Vedo molti entusiasti per questo albo, a me è sembrato piuttosto ordinario, l'unico vero pregio è che non c'è il cattivo alla fine che ci spiega il perché e il percome degli zombie. Credo che avrebbe necessitato di più ampio respiro.
Comunque più Accatino e meno Barbato! Ora ci faccio un cartellone

Edit: complimenti vivissimi per il nickname bello, sei tipo, uhm, uno a posto, cioè, credo

Ho creato un modello di base per le recensioni delle storie di Accatino, buono per tutte le pubblicazioni accatiniane a venire. Enjoy it!

“La trama è esile, quasi inesistente, ma Accatino scrive talmente bene che tutto il resto passa in secondo piano. I personaggi sono tutti azzeccatissimi e le psicologie ben delineate. Dialoghi strepitosi che offuscano anche i numerosi difetti e buchi di sceneggiatura presenti, ma credo sia una scelta voluta dall'autore, come il non dare spiegazioni sull'accaduto, cosa che apprezzo molto, abbasso gli spiegoni inutili!!! E poi Dylan è proprio Dylan come Groucho, in formissima come non si vedeva da tempo immemore. La storia, è vero, ricorda molto quella di quel film\romanzo italo-turcomanno-creolo-nord coreano degli anni 90 intitolato “***” ma non credo si possa parlare di plagio, e poi anche Sclavi copiava. Ritengo Accatino il solo e unico erede di Tiz, altro che Barbato (ultima maniera) o Recchioni (bravo solo a scopiazzare i blockbuster americani).”

Votato 8

Accattino gran sceneggiatore. Non siamo ai livelli stupendi de "Il generale Inquisitore" , poiché qui il soggetto di base non ha lo stesso interesse, pur essendo malato e cattivo e soprattutto senza compromessi (grazie RRobe per questo!) , ma la sua abilità nello sceneggiare l'angoscia e la maestria nei dialoghi e nella descrizione delle situazioni è da grande maestro. Per fortuna è arrivato in DYD.
Alla fine anche belli i chiaroscuri di Rinaldi, che apprezzavo poco nelle sue precedenti apparizioni.
Ci siamo!

Votato accettabile. 6, 6.30...ad Accatino faccio fatica a dar meno. Però, al di là dei meriti tecnici e di "sbuzzo", devo ammettere che questa storia non mi ha particolarmente coinvolto, insomma, non è scattato nulla che mi facesse alzare un ghigno felice (detto anche sorriso dai più). Inoltre alcune microscopiche faccende mi hanno fatto storcere un pò il naso. Ribadisco il microscopiche eh:
Vabbè, ripeto, questioni microscopiche, su cui magari mi sbaglio pure. Però, a conti fatti, nel bene e nel male, hanno impedito a far volare su altri lidi una storia comunque interessante, indubbiamente.


PS: scusate se ho scritto inesattezze, ho letto il numero appena è uscito ma riesco a scrivere solo ora. Possibile che qualche dettaglio si sia confuso nella memoria. Non credo però che il mio intervento sposterà poi voti o percezioni

Soggetto esile, trama quasi inesistente, personaggi tutti più o meno obsoleti, bei disegni (sopratutto nel momento clou), abbastanza noioso e ordinario fino a pagina 70 circa, ennesimo incendio (non causato da dyd, che per l'ennesima volta non risolve un bel nulla) e scena finale piuttosto inutile con la zombie che chiede misericordia.
Accatino è bravo a scrivere e questo spesso lo salva, ma iniziasse a scopiazzare trame interessanti, piuttosto che non storie.

Albo a mio avviso della serie "vorrei ma non posso" (senza la 't' al posto della 's' come vorrebbe quel simpaticone di J-Ax), nel senso che il soggetto, seppur debole, avrebbe potuto essere sviluppato molti più in profondità; cosa che sarebbe avvenuta probabilmente se non fosse stato un albo Bonelli.
Il pretesto per portare Dylan in quel di Grain è deboluccio; i personaggi sono caratterizzati benino, anche se con i soliti cliché.
Il siparietto con Bloch mi è piaciuto, qualcosa è cambiato ma lentamente.
Insomma un albo da 6, anche se con ottimi disegni (Rinaldi è migliorato?), con un soggetto da 6,5 e una sceneggiatura da 5,5.
Copertina più no che si, titolo ORRENDO

Anche a me era venuto in mente Society, ma poi ripensandoci ho trovato più punti in comune col (relativamente) recente Zombie Strippers, con Jenna Jameson

Comunque la differenza fondamentale è che mentre ZS è un film palesemente farsesco (benché zeppo di gore, peraltro del tipo più inverosimile) e Society un horror colmo di ironia e tocchi di humour grottesco (ricordate, tanto per citarne una, la cicciona col vizio di masticare i capelli altrui? ), l'albo di Dyd è serio come un funerale

Forse è questo il problema. In un contesto "umoristico" non c'è bisogno di spiegare perchè gente normale preferisca le spogliarelliste putrefatte a quelle normali. Si tratta semplicemente di una moda, di un trend.
In un contesto "serio", invece, la cosa risulta poco credibile.


D'altra parte né Accatino, né gli altri sceneggiatori attuali di Dyd hanno molto senso dell'umorismo. Questa è forse l'unica cosa che non è cambiata minimamente dai tempi del "periodo Gualdoni": la componente ironica che caratterizzava il Dylan dei tempi d'oro è ormai andata completamente perduta.

E sì, per me è un grave difetto.

Beh, Cyber... non direi che questo sia uno degli albi più seri apparso negli ultimi anni. La chiave grottesca (alla Fratelli Cohen) traspare a più riprese nel milieu divertito di provincia, pur non arrivando alla farsa trash, ma mantenendo un tono non-serioso per buona parte della storia. Ovvero fino alla parte finale della torre, dove effettivamente il senso dell'ironia scarseggia, il grottesco cede il passo al tantoper, e l'albo implode in una bolla paracula lastminute.

Ecco, forse l'ironia è solo nei confronti del lettore, gabbato da 70pagine di ambientazione seguite/buttate a vuoto ... ... ...

CHIUDETE CON UN ALOHA I VOSTRI FUNERALI

SPOILER

Sto scrivendo questo commento con sottofondo Nick Drake e la sua Know. La melodia è decisamente in contrasto con il tema di questo albo del mese, il quale sorprende per quanto macabro e per il politicamente scorretto che pervade la storia proposta da un Accatino particolarmente pungente (sia per il tema che tratta che per le frecciatine disseminate).
L’autore si è scatenato nel dare un corpo ben definito a questo Il prezzo della carne. A partire dai Bad Guys, che sono davvero meschini: sono corrotti, trattano da cane un uomo con problemi fisici (chiamandolo in vari modi e malmenandolo), hanno a che fare con corpi che ritornano in vita ma non se ne curano e non chiedono spiegazioni più di tanto (perché l’importante è il venire pagati per il lavoro svolto), ed uccidono.
Per arrivare al "trio", che ci regala delle performance che lasciano il segno: Groucho con il suo nuovo lavoro (e con battute davvero divertenti. Riguardo la sua “posa” in vasca da bagno: la canzone in sottofondo ispirava certe movenze alquanto ); Dylan attraverso il quale si hanno degli scambi metafumettistici davvero riusciti e molto apprezzati (il riferimento al film, quello al tesserino), ma anche perché protagonista di situazioni che non avremmo mai pensato potesse vivere (il sesso tied up); un Bloch più umano che, interpellato in piena notte, si lascia andare ad un atteggiamento menefreghista ma soprattutto per una volta egoista (direi più che giustificato)
Storia amara fino in fondo poiché il nostro investigatore è costretto a mentire ai genitori della ragazza che lo hanno assunto per arrivare a capo della storia inspiegabile che l’ha vista protagonista (post-mortem).
Approvata in pieno la decisione di non spiegare nulla dell’origine delle “sexy ritornanti”. Espediente che aumenta la sensazione di disagio che fa provare l’albo.
Disegni molto belli, soprattutto quelli ambientati nel covo, nel “club esclusivo”. Un po’ meno quelli che vedono protagonista Dylan e alcuni suoi movimenti (troppo goffi) verso la fine dell’albo.
La copertina non rende giustizia ad un nome come Stano.
E con in sottofondo “The sunnyside of the street” chiudo.

Buon lavoro di Accattino questo "Il prezzo della carne". Si rivede con piacere Rinaldi, che ha il suo tocco magico (vedi il numero 79) per le trasferte di Dylan nella campagna. L'aria lugubre del Kent la si respira leggendo questa bella storia. Groucho è in formissima e i suoi sketch arricchiscono un albo dai toni cupi.

Mi è piaciuto il Dylan investigatore alla vecchia maniera, preso fin troppo sul serio dal sosia di Telly Savalas. La figura di Harvey lo storpio, vero deus ex machina dell'albo, poteva essere approfondita.

Leggo solo ora questa storia.

SPOILER

Necrofilia, sesso con cadaveri per una storia che lascia il segno. Ottimo il tratto anche sporco di Rinaldi, per un attimo ho temuto una somiglianza con Cossu.

Mi è piaciuta all'atmosfera all'antica con Groucho molto presente come battute. Buono/ottimo. Accatino uno dei migliori.